PARIS
LA BELLE
en
l'an de Dieu Mil Quatrecent Quatrevinght Deux
“Sotto
le Stelle di Parigi”
“Les
portes de Paris
Déjà
se ferment sur la nuit
La
nuit de tous les cris
De
tous les rires
Et
de tous les désirs”
Passeggiava
mollemente lungo le vie secondarie della città, quelle poco
affollate, quelle dove le rare luci delle bettole ancora aperte
giungevano a fatica e filtrate dall'aria umida e pesante delle lunghe
sere d'inverno. Passeggiava con il mento sollevato, il naso puntato
all'insù, verso un cielo stranamente poco nuvoloso, senza
badare a
dove poggiava i piedi, evitando più d'una volta di cadere
solo ed
esclusivamente per pura divina volontà.
«Djali,
Djali, guarda anche tu, guarda un po' lassù»,
incitava il giovane a mezza voce, svagato ed un po' sognante. «Ma
dico io, non ti sei forse divertita abbastanza a sgambettarmi fra i
piedi, per oggi?», borbottava poi, evitando d'un soffio
l'ennesimo
ruzzolone. «Oh, mia dolce Djali, le vedi, non è
vero? Le vedi anche
tu? Come possono essere tanto luminose? Come il fuoco, sì,
ma fuoco
bianco, quasi che il ghiaccio bruciasse... Hey! Mi farai rompere una
gamba, accidenti a te! Cammina un poco più avanti, o appena
più
indietro. Magari al mio fianco, che dici? Diamine, ma perché
proprio
nel punto in cui cammino io, ma dico!».
E
così continuava imperterrito, lungo la propria strada,
nonostante le
innumerevoli avversità, ingenuamente incurante dei tranelli
diabolicamente orditi dalla silenziosa compagna di viaggio.
A
volte si chiedeva se fosse stata una saggia decisione l'idea di
rimanere a Parigi, visti gli ultimi sviluppi. Ma dove altro avrebbe
potuto andare, oramai? Certo, il suo vecchio maestro era pur morto
–
in circostanze piuttosto misteriose, per di più. Ed avevano
da poco
impiccato sua moglie – solo di nome, invero: sfiorata
un'unica
volta e non ne rammentava un'ottima esperienza. Così non
possedeva
più nemmeno una vaga parvenza di famiglia a cui fare
ritorno. Ma in
fondo si sa, gli artisti son creature bizzarre, non son certo animali
da branco. A tal proposito ricordava, non senza un pizzico di latente
malinconia, che quello che per una manciata di mesi aveva funto per
lui da branco era stato duramente decimato, tanto che coloro i quali
erano fortuitamente sopravvissuti dovevano aver pensato bene di
cambiare aria. Quindi, perché non aveva anch'egli seguito le
loro
orme, il loro buon esempio?
Orbene,
in verità non si riteneva in immediato pericolo di vita. Le
guardie
del Re non sembravano interessate alla sua persona – per lo
meno,
non al momento. Non era ricercato e non aveva debiti – e
seppure li
avesse avuti non avrebbe avuto di che ripagarli. Vantava, anzi, un
certo
credito
nei confronti della Capitale, ché non aveva certamente
scordato il
compenso per aver scritto e messo in scena quel famoso
mistero, invero così poco apprezzato dal volgo e tuttavia
fatto
davvero con un certo gusto dell'arte e tutti i crismi. Oh no, il
Prevosto o chi per esso gli doveva qualcosa, che diamine! Malgrado
ciò, e a dover dirla proprio nuda e cruda, non si sentiva
propriamente incline nel presentarsi di fronte a qualche signore al
fine di rivendicare le spettanze dovute poiché non era del
tutto
persuaso che avessero dimenticato le sue estemporanee comparse in
luoghi ove non avrebbe mai desiderato rimetter piede, primo fra tutti
la Bastille Saint-Antoine, magari ai piedi sciupati di Sua
Maestà
Luigi XI il Re di Francia, ecco.
E
poi c'era Djali, perbacco! Come avrebbe mai potuto dimenticarla? Non
poteva averne la certezza, d'accordo, ma c'era pur sempre la
probabilità che la sua fedele compagna fosse tutt'ora
ricercata, e
questo sì rappresentava un enorme problema, un problema che
non era
ancora riuscito a risolvere, per quanto si lambiccasse giorno e notte
– più di notte, invero. Questo grattacapo, questa
incognita, lo
obbligava a farla uscire di casa solo ed unicamente dopo l'imbrunire,
ed a frequentare vecchie stradicciole con poca vita, a bassa
concentrazione di popolo. Oh, si sentiva così triste ed in
colpa per
questo! Avrebbe voluto poterle concedere grandi prati, intere colline
di scintillante erbetta fresca, piuttosto che grigi ciottoli umidicci
e viuzze buie. Ma quella sera c'erano le stelle e si sentiva
ispirato, quasi eccitato, tant'è che non riusciva a
distogliere gli
occhi da quel bel cielo, nemmeno se il rischio era di rompersi l'osso
del collo.
“Les
portes de Paris
Déjà
se ferment sur la nuit
La
nuit de tous les crimes
De
tous les rires
Et
de tous les désirs”
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