Capitolo tre
Bridgette
Lo guardai,con gli occhi ridotti a fessure.
Non-aveva-detto-che-ama-di-più-me?
Scoppiò in una risata e mi sorrise. "Bella,starei ancora con
lei perchè,nonostante ti avrei potuto amare molto di
più di quanto io amassi Carol,mi sarei sentito in colpa nei
suoi confronti e ti avrei...ehm..."
Sbuffai facendo volare una ciocca di capelli dal volto
"divorata?scuoiata?sventrata?!"
"uccisa suona molto meglio,Bella..." mi accarezzò i capelli
e mi baciò la fronte.
"passa alla seconda per favore" ringhiai io a denti stretti
intrecciando le braccia sotto il petto.
"ah...uhmm..." Lui corrugò la fronte e assunse
un'espressione concentrata,inutile dire che era bellissimo...
"allora?" gli domandai spazientita,in attesa di una risposta.
"Bridgette"
"Quattro anni dopo la morte di Carol riuscii a riprendermi.
Non so se sia un tempo eccessivo,non ho mai sperimentato la morte della
donna amata,bhè,certo,tranne quella volta,ma li ho cercato
direttamente di suicidarmi,perciò..
Ma parliamo di Bridgette,ok?
La prima volta che la vidi era ad un ricevimento,al quale Carlisle e
famiglia erano stati invitati da un politico al quale aveva curato una
polmonite.
Bridgette era sua figlia,ma al dire il vero non gli assomigliava poi
molto.
Lui era alto,magrissimo e stempiato,mentre lei era...mmm...non bella
come Carol o sensuale come Daiane,ma a lei arriveremo
dopo,era....deliziosa.
Non caratterialmente,ma se ne andava in giro per la sala con un abito
intero da sera in velluto devore',con ricami verde salvia su fondo
avorio,i lunghi ricci castani sciolti e lunghi fino ai
fianchi,le mani fasciate da dei corti guanti di seta bianca ed in mano
un bicchiere di champagne.
Portava delle scarpe con tacco in pelle scamosciata,e me lo ricordo
perchè grazie a quelle potevo guardarla negli occhi senza
difficoltà,in quegli occhi color miele...
Me la presentò il padre,ci disse che potevamo parlare,fare
conoscenza 'che un così bel ragazzo non puoi fartelo
scappare' le disse,lei semplicemente declinò non molto
gentilmente l'offerta e se ne andò.
Se devo essere sincero avrei voluto picchiarla. Era maleducata,acida e
sempre arrabbiata.
Non riuscivo a capire quel suo comportamento così
distaccato,ma alla fine,mi disse il padre,che era così
perché,semplicemente,odiava tutto quel lusso.
Avrebbe voluto viaggiare.
Perciò,incuriosito,riuscii ad avvicinarla.
Se ne stava da sola sul balcone della sala,guardando le strade e le
luci della città.
'Perché non mi ha voluto parlare?' le chiesi appoggiandomi
sulla balaustra di marmo bianco.
Lei chinò leggermente la testa e rise 'senza offesa,ma
sembra il classico ragazzo per bene e di buona famiglia...'
Ma,ecco...non so esattamente che mi è presa,ma avevo intuito
quella frase come una sfida.
E certamente non potevo farla vincere a lei.
'E chi le dice che io sono così?' glie lo dissi ad un palmo
dal suo naso,con lo stesso sguardo che uso per abbindolare le
ragazze,quando mi serve qualcosa.
No Bella,non ho mai usato su di te quello sguardo...O almeno non troppo
spesso...
Ok,ok,continuo...
Ero deciso a far vedere a quella ragazza quanto io potessi essere poco
per bene.
Anche se forse lei non voleva 'un cattivo ragazzo',ma semplicemente
qualcuno che non fosse snob e che non si credesse migliore degli altri.
E infondo chi ero io per sentirmi migliore?Io ero...eh?Cosa?Non
è vero che finisco sempre con il parlare del mio odio verso
la mia natura....ah...davvero?è così?
....
Allora,dicevamo?ah si..
La sera dopo mi appostai sotto casa sua,era enorme,in stile
vittoriano,un grosso recinto circoscriveva tutta la loro
proprietà:la casa,un parco,e una fontana al centro
dell'entrata.
Scavalcai il cancello e mi nascosi dietro le siepi,in attesa di capire
quale fosse la sua stanza.
Ci volle un pò,ma ad un certo punto le porte-finestre del
balcone in alto a destra si aprirono. Riuscii a percepire il suo
odore,era un misto di rosa e di essenza di vaniglia,probabilmente un
profumo.
