Il giorno in cui ho lasciato le tue mani ho capito di non avere coraggio. Ti ho lasciata andare semplicemente perché mi sentivo già stanco di combattere, anche se la battaglia sarebbe iniziata solo allora.
Ricordi le nostre giornate trascorse quasi senza parlare? I nostri sguardi non sempre gioiosi, ma comunque sinceri? Ricordi la stretta delle nostre mani, le mie calde e le tue sempre congelate? Pensavo a te appena ci lasciavamo, anche se eri ancora lì, prima che ti allontanassi già stavo pensando che mi mancassi. Mi hai stregato inaspettatamente, non ho avuto la forza per proteggermi, ho semplicemente lasciato che mi riempissi il cuore di te. Non è stato sbagliato.
Appena sei scomparsa mi sono fermato. Ho accostato la schiena contro il muretto della tua casa ed ho pianto. Mi era capitato spesso pensandoti, ma mai in quel modo. Mi sentivo perso, senza più nemmeno una speranza, alla deriva.
Un uomo non dovrebbe mai piangere. Un uomo dovrebbe tenersi tutto dentro e dire che tutto è superabile, ma io non potevo, io sapevo perfettamente che non era affatto così. Nulla si sarebbe risistemato l’indomani.
Perdonami, non ho saputo essere forte e sono crollato sotto il peso della tua assenza.
Seduto nella mia stanza a guardare il soffitto, pieno di stelle fluorescenti che avevi appeso tu stessa. Il nostro cielo era racchiuso nella mia stanza, così avremmo potuto ogni volta esprimere i nostri desideri.
-Non è che stai con me perché non riesci a vedere tutti i miei difetti? – chiedevi accarezzandomi i capelli.
-Oh si che li vedo. – ti sfioravo con le dita il nasino rotondo e tu sorridevi – Ma sono innamorato anche di loro.–
Davvero non potrò più accarezzare il tuo viso? Davvero non potrò più tenerti stretta per riscaldarti? Questi pensieri sembrano cupi come la morte, forse sono ancora più spaventosi perché io, a differenza di qualcuno che muore, sarò costretto a fingere di andare avanti.
Non potrò più dirti quelle parole che tenevo dentro tutte le volte che ti vedevo arrivare, resteranno sempre dentro di me, inascoltate. Che senso ha? Ma che senso avrebbe se te le dicessi ora?
Ho perso la mia occasione senza nemmeno sapere il perché, non è triste?
Parlavamo e sembravamo sorridere. Riuscivo a sentire il vuoto che avevamo attorno anche quando c’eri tu, ma mi sembrava che rimanesse confinato lì, che non potesse sopraffarci perché eravamo insieme. Poi, appena ci facevamo un po’ lontani tornava ad impossessarsi della mia vita, quella morsa mi stringe ogni giorno da quando non ci sei. Ho paura di sprofondare e di non poter più risalire.
Non potrò più dirti le parole: Ti amo?
Non potrò più dirti le parole: Mi manchi?
Mi sembra così crudele da bloccarmi il respiro. Non riesco a rialzarmi. Sono sempre qui a piangere, fingendo di aver dimenticato la ragione.
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