You bleed just to know you are alive

di Rowan936
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Angolo autrice
Ebbene sì, sono tornata con un’altra raccolta, per vostra sfortuna u.u Mi dispiace, ma non riesco a vivere senza questi due *occhi a cuoricino* Mmh, che dire? Questa raccolta è una what if, ambientata in un universo a metà tra i Mirai e il presente: qui Goku è morto per la malattia cardiaca nonostante l’arrivo di Trunks, che è tornato nella sua dimensione per non-so-quale-motivo *dovevo levarmelo dai piedi*, è già comparso Cell e perciò Vegeta ha deciso di usufruire della Stanza dello Spirito e del Tempo, trascinandosi dietro anche Gohan come “garanzia”. Della serie: io sono il Principe dei Saiyan e posso sconfiggere Cell da solo, ma un compagno di allenamento non può certo farmi male, poi il moccioso è un Saiyan quindi potrà sempre tornarmi utile in futuro. Ecco. Insomma, tutto questo casino per fare in modo che Vegeta e Gohan stessero un anno tutti soli soletti, esatto. Tranquilli: niente pairing vero e proprio fino alla fine, per tutto il periodo in cui Gohan è un bambino solo tenera amicizia u.u Sempre che Vegeta in versione “maestro severo” possa essere definito tenero. Mmh. Il titolo è una citazione (Iris - Goo Goo Dolls). Questa prima flash è ambientata agli inizi dell'allenamento, sono lì da pochi giorni e Gohan non è ancora un Super Saiyan, ovviamente. Niente, spero che non ci siano errori e che i personaggi non siano OOC, in entrambi i casi non esitate a farmelo sapere: le critiche costruttive sono sempre ben accette :) Buona lettura!
 

 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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1. Ore
 
Gohan si ritrovò nuovamente a terra, il naso sanguinante e il fiato mozzo.
Strinse i denti, cercando di far leva sulle braccia doloranti per potersi rialzare, ma ricadde a terra con un tonfo.
Ansimò, serrando gli occhi come se avesse potuto guadagnare qualche minuto in più di riposo con quel gesto, eludere le ore che sembravano non passare mai, mentre sentiva i suoi passi sul terreno e avvertiva il suo odore sempre più vicino.
« Allora? Tutto qui, moccioso? Sai benissimo che non possa perdere tempo con te, vedi d’impegnarti seriamente. » ringhiò Vegeta, squadrandolo dall’alto in basso con espressione dura.
A Gohan ricordava un po’ Piccolo, quando lo aveva portato via da sua madre per allenarlo: il principe e il Namecciano erano molto simili ma, al tempo stesso, molto diversi. Se il secondo ormai si era rabbonito, divenendo comprensibile per il bambino, il primo era ancora un mistero, un enigma che lui, per principio, voleva risolvere.
Si lasciò sfuggire un gemito, mentre tentava nuovamente di alzarsi, senza successo.
« N-non… N-non ce la faccio… » si scusò, con voce flebile.
Le labbra del Saiyan adulto si arricciarono per il disgusto, mentre lo guardava.
« Tsk. Sei patetico. Come speri di diventare Super Saiyan se collassi dopo appena poche ore di allenamento? Come pensi di poter fare qualcosa contro Cell, senza il tuo caro paparino a coprirti le spalle, eh? » inquisì Vegeta, sapendo perfettamente quali tasti toccare per ottenere ciò che voleva.
Il bambino, infatti, digrignò i denti, nel sentirlo parlare di suo padre, e tentò di alzarsi con più convinzione. Lui era morto, andato via per sempre, e non poteva più proteggere la Terra. Era compito suo. Perché, anche se Vegeta non l’aveva ammesso, il bambino era perfettamente consapevole che il principe avesse bisogno del suo aiuto per sconfiggere Cell. Altrimenti perché si sarebbe messo in testa di allenarlo per aiutarlo a trasformarsi in Super Saiyan?
Alla fine, riuscì a mettersi in piedi, le gambe malferme e il volto rigato di sangue, mentre improvvisava un’incerta posa di combattimento. I suoi muscoli, sottoposti a troppi allenamenti, tremavano anche per il solo gesto di mantenerlo in piedi, ma il bambino non si sarebbe lamentato. Aveva un obiettivo da raggiungere, non poteva mollare.
« Possiamo ricominciare? » domandò Vegeta, con ironica gentilezza.
Il bambino incrementò leggermente la propria aura.
« Quando vuoi. » rispose.
 
 




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