Portava una camicia da notte estiva,di raso rosa pallido con pizzi
bianchi,era attillata e riuscivo a vedere le forme che l'abito da sera
mi aveva nascosto.
Non era magra,ne snella,anzi,era formosa e,se devo essere sincero,la
cosa mi piaceva...
Mi arrampicai sull'albero di fronte al balcone,una quercia di
chissà quanti anni,e attesi che lei mi notasse.
Certo,quale metodo migliore per far capire di non essere un ragazzo per
bene se non farti credere un maniaco?
Se ha funzionato?oh si...
Siamo rimasti a fissarci per più di mezz'ora,poi
è entrato il padre in camera e non ho neanche dovuto
nascondermi perchè si limitò a spegnerle le luci
ed ad augurarle la buona notte.
Doveva andare a dormire,ma non ne aveva voglia,voleva stare li,a
fissarmi.
E io risi perché potevo sentire i suoi pensieri ed osservare
le sue fantasie.
Non avevo intenzione di arrivare a quello,avrei preferito aspettare il
vero amore e lei sicuramente non lo era,ma era divertente osservare le
perversioni altrui.
Non che quelle fossero perversioni,nell'immaginazione di una sedicenne
del 1924 non c'era niente di perverso.
Decisi di giocare con lei,per vedere cosa esattamente si celava sotto
quello scudo di acidità,non me lo avrebbe mai mostrato in
una comune conversazione.
Ma,si sa,nei sogni tutto è possibile.
E questo volevo farle credere,di essere un sogno.
Scesi dall'albero e me ne andai dalla sua proprietà come
fossi un comune mortale,lentamente e con fatica.
Con finta fatica.
Però,eccitato dalla mia idea,me ne andai fischiettando e
ridendo,e lei,perplessa,si chiese cosa diavolo mi passasse per la testa
e se ne andò a dormire,senza riuscire a trovare una risposta.
Aspettai qualche giorno,non mi feci vedere neanche per le strade della
città,volevo quasi farle dimenticare quella notte.
Farle credere,appunto,che fosse stato frutto della sua immaginazione.
Ma non era questa la parte più importante del mio piano.
No. Aspettai altre notti,altri giorni...
E poi,in uno di quei torridi giorni d'estate,dove non si può
far a meno che lasciare le finestre aperte,entrai nella sua camera.
Dormiva beata,il suo sogno era talmente confuso e bizzarro che mi
arresi dopo i primi minuti del mio tentativo di capirlo.
Mi guardavo attorno,osservavo i libri sul comò,i trucchi
accanto allo specchio,i gioielli.
Aprii l'armadio ed accarezzai le stoffe pregiate di quegli abiti.
'per essere una che odia il lusso,ne ha di cose costose...' dissi non
curandomi di quel sogno confuso che si era dissolto nell'aria.
Sapevo che era sveglia e che mi guadava,ma era proprio quello che
volevo.
'sono regali' mugugnò e io mi voltai,senza fingere sorpresa.
Me li hanno regalati per
compleanno,natali...
Ma io giocai in anticipo 'non mi importa se glie le hanno regalati per
compleanni o natali,se davvero odia il lusso avrebbe dovuto donarli ai
più poveri...'
Non si stupì,non immaginò che le avessi letto
nella mente,o almeno non ancora.
Io mi avvinai e lei non si ritrasse,anzi.
Con la mente ripercorreva le scene che la sua immaginazione aveva
creato la sera che eravamo rimasti a fissarci,e io risi di nuovo. 'non
sono pensieri adatti ad una signorina come lei,non si vergogna?' le
dissi divertito,lei arrossì,ma non come faresti tu
Bella,solo un leggero rossore sulle guance,nessun altro segno evidente
d'imbarazzo,neanche fra i suoi pensieri.
'siete molto bello,non vedo cosa ci sia di vergognoso nei miei
pensieri...' mi rispose lei senza cambiare espressione.
E fra una cosa e l'altra imparai a conoscerla.
Mi accertai di tutte le cose che il padre m'aveva detto,voleva davvero
viaggiare,avrebbe voluto vedere il mondo,la miseria e la
povertà delle persone meno fortunate,fare qualcosa per loro.
Ma si era rassegnata,sapeva che il suo dovere era starsene a casa e
partecipare ai ricevimenti ed essere sempre perfetta,perché
la figlia di un politico deve essere perfetta.
