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Finalmente amore
Finalmente
amore
Nota
dell'autrice: Questa è una delle mie primissime fanfction, scritta ormai
non so quanti anni fa, quando ero ancora giovane:)
Non è
che ci sia particolarmente legata, anche perchè la mia visione di Pan e Trunks
negli anni è molto maturata, insieme all'esperienza nello scrivere. Tuttavia, a
grande richiesta, visto l'apprezzamento che c'è stato nel web, non posso che
farla ospitare anche su EFP...
Buona
lettura.
Trunks si voltò
verso la finestra. Ecco, quella era proprio una delle volte in cui avrebbe
voluto fuggire dal suo ufficio.
“Allora, signor
Presidente, vogliamo finire quest’intervista?” chiese gentilmente la giovane
e bella giornalista, seduta di fronte a lui dalla parte opposta della scrivania.
“Oh,
certo, signorina, continui pure” rispose lui in modo educato, ma lasciando
intravedere nel suo volto un’espressione un po’ annoiata.
“Ecco,
signor Brief, fino ad ora abbiamo parlato del suo lavoro e della Capsule
Corporation… Ma le mie lettrici più che al business sarebbero interessate a
sapere qualcosa di più…come dire… personale…”.
“
Come prego?” chiese Trunks con un filo di nervosismo, cominciando già ad
intuire il tipo di domande che intendeva rivolgergli.
“Vede…Loro
vorrebbero sapere se lei, in questo momento, è single…” chiese la donna con
leggera malizia.
“Mi
scusi, ma non sono affari che vi riguardano”.
“Ok,
ma ultimamente è stato visto a cena con varie donne, c’è per caso del tenero
con qualcuna di loro?”.
“
No, signorina, no. Erano solo rapporti d’affari, o semplici conoscenze”.
“
Certo, certo, ma sappia che lo scapolo d’oro del momento dovrà scegliere,
prima o poi!”.
Quella
frase risuonò nella testa di Trunks come una campana. Scapolo d’oro… scegliere… Ormai i giornali di pettegolezzi non parlavano d’altro.
Intere pagine con foto sue scattate da paparazzi impertinenti che facevano a
gara, continuamente e inesorabilmente, ad attribuirli una nuova fiamma. E sopra,
i titoli a caratteri cubitali che dicevano: “ CHI SARA’ LA NUOVA FIRST LADY
DELLA CAPSULE CORPORATION?”.
“Ripeto
che la mia vita privata non la riguarda affatto” disse Trunks un po’
alterato per l’eccessiva insistenza della giornalista.
“E
va bene, signor Brief…Come vuole! Abbiamo finito!” concluse la donna
alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lui, che si preparava ad accompagnarla
alla porta. “ Comunque, questo è il mio biglietto da visita… Mi chiami se
ha voglia di distrarsi un po’, sono sicura che non se ne pentirà…” disse
sensualmente, passandogli la mano lungo il petto e porgendogli il biglietto.
“Ci vediamo!”.
Trunks
rimase in silenzio, impassibile ma inevitabilmente imbarazzato. Guardò la donna
allontanarsi, e appena questa uscì dalla porta tirò un sospiro di sollievo.
Era impressionante: per tutto il tempo dell’intervista si era sentito quasi in
gabbia… Già, come un leone ammansito da una giornalista ficcanaso decisa a
scavare nei fatti suoi… o forse, ancora peggio, da una donna che ci stava
provando spudoratamente…
Non
pensava che le donne fossero arrivate a fargli quell’effetto. Ma tutte quelle
con cui aveva avuto a che fare, sembravano interessate a lui solo per i soldi o
per andarci a letto… A molte importava solo potersi vantare di aver avuto una
storia con Trunks Brief, il rampollo della famiglia che gestiva una delle
aziende più famose del pianeta. Che squallido… Lo amavano non per quello che
era, ma per ciò che rappresentava. Non amavano Trunks Brief, ma il presidente
della Capsule Corporation.
