Ciao Finnick

di Celaena
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Ciao Finnick,
Ho deciso di scriverti questa lettera perché non so se tornerai mai al distretto 4. Da quando tu e Mags siete partiti qui non si parla d'altro. Vogliono una rivolta. Io no. Non voglio altro sangue, altre grida, altro buio, lacrime e tosse, follia e silenzio, tridenti, tributi, sonno, freddo, acqua. Me lo ripetono tutti i giorni i miei ricordi. Ricordi che a volte non riuscivo a vederti, che non riuscivo a sentirti, non riuscivo a liberarmi dalla rete del passato? E gridavo, piangevo e mi graffiavo per tagliare via il dolore. Sono pazza, Finnick? Sono debole, confusa, ma pazza? La mia follia non è diversa da quella dei bambini che si svegliano nel buio cercando i genitori affinché li difendano dagli incubi. Il mio incubo è reale. Ho paura. Quando Mags si è offerta volontaria sono stata felice. E me ne pento. Non avrei dovuto gioire perché sarei sopravvissuta. I sopravvissuti sono quelli che soffrono di più. Se morirai, Finnick, anche il verde entrerà nei miei incubi.
Ieri osservavo la marea. Al buio non riuscivo a dormire e sono andata in spiaggia. Mi sono seduta ad osservare le stelle e a sentire il sapore dell'acqua salata. Ti ricordi di quando non ero ancora andata nell'arena e mi allenavo per essere tra i Favoriti? Non erano quelli i miei piani. Qualcuno, non ricordo chi, non ricordo nulla, aveva promesso di offrirsi volontario al mio posto. Credo avesse i capelli neri. Non me lo ricordo. Ma ero pronta a combattere, non pronta al sangue. Non avevo mai visto la pelle di qualcuno squarciarsi in mia presenza. Dagli schermi traspare solo parte della realtà, e puoi coprirti gli occhi, fingere che non sia vero, contare le conchiglie, girarti, andare a prendere qualcosa. Finnick,  io non sono folle. Sono follemente spaventata e ti amo alla follia, ma non sono folle. Il passato bussa alla nostra porta come la marea. Dobbiamo aprire, Finnick.
                                                Annie




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