Non era perfetta,mi disse che fino a qualche hanno primo lo era,si
Bella,un pò come Carol,ma poi aveva iniziato ad aprire gli
occhi e si era resa conto che viveva in un ambienta di sola ipocrisia e
da li aveva iniziato a detestarlo. Rendendola come era.
Tornai altre notti a casa sua e più parlavamo più
imparavo ad apprezzarla,mi insegnò a ballare. Ci credi?
Ma ogni notte,prima di andarmene,le baciavo la fronte e lei mi
chiedeva,sempre,chi ero e io,sempre,le rispondevo 'un sogno,sono solo
un sogno'.
Fortunatamente lei ci credeva,e dico fortunatamente per il semplice
motivo che,nonostante era una ragazza forte,sicura e si,un
pò selvaggia,sicuramente non era così stupida da
non andare dal padre a denunciarmi.
Alla fine mi presi una cotta,si una di quelle da adolescenti pieni
d'ormoni.
Decisi di realizzare almeno parte di quei desideri così
opprimenti,baciandola in modo sicuramente più appassionato
di quando io non possa fare con te.
Anche se vorrei...
No Bella,devi aspettare il matrimonio per quello...
Comunque mi divertivo con Bridgette,era una ragazza davvero simpatica e
divertente quando si lasciava andare,ma non era amore quello che
provavo per lei e sapevo che non avrei mai potuto provarlo nei suoi
confronti,le volevo bene si,ma non l'amavo.
E io,per lei,ero un sogno. Un bel sogno,ma solo un sogno.
E i sogni alla fine si dimenticano.
Col passare del tempo io ero sempre di più soltanto una
gioia serale e lei iniziò ad interessarsi alla politica.
Sopratutto ad un ragazzo di scarsa ricchezza deciso a candidarsi al
partito comunista.
Se ne innamorò,perdutamente.
Ma il padre faceva parte del partito conservatore e non le avrebbe mai
permesso di sposarsi a quell'uomo.
Poi,una notte,mi sorrise e mi disse che sarebbe fuggita via insieme al
suo James. E così fecero.
Non la rividi mai più perchè mi sembrava uno
sfoggio di infedeltà che lei sognasse altri uomini oltre
quello che le dormiva accanto.
Non so se il padre la trovò o si rassegnò,non so
se si sposarono e se vissero felici e contenti,ma nel partito comunista
non c'era nessun James,quello era certo.
Perciò continuo a credere nell'ottimo esito della loro
romantica fuga d'amore. Mi sono sempre piaciute.
Si,forse dovremo farne una anche noi,il prossimo Week-end.
Ma poi torniamo,altrimenti Carlisle si preoccupa."
Noticine a fondo pagina:
Probabilmente alcuni aspetti di bridgette sono miei.
Sopratutto l'incompatibilità con il padre...hihihi....
Nei commenti mi è stato detto che Carol è troppo
perfetta. OVVIO XD
Bella deve sentirsi inferiore,deve
doffrire per il semplice fatto che lei ha Eddy-love-love.
(e io qui,sola come un cane...sniiiifff....ç_ç)
E comunque spero che almeno un pò abbiate capito
perchè Ed ha detto quella cosa finale,bisogna anche
ricordare che Edward all'inizio era indeciso se andare in alaska o
uccidere Bella,alla fine sappiamo tutti cosa ha scelto,ma se stesse con
un altra in quel momento...?(e poi si sarebbe stufato di carol,come
avrebbe passato le sue ore se non avrebbe potuto salvare nessuno?)
Poi mi è stato chiesto di far rimanere Bella e Eddy
insieme,ma è ovvio
O.o
Si devono sposare,no? E lasciare Jacob a ME. (si mi piacciono
tutti,è come un morbo...XD)
Comunque,parliamo di Bridgette....cioè...alla fine neanche
io so se ha sposato James o se il padre ha ucciso lui e rinchiuso lei
in casa per il resto della sua vita. BHò.
All'inizio doveva avere gli occhi celesti,anche Carol. Ma per il
semplice fatto che sono cotta di uno ocn gli occhi celesti. (e non
è il dottor house XD)
Ma alla fine ho ripreso pieno possesso delle mie facoltà
mentali e ho capito che non sarebbe stato razzista eliminare qualsiasi
persona che non avesse gli occhi blu o celesti. E io li ho
marroni,perciò non volevo escludermi dalla lista (hihhihi).
Mi spiace che non sono riusicta a fare i ricci nel disegno ^^ sorry.
ma per il momento ho scritto già troppo ed è
quasi l'una di notte.
Baci!
Al prossimo capitolo:
Daiane
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