Era
stufo di tutto questo, veramente stufo. Neanche lui riusciva a provare niente
per nessuna di loro… Avrebbe voluto veramente volare via, via dai suoi
impegni, dalla sua posizione. Da tutto.
“Bentornato
Trunks!” Lo salutò Bulma appena lo vide rientrare in casa. “Come è andata
oggi a lavoro?”.
“Come
al solito” rispose Trunks togliendosi la giacca ed allentandosi la cravatta,
mentre si gettava stanco sulla poltrona. “ Più una giornalista rompiscatole
che gioca a fare Sherlock Holmes con la vita privata della gente”.
Bulma
sorrise, avvicinandosi al figlio da dietro la poltrona e appoggiandogli
affettuosamente le mani sulle spalle.
“Credevo
che ormai ti fossi abituato a tutto questo”.
“Già,
ma non è così facile, mamma…”.
“Lo
so, tesoro. Ma vedi, nessuno può portarti via la tua vita, la tua personalità…Quello
è soltanto il tuo lavoro”.
“Sai
che non mi piace essere un personaggio pubblico. Io voglio solo essere me
stesso, essere solo Trunks”.
“Ma
certo che lo sei, tesoro, per le persone che ti vogliono bene è così”.
Bulma
fece per uscire dal salone, quando si ricordò di una cosa importante che doveva
dirgli.
“Ah,
Trunks, dimenticavo! Stasera ho organizzato una cena con tutti quanti i nostri
vecchi amici. Non voglio mica che ci vediamo solo quando è in pericolo il
nostro pianeta!”
“Certo,
mamma, hai ragione, hai avuto davvero una bellissima idea!”.
Trunks
sorrise. Era proprio quello di cui aveva bisogno. Una piacevole serata tra
amici, insieme alle persone con cui si trovava veramente a suo agio, e con cui
avrebbe dimenticato, almeno per una sera, tutti quei pensieri che gli ronzavano
per la testa.
Si
vedevano così raramente ormai, che sembrava un secolo dall’ultima volta che
si erano ritrovati tutti insieme… Era poco dopo la partenza di Goku, circa 3,
4 anni prima…
Presto
arrivò l’ora di cena. Bulma aveva appena finito di preparare tutto, e ora era
intenta a sistemare la lunga tavolata, addobbata come nelle grandi occasioni.
Vegeta se ne stava in un angolo ad aspettare in silenzio, mentre Bra era intenta
a finire di darsi lo smalto alle unghie.
Trunks,
appena rimesso al mondo da una doccia rilassante, scese da camera sua proprio
mentre suonarono alla porta.
Fu Bulma, naturalmente, a fare gli onori di casa, e
immediatamente la stanza si riempì di volti e voci di vecchia conoscenza…
Crili, con C18 e Marron, Gohan, con Videl e Pan, Chichi e Goten, Yamcha, Ub e Mr
Satan. Una piacevole sensazione di familiarità invase tutti quanti: essersi
ritrovati lì, tutti insieme, come ai vecchi tempi, come una grande famiglia…
“Oh,
quanto tempo, cara!” esclamò Chichi abbracciando Bulma. “Abbiamo fatto bene
a ritrovarci, stasera, volevamo forse aspettare di essere vecchie decrepite?”
Trunks
si avvicinò a Goten, dandogli una pacca sulla spalla. “Allora, vecchio mio,
come va?”.
“Ciao
Trunks! Alla grande, e a te?”.
“Non
c’è male… Solo un po’ di stress per lavoro”.
“E
dai, amico, rilassati! Piuttosto, a donne come sei messo?”.
“Per
carità, Goten, non parlarmi di donne!” esclamò, avviandosi a salutare tutti
gli altri.
Mancava ancora
qualcuno. Si guardò intorno, per cercarla con gli occhi.
Eccola là, stava
parlando con sua madre. Accidenti, com’era cresciuta…
“E
così, tesoro, ora hai 18 anni” le diceva Bulma. “Mamma mia, come ti sei
fatta grande!”.
