Nonostante ci troviamo a marzo,
questo è
il primo aggiornamento del 2014. Sono stata svelta, eh? Va beh, bando
alle
ciance, vi lascio direttamente al capitolo. Capitolo che alla fin fine
è uscito
di getto e che mi piace, nonostante non sia lunghissimo.
Rammento
che questa storia deve essere letta dopo Travolgimi,
se no determinate cose non si riuscirebbero a capire.
Contatti: Gruppo. Facebook. Pagina Grafica.
Buona
lettura.
<< Riesci
a crederci? >>
Ok, eccomi qui,
decisamente con la mente fin troppo impegnata a pensare ad altro invece
che ad
ascoltare la mia fidanzata. Sono letteralmente fottuto.
<< No, in
effetti no. >> Non so perché le ho risposto, ma dalla sua
espressione
capisco di essere nei guai.
<< E
vorrei ben vedere! Quale ragazzo sano di mente, non appena viene a
sapere che
la praticamente ex fidanzata è incinta, decide di sposarla?! E
soprattutto
quale deficiente glielo chiede davanti a tutti i parenti? >> Oh.
Alessia
sta parlando di Sandra. Che bello saperlo… il sarcasmo si è notato?
Spero di
sì, perché io mi sto per cagare addosso.
Quello che ha
fatto Andrea… il beh, oramai prossimo marito di Sandra, è più o meno
quello che
volevo fare io tra qualche giorno. Cioè inginocchiarmi sul pavimento
dei miei
genitori e chiedere ad Alessia di diventare mia moglie. Originale…
pensavo, e
invece no! E dalla sua reazione, deduco che se fosse stata nei panni di
Sandra,
avrebbe distrutto qualcosa – o qualcuno – con le sue stesse mani. No
buono. Per
niente.
<< Beh…
oddio! Ognuno… fa come si sente. Evidentemente Andrea è pronto a
prendersi
tutte le responsabilità e non è una cosa poi così… sbagliata. Perché mi
guardi
male? >>
<< Non ti
sto guardando male. >> Dite che si offende se le faccio notare
che non le
crede nessuno? << È che sono un paio di giorni che sei strano.
Sei
addirittura più silenzioso… che cos’hai combinato? >> Cerco di
deglutire
e mentalmente insulto Alex.
Me lo aveva
detto che avrebbe scoperto qualcosa, perché tutte le donne lo capiscono.
Peccato che io
con un’alzata di spalle gli abbia detto che Alessia non è come tutte e
che di
certo non arriverebbe mai a capire che cos’ho combinato.
Sono un emerito
coglione.
<< Niente.
Non ho fatto niente. Perché avrei dovuto fare qualcosa? Non te l’ho
detto che
ho mal di gola? Suvvia, siamo in dicembre, ammalarsi è normale, fa un
freddo
cane e direi che dopo questa… vado a fare una telefonata. >>
Lasciando
Alessia, con la bocca aperta, sul divano, vado a rinchiudermi in bagno
e chiamo
Alex.
<< Che succede?
>>
<< Che
succede mi chiedi? >> Alex non mi risponde e io sospiro. <<
Sono
terrorizzato. >>
<< Alessia ha
già capito tutto e sta cercando
di ucciderti? >>
<< Non
ancora, ma penso che se rimarrò altri dieci minuti da solo con lei…
potrei
direttamente confessare il misfatto. >> Alex cerca di non ridermi
in
faccia e io appoggio la fronte sulle piastrelle fredde del bagno.
<< Gi, amico, respira. Non devi
per
forza pensare in grande… penso che… impazzirai se continui a cercare il
momento
perfetto. Bada bene, non ti sto dicendo di affrontarla e farle la
proposta, ti
sto dicendo di essere te stesso. Tutto qui. >>
<< Tutto
qui? Dici “tutto qui”? Sai qual è il problema? Che sarà anche vero che
tu hai
fatto la proposta ad Elise in un cazzo di McDonald’s ma almeno sapevi
che lei, almeno, al matrimonio ci pensava!
Alessia… quando pensa ai matrimoni… vorrebbe suicidarsi! >> Da
parte sua
sento solo un sospiro, perciò taccio e mi siedo sulla tazza del water.
<< Gigi?
>> Sobbalzo quando sento la
voce di Elise.
<< Sì?
>> Chiedo con voce terrorizzata.
<< Che cos’hai
fatto? >> Mi raschio
la gola e dopo mezzo secondo le racconto tutto.
Sono una
donnina! Cazzo! Perché di fronte a un tono un po’ più serio e grave non
riesco
a mentire? Perché!?
<< Ti rendi conto che è un
grande
passo, quello che vuoi fare? >>
<< Sì,
Elise, me ne rendo conto ma siamo sinceri… ultimamente ho fatto tanti
passi
avanti con Alessia, non posso fermarmi adesso e nemmeno lo voglio.
L’unica cosa
che non capisco è perché lei non
voglia tutto ciò. >>
<< Ti chiedi
anche perché? >>
Aggrotto la fronte alla sua domanda. Sinceramente mi aspettavo qualche
rimprovero o… non lo so, da Elise mi aspettavo di tutto tranne una
semplice
domanda.
