Il professore parla, sta spiegando i libri che dovremmo leggere durante
le vacanze estive.
Non lo sto ascoltando, sono all'ultimo banco e sono accovacciata ad
ascoltare la musica con il mio ipod.
Il prof si agita spiegando, facendo gesti e alzando la voce.
"Come è teatrale" penso, ma è normale, oltre a
insiegnare italiano fa teatro il pomeriggio.
Mancano 10 minuti alla campanella che separa la scuola alle tanto
aspettate vacanze di estate, che simboleggiano la fine di un'altro anno
scolastico e l'avvicinamento a finire questa benedetta scuola.
Tutti miei amici, come tutti i ragazzi in generale, andranno a
festeggiare sulla spiaggia difronte alla scuola, un pò come
sfidare la scuola e gioire del suo termine.
Io invece andrò dritta a casa a finire di fare la valiggia.
Quindi mentre tutte festeggeranno, io sarò su un treno con
distinazione Quarto (Napoli) a casa della mia migliore amica.
Passerò le vacanze da lei. Sarà una convivenza
lunga.
Iniziamo a alzarci dalle sedie e a prendere le borse perennemente sul
banco, malgrado i professori che cercano di farceli togliere.
Abbasso la musica e mi tolgo una delle due cuffie.
Spero solo che non facciano i gavettoni d'acqua come ogni anno, non ci
tengo a tornare a casa zuppa e a cambiarmi prima di partire.
Finalmente suona, usciamo dalla classe, tutti urlano, si agitano,
corrono per le scale, già pronti ad impugnare le loro
bottigliette con l'acqua.
Esco dal portone e c'è gente già zuppa.
Saluto calorosamente le mie migliori amiche e mi iccamino verso la
fermata del pulman dove mi aspetta mio fratello con la macchina.
Salgo e chiudo lo sportello, mipo fratello parte e io abbasso il
finestrino e agitando la mano con un bel sorriso stampato in faccia,
saluto le ultime persone.
Appena superata tutta quella folla mio fratello rialza la voce dello
stereo. Si sta ascoltando il suo mito "Salmo", secondo me sono un
rapper italiano di basso livello.
Mi rimetto l'altra cuffia e metto il volume del mio ipod al massimo per
non sentire quello scempio alla musica.
Per tutto il tragitto ascolto la musica e sento i miei capelli
trasportati dall'aria che entra dal finestrino della macchina.
"Che sensazione rilassante" penso tra me e me chiudendo l'occhi.
Arriviamo a casa e scendo dalla macchina. Mi fiondo subito dentro
entrando dalla porta-finestra aperta in cucina.
C'è mio padre che cucina.
-ciao papi- mi avvicino dandogli un bacio veloce sulla guancia.
-ciao- indaffarato ai fornelli risponde -dai mangiamo veloce che tra
mezz'ora ti accompagno dalla stazione.
-ok- rispondo urlando mentre fiondo il mio zaino sul pavimento del
salone, ritorno in cucina e mi sedio mentre mio padre mette i piatti in
tavola.
Mangiamo molto velocemente, ad un tratto mi inizia a vibrare il
telefonino. Leggo in nome, è Maria la mia migliore amica.
-Pronto- rispondo mentre ingoio il boccone di spaghetti che avevo in
bocca.
-Amò hai fatto la valiggia? sei pronta? tra quanto vai a
prendere il treno?- vengo inondata dalle domande di Maria.
-Amo sto mangiando, comunque si mi mancano poche cose da mettere
dentro. E comunque tra mezz'ora vado in stazione.- rispondo
-okok ti chiamo dopo allora, buon appetito- mi risponde riattacando.
Finisco di mangiare e corro per le scale andando in camera mia dove
c'era la valigia semifatta.
Faccio mente locale e cerco di ricordare se mi sono dimenticata di
mettere qualcosa in borsa. Mancano solo i trucci. Praticamente mi sono
portata tutto l'armadio sapendo che Maria ogni giorno si sarebbe messa
le mie cose. Dice che i miei vestiti hanno più stile dei
suoi.
Faticosamente chiudo la valiggia e trabbalante cerco di portarla fino
giù.
-O madonnina adesso cado dalle scale- escalmo oscillando sempre un
pò di più ad ogni scalino. Arrivo in salone e
mollo la valigia.
-sei pronta?- dice mio padre prendendo le chiavi di casa.
-si, prendo solo un'attimo i trucchi- mi dirigo in bagno e prendo tutta
la truss.
-Andiamo- urla mio padre già fuori andando verso l'auto.
-eccomi- dico mettendo la truss nella borsa e prendendo il mio telefono
e il mio santo Ipod. -Ciao bro- saluto urlando a mio fratello che stava
sopra.
-Ciao- urla anche lui.
Esco da casa con tutto in mano, perfortuna che papà ha
già messo la valiggia nel porta bagagli.
-ma c'è una persona morta in quella valiggia?- chiede
ironicamente entrando in macchina e chiudendo il suo sportello.
-si- rispondo guandandolo e fancendo un sorriso.
-mi fa piacere- mette in moto ridendo, apre il cancello e parte.
Mi metto con la musica fino a quando non arriviamo mezz'ora dopo alla
stazione centrale di Latina.
Faccio il biglietto e vado al binario 2 come ogni volta.
Mancano 5 minuti all'arrivo del treno e si sente una voce "Si Avvisa
che il treno intercity proveniente da Roma e diretto a Napoli delle
16:07 è in arrivo al binario 2, allontanarsi dalla striscia
gialla".
Lo vedo che si avvicina e si ferma. Entro e mi giro per prendere la
valigia che gentilmente mio padre mi passa.
-Stai attenta e chiamami quando arrivi- mi dice mio padre mentre lascia
la valigia nelle mie mani.
-Si pà, ci sentiamo dopo ciao. Ti voglio bene- dico
guardandolo.
-Anch'io- risponde mentre le porte di chiudono.
Non è molto affollato oggi il treno. Vedo il biglietto e
vedo il numero del mio posto. Lo trovo. Non c'è nessuno
vicino e mi siedo. "Meglio così" penso.
Bhe, eccoci qui.
Alzo la musica al massimo e guardo fuori dal finestrino.
Diamo inizio a questa lunga estate.
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