Pan
sorrise, poi vide Trunks che si stava avvicinando. Il suo volto sembrò
illuminarsi.
“Trunks!”
esclamò. “Ciao!”.
“Ciao,
Pan”.
Era
abituato a salutarla scompigliandole affettuosamente i capelli, o con qualche
dispettoso pizzicotto o minaccia di solletico, ma si rese conto che non era più
così piccola per quei gesti infantili. Si limitò a sorriderle, e prima che
potesse dirle altro, arrivò Bra che si precipitò a salutarla.
La
serata continuò con il buffet, ampiamente gradito da tutti.
Trunks
si stava versando un bicchiere d’acqua, quando da dietro si sentì tirare la
camicia.
“Ehi?”
disse Pan alle sue spalle.
Trunks
si voltò e le sorrise.
“Ma
guarda chi c’è, questa bella signorina!” rise affettuosamente.
Pan
arrossì leggermente.
“Allora…Anche
tu mi trovi cresciuta?”.
Altroché
se era cresciuta. Era una ragazza fatta, ormai. E non potè evitare di ammettere
a se stesso che… era cresciuta proprio bene.
“Certo,
Pan! E tu, dimmi, mi trovi invecchiato?”.
Pan
lo guardò indecisa, come per prenderlo un po’ in giro.
“Sì,
forse un pochino…”.
“Ah
sì eh? Molto gentile, grazie davvero! E io che ti stavo facendo anche dei
complimenti…” disse Trunks facendo il finto arrabbiato.
“Ma
no, sto scherzando! Sei il solito Trunks di sempre…quello che avevo un sacco
voglia di rivedere!”.
Trunks
sorrise. Quelle parole lo fecero sentire immensamente meglio. Dopo quella
interminabile e opprimente giornata, sembrava aver cominciato a ritrovare quelle
certezze che pensava perdute per sempre.
“Anch’io
sono contento di rivederti, sai” disse dolcemente.
Conosceva troppo bene Pan,
e nei suoi occhi vide chiaramente la sua stessa voglia di fare quattro
chiacchiere insieme, come ai vecchi tempi.
“Senti…
Sto andando sul terrazzo a prendere un po’ d’aria, che ne dici di venire con
me?”.
“Ok,
buona idea!” rispose Pan entusiasta, consapevole ormai come Trunks, da sempre,
riuscisse a leggerle nel pensiero.
Uscirono
sul terrazzo. Era una calda sera d’estate, con il cielo stellato e la luna
piena. Trunks la invitò a sedersi accanto a lui.
“Allora,
Pan, che mi racconti di bello?”.
“Niente
di speciale… Studio, vado in palestra, mi alleno con papà o con lo zio
Goten…”.
Com’era
carina, pensò Trunks. Era la solita Pan, la ragazzina con cui aveva passato
quella lunga avventura nello spazio, la ragazzina monella e un po’ maschiaccio
che certe volte gli faceva perdere la pazienza, la ragazzina a cui non aveva
potuto fare a meno di affezionarsi…
Ora
però era più grande, più matura, e ancora più carina…
“E
a te, Trunks, come va?” gli chiese lei.
“Così
e così…”.
“Come?
Il presidente della Capsule Corporation che si lamenta? Non ci credo!”.
“Purtroppo
non basta, sai… Voglio dire, il denaro, il successo, la notorietà…non sono
tutto nella vita e non bastano a farti felice…”.
Trunks
non sapeva perché stesse parlando di tutto questo a Pan. Si sentì stupido, non
aveva intenzione di annoiarla con i suoi problemi.
“Lo
so, Trunks. Ti conosco e so che a te tutto questo non importa”.
Trunks
le sorrise. Anche lei, a quanto pare, lo conosceva altrettanto bene. Sembrava
che il tempo non fosse mai passato…
“Ma
dimmi, Pan” iniziò Trunks per cambiare discorso. “E con i ragazzi come va?