<< Ovvio!
Stiamo insieme da una vita, per i miei standard e anche per i suoi
contando che
sono stato il suo unico fidanzato… ma a parte questo, perché mi hai
chiesto una
cosa del genere? >>
<< Gigi… non la prendere male ma
Alessia non crede nel “per sempre”. Voglio dire… chi ci crede? O
meglio, chi ci
crederebbe nei suoi panni? I suoi genitori non li ha mai visti stare
insieme. È
come se non conoscesse il vero prototipo di famiglia. >>
Non le rispondo
subito, più che altro perché non so come ribattere.
<< Hai
ragione, non ha mai visto i suoi genitori come una coppia, non ne ha
avuto
l’opportunità, ma il significato di “famiglia” lo conosce. Il compagno
di sua
madre fa parte della sua vita da quando è nata. È come un padre per
lei, di
conseguenza sa cosa significa crescere con due figure adulte che ti
sostengono.
Poi ha visto i tuoi genitori e adesso ha te e Alex come esempio… il per
sempre
esiste se lo si vuole e lei sa cosa significa stare con una persona e
crearsi
una vita. Non penso dipenda da questo, ma giuro, Eli, che se mi
assicuri che
quello che hai detto, lo pensa anche lei, sfondo la porta e la strozzo.
>>
<< Era una mia
teoria. Anche perché se non è
quello… sai cosa significa. >> Deglutisco e osservo il
soffitto
afflitto.
<< Cioè
che non vuole veramente fare quel passo. Dio! Pensi dipenda da me?
Magari lei
in realtà non vuole vivere con me, non vuole darmi dei figli e portare
il mio
cognome... >>
<< Gigi, stai
sragionando e andando in
paranoia. Smettila. >> Sospira. << Senti,
fai una cosa furba… parlale. Non dico adesso, appena esci da
qualsiasi posto tu ti sia rintanato, però appena te la senti, prendi il
discorso, perché stai “nascondendo” una cosa importante, e non parlo
dell’anello,
bensì dei tuoi sentimenti e delle tue parue. >>
<< Noi
uomini non facciamo questi discorsi. >> Dico quasi schifato.
<< Non vuoi che ti sputtani in
un
momento del genere, vero?
>> Sgrano gli occhi e le dico che farò come vuole. Alla fine ha
ragione,
a chi voglio prendere in giro? I discorsi più merdosi e sentimentali
sono
sempre stato io a farli. Altro che femminuccia! Sono qualcosa di
peggio, poco
ma sicuro.
<< Ora mi
vuoi dire che cosa c’è che non va? >> Giro il viso verso il suo e
cerco
di sorriderle. Saranno le quattro di mattina, eppure non ho chiuso
occhio.
Anzi, penso di non aver neppure aperto bocca da quando sono uscito dal
bagno,
dopo la conversazione con Elise.
Non saprei dire
perché vorrei Alessia come moglie. Voglio dire… la amo, voglio passare
il resto
della mia vita con lei, sono pronto a tutto per lei ma perché dopo
tutti questi
anni ancora non l’ho capita? Perché per lei è così… insormontabile
questa cosa
del matrimonio? Io vorrei solo sfoggiare l’anello che le ho comprato
davanti a
tutti e direi con orgoglio ai nostri amici che stiamo per fare il
grande passo,
perché lo vogliamo, perché abbiamo bisogno di andare avanti e iniziare
un nuovo
capitolo della nostra fottutissima vita perfetta.
Senza
risponderle, mi volto e accendo la luce dell’abatjour per poi alzarmi e
aprire
l’armadio. Sento nitidamente Alessia che si mette seduta e che mi fissa.
Afferro la
scatolina dell’anello e torno accanto a lei.
Non oso
guardarla negli occhi, quindi non saprei dire quale sia la sua
reazione, e
nemmeno se sia morta sul colpo.
<< È
questo il motivo del mio silenzio. L’ho comprato qualche giorno fa;
appena l’ho
visto non ho fatto altro che immaginarmelo al tuo dito e… e non lo so.
So solo
che doveva essere tuo e so benissimo che… che se te lo facessi vedere
tu
scapperesti. So che… non vuoi sentir parlare di matrimonio. È già stato
abbastanza complicato farti capire che eravamo pronti ad andare a
vivere
assieme. Ma alla fin fine… con te è stato tutto complicato. >>
Sorrido
lievemente, continuando a guardare la scatoletta tra le mie mani.
<< Non è
stato facile darti il primo bacio, perché avevamo entrambi paura di
rovinare
quel poco di bello e prezioso che avevamo creato pur essendoci visti
pochissime
volte. È stato complicato fare l’amore la prima volta, un po’ perché
era la tua
prima volta, un po’ perché in un certo senso lo era anche per me… era
la prima
volta che facevo l’amore con una ragazza e sapevo che quello avrebbe
cambiato
tutto quanto. Con te è difficile litigare, mentirti, istigarti per
farmi dire
le cose e soprattutto ottenere delle risposte. Amo la tua tenacia… sei
riuscita
a laurearti in tempi ancora più brevi di quelli che avevi deciso, hai
trovato
lavoro facilmente e soprattutto fai quello che hai sempre desiderato…
tu vai
avanti a testa alta, ti mostri forte, sveglia e impeccabile ma hai
paura di
tante cose. Come tutti. D’altronde anche tu sei umana… ma questo…
>> Dico
finalmente alzando la sguardo e stringendo maggiormente il cofanetto.
