Lorie

di Ita rb
(/viewuser.php?uid=4427)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




Lorie
[soundtrack]

La chiamavano strana e lei era sempre troppo persa nel suo mondo per accorgersene.

Aveva gli occhi fissi, spenti, eppure accesi da una luce che io non conoscevo: sempre immersi oltre la soglia d’una finestra, sempre avvolti dalle braccia di un cielo chiaro – sempre ridenti.
Con le labbra piegate verso l’alto, lei si ostinava a far sorridere ogni cosa – e ogni cosa sorrideva a lei.
Di rimando, tutti coloro che la osservavano sembravano estranei alle sue visioni, a quella realtà impalpabile dove s’intrecciavano fili spessi e si tiravano a tratti, portandola da un lato o dall’altro come fosse una bambola dai capelli perfetti e perennemente ordinati, riposti dietro le orecchie come libri s’uno scaffale e lisci, filati, come l’oro degli ornamenti regali.
Erano estranei, sì, come estranea era la pioggia sulla sua giacca o la polvere sulla punta delle dita: tutto apparteneva allo stesso universo, eppure si relegava in un cosmo distorto e lontano, un posto nel quale, pur mettendoci piede tutte le mattine, non la toccava affatto.
E lei camminava, correva, diventava vento senza che nessuno se ne accorgesse e sognava di raggiungere una farfalla con le mani tese contro il vetro degl’infissi.

La chiamavano strana solo perché non erano in grado di comprenderla; per questo sono rimasti fermi a guardarla mentre saliva sul cornicione e cadeva giù, nel vuoto, volando assieme al vento e al ridondante suono dei soccorsi.

 
Note: Come mio solito sono qui a scrivere delle note, anche perché in effetti credo non ci sia modo per esprimermi solo con le parole che hanno anteceduto quest’ultime.
Per chi non l’avesse capito, per chi non avesse immaginato neppure per un attimo che tipo di protagonista fosse racchiusa in queste poche parole, sappiate che – ad esclusione del finale – mi sono ispirata a una ragazza che conoscevo e che soffriva d’autismo.
Non ho molto d’aggiungere, solo che mi auguro vi abbia toccato un po’, perché in realtà queste persone non sono affatto strane come credono molti.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2495446