I fell in love with a dead boy
Per
il centro del mio universo, Michele.
Premessa: Fic piuttosto triste e decisamente OOC, me ne rendo conto
°_°
So che non è un granchè, ma ci tengo moltissimo,
e spero che possa comunque piacere.
P.S. Il titolo è preso da una canzone di Antony and the
Johnsons ^^
I fell in love with a dead boy
Avevo passato anni in attesa di qualcuno che riuscisse a capirmi
pienamente, qualcuno che, all'occorrenza, avrebbe saputo amarmi e farmi
male allo stesso tempo.
Beh, con Mello il mio desiderio si avverrò.
Era un tipo strano, se ne stava sempre per conto suo masticando
continuamente cioccolata, sparando sentenze su tutto e tutti.
Infatti, a causa di questo suo comportamento, era stato etichettato come lo psicotico arrogante
dell'istituto.
Ma a queste dicerie Mello non dava alcuna importanza.
Era sempre immerso nello studio, cosa che gli era fondamentale per
superare Near, e a nessuno permetteva di far parte del suo mondo.
Nessuno eccetto me, ovviamente.
Ero stato l'unico a cui Mello avesse rivolto la parola, l'unico a cui
chiese un tacito aiuto.
Aveva bisogno d'affetto, di una spalla su cui piangere, ed io non
gliela negai di certo.
Mi aveva sempre affascinato il suo aspetto un po' efebico e quel modo
di camminare quasi felino, come se la realtà circostante non
potesse sfiorarlo minimamente.
I miei amici, naturalmente, avevano avuto premura di avvertirmi di
stargli alla larga, poichè una testa calda come Mello poteva
soltanto procurarmi dei problemi.
In fondo, dicevano, cosa poteva importare a me di uno schizzato come
lui?
Oh, me ne importava eccome invece, neppure osavano immaginare quanto.
Credo di essermene innamorato da subito, o meglio,
fui attratto dai suoi occhi freddi e chiari dal primo istante in cui lo
vidi, ma conoscendolo imparai ad amare ogni minima sfaccettatura di
quella meravigliosa e contorta creatura.
Mello amava
essere il primo in ogni cosa, ed era particolarmente affascinato dal
sangue e dalla morte intesa come liberazione di ogni più
profondo dolore umano.
Certe volte,
guardandolo, pensavo anch'io che non avesse esattamente tutte le
rotelle a posto, ma nonostante ciò non potevo proprio fare a meno di
amarlo così tanto.
Un giorno gli
domandai se gli dispiaceva sentire ciò che gli altri gli
sputavano contro ogni santo giorno.
Sapete cosa mi
disse?
' Me ne frego
delle critiche di chi crede di non essere malato '.
Non fui
propriamente certo del significato di quelle parole, ma non me ne curai
più di tanto.
Ormai ero
pazzo di lui e prendevo per oro colato ogni singola cosa che diceva.
Più
passava il tempo più il nostro rapporto
s'intensificava, e la cosa non poteva che rendermi estremamente felice.
In una fredda
notte invernale mi accolse dentro di sè, stringendo le gambe
attorno alla mia vita mentre io mi muovevo freneticamente nel suo
corpo, regalandoci, in questo modo, un piacere che non avevo mai
provato prima di allora.
Presto si
accorsero tutti del mio cambiamento, sorridevo a chiunque e la vita non
mi era mai sembrata tanto bella, finalmente il mondo girava nel verso
che volevo io.
Un pomeriggio
che sembrava essere uguale agli altri raggiunsi Mello nella camera che
condividevamo da qualche tempo, ritrovandomi davanti agli occhi una
scena a dir poco sconvolgente, che non mi toglierò mai dalla
testa.
Mello giaceva
a terra con il polso ricoperto di sangue e un'espressione indecifrabile
stampata sul volto dai lineamenti gentili.
Mi precipitai
immediatamente accanto a lui togliendomi la maglia a righe per cercare
di tamponare tutto quel liquido carminio che non ne voleva proprio
sapere di fermarsi.
Piangevo
urlandogli contro perchè l'avesse fatto, per quale motivo
desiderava allontanarsi da me, che lo amavo più di ogni
altra cosa al mondo.
Le lacrime
scesero velocemente dai suoi occhi, mentre con voce stanca e strozzata
mi sussurrò ' Non me lo avevi mai detto, questo ' .
Ed io lo
strinsi a me ancora più forte, finchè non
accorsero Roger e gli altri, attirati sicuramente dalle mie grida
disperate.
