Gelato

di Teal Eyes
(/viewuser.php?uid=205811)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



« Gelato »


Un tardo pomeriggio dei primi di Marzo, il vento soffiava tra i boccioli e lasciava andare qualche petalo di fiori già schiusi. Il freddo era ancora pungente a quei tempi e il cielo incominciava ad imbrunire coi colori della sera. I rami degli alberi donavano teatralità alla strada, si intrecciavano fra loro in modo spettrale. Gli uccelli volavano per l'ultima volta prima di ritornare ai nidi, ma un merlo nero, in quel tardo pomeriggio dei primi di Marzo, rimaneva sul bordo della strada consumata. Saltava centimetro dopo centimetro accanto a qualcosa. Intanto il cielo si tingeva di linee rosa. 
Il merlo dal piumato nero saltava accanto ad un cadavere di merlo dalle sfumature più marroni. Questo piccolino stendeva supino con le zampe rannicchiate al corpo ormai inerte.
Doveva essere la sua sposa, del merlo nero. Ma ora non era più nulla, solo un oggetto inanimato. Tutto e niente. Tutto per il ricordo che viveva nel merlo nero. Niente per la sua vita. Forse il freddo ha agito del suo meglio, forse un automobile. Forse.
Il merlo nero insisteva, la chiamava. 

Perché non ti alzi?

Intanto nel cielo era sparito il rosa per fare spazio al più intenso degli azzurri, al blu crepuscolo. Il sole era appena tramontato.
Come il merlo nero resta accanto alla sua sposa nel tardo pomeriggio dei primi di Marzo, il vento resta accanto al merlo nero fino alla fine. Per raggiungere la sua sposa. 


©





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2508468