Scommetto che hai già il fidanzato!”.
“Io??
No, no…” rispose Pan, leggermente imbarazzata.
“Dai,
non dirmi che una ragazza carina come te non ha la fila dietro!”.
“Guarda
che non sono mica come tua sorella, che tutti le muoiono ai piedi! E poi…i
ragazzi con cui esco dopo un po’ se la danno a gambe…”.
“Cosa?
E come sarebbe scusa?”.
“Su
Trunks, non fare il finto tonto, è il mio solito problema! Appena si rendono
conto del mio carattere e della mia forza, preferiscono non avere niente a che
fare con me…”.
Trunks
la guardava stupito. Guardava il suo volto velato da una lieve amarezza. Beh,
non era l’unico ad avere problemi, quindi. Erano problemi di tipo diverso,
naturalmente, ma che evidentemente le creavano un complesso non indifferente.
Chissà
cos’era meglio… Essere voluti per quello che non sei, o non essere voluti
per quello che sei…
Almeno
Pan non aveva paura di essere se stessa. Se quei ragazzi non la volevano, voleva
dire che non la meritavano.
Ma come facevano a scappare da lei? Come facevano a
scappare da una creatura così bella? Bella dentro…e bella fuori… Lui invece
stava così bene in sua compagnia, sembrava che tutti i suoi problemi, tutte le
sue ansie, tutte le sue preoccupazioni si fossero volatilizzate. Con lei lì
accanto, con quegli occhioni scuri che, nonostante gli anni trascorsi, avevano
la medesima espressività e la stessa dolcezza di sempre, Trunks si sentì a
casa. Sì, a casa…
“Purtroppo
non sono una ragazza come tutte le altre” continuò lei con lo sguardo basso.
“Tu
non sei come le altre perché sei speciale” le sussurrò Trunks con un sorriso
rassicurante. “E poi sai, posso capirti. Anche io sono un Sayan, e noi amiamo
l’avventura, la libertà, la spontaneità… E credimi, per me non è stato
facile limitare tutto questo e fare il buon presidente, incaricarmi di mille
responsabilità e stare sempre attento che tutto quadri perfettamente… Ecco
perché qualche anno fa scappavo spesso da lavoro!”.
Pan
rise divertita. Sul suo volto triste era tornato un radioso sorriso.
“Già,
me lo ricordo! Ma sono sicura che adesso te la sei presa comoda e scommetto che
non ti alleni neanche più!”.
Trunks
annuì.
“Purtroppo,
con il lavoro e tutto il resto, non ci dedico più molto tempo…”.
“E
dai!” esclamò Pan colpendolo sulla spalla. “Non inventare scuse! Domani ci
vediamo e combattiamo un po’, che ne dici?”.
Trunks
rimase qualche secondo in silenzio, a guardarla, sorpreso dall’improvvisa
proposta che gli era stata fatta. Ma perché poi avrebbe dovuto essere sorpreso?
Qualche anno prima si allenavano così spesso insieme…
“Pan!
Dove sei??”. La voce di Videl veniva forte dal salone. “Dobbiamo andare!”.
“Arrivo,
mamma!” rispose Pan. “Allora, Trunks, ci stai?”.
“E
va bene” rispose lui alla fine. “Tanto domani non vado a lavoro, così
volo verso casa tua e ci battiamo”.
“Ok,
allora… Ti aspetto!” e lo salutò con un bacio sulla guancia. Ancora una volta,
era come se il tempo non fosse passato.
“E’
stata una serata molto piacevole, non è vero tesoro?” chiese Videl al marito
mentre stavano tornando a casa, in auto.
“Hai
ragione, cara, siamo stati proprio bene!” confermò Gohan. “E tu, Pan, ti
sei divertita?”.
“Sì,
papà, molto” rispose la ragazza dal sedile posteriore, con lo sguardo fuori
dal finestrino.