Durante la
corsa in ospedale stringevo la mano non ferita di Mello, baciandola mentre i
miei singhiozzi riempivano l'angusta ambulanza.
In quel
momento il mio amico aprì gli occhi, guardandomi addolorato
mentre il suo petto si alzava e si riabbassava lentamente, facendomi
così intuire che respirava con difficoltà.
'
Sopravviverò..? ' mi chiese timidamente, mentre le lacrime
continuavano a scorrermi incessanti lungo il viso.
' Certo che
sopravviverai, devi starne certo, so che andrà tutto bene! '
Cercavo di
essere il più rassicurante possibile, ma in quel momento
Mello chiuse gli occhi.
Aveva perso
davvero molto sangue, ma fortunatamente si salvò.
Le volte in
cui potevo andare a trovarlo all'ospedale solo per pochi minuti al
giorno mi sentivo vuoto, come se una forza superiore mi avesse
annullato completamente.
Era mattina
quando andai con Roger a prenderlo per riportarlo a casa.
Casa..
Già, perchè la Wammy era la nostra casa, e Mello
la mia famiglia.
I giorni che
seguirono furono difficili, poichè il mio amato biondino non
proferiva parola se non per chiedermi banalità o per
mandarmi a fanculo senza motivo.
Era diventato
estremamente lunatico e indisponente perfino con me, che soffrivo
terribilmente nell'ascoltare ogni sua singola parola.
Non ricordo
quanto tempo trascorse, ma fu davvero molto triste guardare Mello in
quello stato senza poter fare nulla per aiutarlo, oltre che stargli accanto
il più possibile cercando di soddisfare ogni sua richiesta.
Tentavo
spesso, in maniera vaga, di fargli capire che desideravo conoscere il
perchè di quel gesto, era forse a causa mia? Non gli avevo
dimostrato abbastanza quanto lo amassi? Oppure, più
semplicemente, non
gli bastavo proprio io?
Mi scervellavo
da giorni ormai, mangiavo sempre meno e gli altri iniziarono a
preoccuparsi della mia veloce perdita di peso, Mello compreso.
Dopo settimane
trascorse a parlarci a malapena mi fece una delle sue solite e vecchie
paternali, che però mi fecero impazzire dalla gioia.
Il mio Mello
stava forse tornando quello di una volta?
In un certo
senso mi sentii sollevato, ma quelle domande senza risposta mi
attanagliavano ancora il cervello.
Una sera presi
tutto il coraggio che era in mio possesso e glielo chiesi senza mezzi
termini, ' Perchè l'hai fatto?'
' Cosa? '
' Lo sai
benissimo, è inutile che fai il finto tonto,
perchè hai tentato di ucciderti?'
Cercavo di
mantenere la mia voce il più calma possibile, ma
l'agitazione mi tradì facendomi inumidire gli occhi di
lacrime al solo pronunciare l'ultima parola.
Mello
guardò il suo polso coperto dalla benda, sembrava stesse
mentalmente soppesando le parole per spiegarmi le sue motivazioni.
' Vedi, Matt,
il mio era un dolore che non poteva essere esternato, per questo volevo
diventare l'amante della Morte '.
Rimasi a
fissarlo senza proferire parola, ma quando provai ad aprir bocca Mello
continuò ' Dopo il giorno in cui ho provato a suicidarmi ho
osservato con maggior attenzione i tuoi gesti, il tuo continuo
prenderti cura di me anche quando ti trattavo di merda. Tu non mi hai
mai lasciato solo, e questo mi ha fatto capire che anche un angelo
senza più ali come me può sperare di condurre
un'esistenza felice. Ti amo davvero, Matt, e vorrei che perdonassi
queste mie maledette mani che hanno solo provocato dolore ad entrambi..
'
Ormai
trattenevo il respiro, avevo paura di aver sentito male.
Temevo che, da
un momento all'altro, mi sarei svegliato nel mio letto, e che ogni
parola detta poco prima da Mello sarebbe stata solo un bellissimo sogno.
Invece era
proprio lì, davanti a me, con quel sorriso meraviglioso che
da sempre mi aveva fatto battere il cuore all'impazzata.
' Ricominciamo
insieme, ti va? ' Gli presi la mano portandola alle labbra, baciando
ogni centimetro di quella pelle delicata.
Il biondo
annuì felice mentre m'invitava sotto le coperte, lasciando
che sprofondassimo insieme nelle braccia di Morfeo.
Tanto ormai
non avevo più nessuna paura di svegliarmi senza Mello
accanto.
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