<<
Questo non dovrebbe farti paura. Perché sono io a dartelo, perché qua
dentro
c’è un altro piccolo pezzo del mio cuore, proprio come quello che hai
attaccato
al collo, che ti ho regalato oramai tanto tempo fa. >>
Alessia si porta
una mano alla bocca e trattiene a stento un singhiozzo, non fiata ma
accarezza
lievemente la collana a forma di chiave che le ho regalato quando ci
eravamo
messi da poco assieme. Non se l’è mai tolta, come io ho ancora addosso
il
lucchetto.
<< So… che
probabilmente non mi risponderai. So… che probabilmente vorresti
picchiarmi e
insultarmi perché ti sto facendo perdere del sonno ma… ti amo e ho
bisogno di
farti vedere questo anello e ho bisogno di chiederti se vuoi diventare
mia
moglie, perché lo desidero con tutto me stesso. >> Oramai le
lacrime sono
scappate dai suoi occhi, purtroppo non fa incontrare i nostri sguardi,
ma posso
riprendere un minimo a respirare,o almeno lo faccio quando una sua
piccola mano
ghiacciata si posa sulla mia, quella che contiene la custodia
dell’anello.
<< Sai
benissimo che non potrei mai dirti di no. Anche se la paura è così
tremenda e
profonda che è difficile da spiegare. >> I suoi occhi incontrano
finalmente i miei e un sorriso nasce sulle nostre labbra. << Ti
amo,
Gigi. Ti amo così pazzamente che ti sto dicendo di sì anche se la
domanda vera
e propria non me l’hai ancora fatta. Ti sto dicendo di sì, anche se
l’unica
cosa che la paura vorrebbe farmi fare, sarebbe girarmi e rimettermi a
dormire,
perché sono le quattro di mattina. >>
Una risata
incontrollata abbandona le mie labbra e Alessia stringe la mia mano e
si
avvicina in ginocchio a me.
<< Stai
dicendo sul serio? >> Glielo chiedo fissandola negli occhi, con
la
speranza nel cuore e i battiti a mille.
<<
Dicendo… cosa? >> Mi stuzzica con un sorriso dolcissimo.
<< Stai
accettando questo anello? Diventerai mia moglie? >> Le sue
braccia si
posano sulle mie spalle e con un movimento del capo, sposta i capelli
da
davanti il suo bellissimo viso.
<< Penso
che se ti dicessi di no… me ne pentirei per tutta la vita. E poi non
sarebbe la
cosa che vorrei… io voglio…
diventare tua moglie, se questa è l’unica cosa che riesce a farti avere
quel
sorriso da bambino che hai proprio adesso. >> Inutile dire che le
salto
addosso, facendola ridere. L’anello può aspettare, prima dobbiamo
assolutamente
festeggiare.
<< Ehi,
amico! >> Lorenzo si volta confuso verso di me e mi guarda con un
punto
interrogativo sul volto. Gli faccio segno di avvicinarsi, e il piccolo
lo fa.
Siamo nel
salotto di casa sua, ma non sembra molto tranquillo a girarmi attorno,
almeno
non al momento. E posso anche capirlo, sarà da dieci minuti che sono in
casa
sua con un sorriso ebete e non ho ancora detto nulla a nessuno. Alessia
si
trova in cucina con Elise e io sono qui… qui con il piccolo.
<< Cosa
succede, zio? E perché parli così piano? >> Il mio sorriso si
espande e
noto i suoi sgranarsi leggermente. Questo bambino ha decisamente il
viso di
Elise. E soprattutto ha le sue espressioni, è… allucinante.
<< Vuoi
saperlo un segreto? Lo sarà ancora per poco, ma vorrei che tu fossi il
primo.
>>
Lorenzo si rilassa
e si viene a sedere accanto a me, lasciando sua sorella che gioca
tranquilla
sul tappeto ai nostri piedi.
<< Spara.
Adoro i segreti. >>
<< Io e
zia Ale ci sposiamo. >> Il piccolo spalanca la bocca.
<< E non
lo sa nemmeno papà? >> Ridacchio.
<< Già. Volevo
che fossi il primo. >>
<< Grazie,
zio Gigi… è stato un bel regalo di Natale. >> Dice abbracciandomi.
<< Oh no,
piccolo, il tuo vero regalo si trova sotto l’albero ma diciamo che puoi
considerarti fortunato e dire di aver ricevuto un doppio dono. >>
Gli
faccio l’occhiolino per poi riportarlo tra le mie braccia.
<< Sono
contento. >> Già, piccolino, siamo in due.
Lo penso, ma non
lo dico… penso che il mio sorriso ebete sia più che significativo.
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