Aveva
il sorriso sulle labbra. Era contenta, perché dopo tanto aveva rivisto tutti. E
soprattutto per Trunks. Aveva spesso pensato a lui, nel periodo in cui non si
erano visti. E le era mancato da morire…
Da
quando erano tornati dallo spazio, le sembrava così strano alzarsi la mattina
senza vederlo vicino a lei, senza mangiare con lui, senza poter scherzare e
ridere insieme… Senza condividerci tutto, nel bene e nel male. La sua mancanza
si era fatta sentire più di quanto avesse potuto immaginare. Ed ora che si
erano ritrovati, capì che non voleva perderlo di nuovo.
“Che
fai ancora là fuori, Trunks!” chiese Vegeta al figlio, vedendolo ancora
affacciato al terrazzo, a festa ormai finita.
“Oh,
niente, papà… Si sta così bene, qui…”.
Vegeta
lo scrutò attentamente. Conosceva suo figlio come le sue tasche, ormai, e notò
che il suo volto era sorprendentemente più rilassato, meno teso rispetto agli
ultimi giorni.
“Sei
stato quasi tutta la sera con Pan, vero?”.
“Sì,
papà. Era così tanto che non la vedevo…” rispose Trunks, con un sorriso,
mentre fissava l’immensità del cielo stellato che si ergeva sopra di lui.
Vegeta
rimase qualche secondo ad osservarlo. Non riusciva a capire come quella
ragazzina avesse il potere di far star bene suo figlio. Da sempre…
“Sai,
domani mi ha invitato a casa sua per allenarci insieme” riprese Trunks.
“Cosa?
E tu hai accettato?”.
“Certo.
Perché non avrei dovuto?”.
“Non
è possibile… Io è da mesi che te lo chiedo, e tu rifiuti sempre!” brontolò
Vegeta, andandosene scuotendo la testa, incredulo.
Il
giorno seguente era una splendida giornata, con il sole alto in mezzo al cielo.
Trunks
stava per arrivare. Atterrò a pochi passi da casa Son, e si avvicinò alla
porta per bussare. Ma d’un tratto percepì qualcuno dietro di lui.
“Sono
qui Trunks, non dirmi che non riconosci più la mia aura!”.
Trunks
si voltò. Pan era già lì fuori, ad aspettarlo, in tenuta da combattimento.
Indossava un top corto e attillato…
Trunks rimase a fissarla per un po’,
notando l’evidenza delle sue curve sotto a quell’abbigliamento…il seno
cresciuto, la vita sottile, i fianchi perfetti… Oh Dio, com’era cambiata
dall’ultima volta…
“Trunks?
Che fai? Aspetti che le mosche ti entrino in bocca??” rise Pan, vedendo
l’amico imbambolato a bocca aperta.
“Eh?
No, no, scusami!” balbettò lui un po’ imbarazzato. Non aveva potuto fare a
meno di notare che il suo esile fisico da ragazzina si era trasformato in uno
stupendo corpo da donna.
“Sei
molto carina stamattina, lo sai Pan?” ammise Trunks, superato l’imbarazzo.
Pan
lo guardò timidamente, arrossendo. Diceva sul serio? Pochi istanti prima,
quando lo aveva visto fissarla con tale attenzione, era perché la trovava
attraente? Che sensazione strana…Non avrebbe mai immaginato che Trunks potesse
vederla sotto questa luce…
“Beh,
che fai, prendi in giro?” chiese Pan, cercando di riprendere un atteggiamento
di indifferenza.
“Niente
affatto, è la verità! Ti da fastidio che te lo dica?” chiese Trunks,
rendendosi conto che quel complimento inaspettato da parte sua stava mettendo in
imbarazzo entrambi.
“No,
no” rispose Pan con voce spezzata. “Comunque” riprese decisa “Adesso
devi vedertela con me, mio caro!” esclamò la ragazza con aria di sfida, dopo
aver allontanato definitivamente quella momentanea sensazione di imbarazzo.
Trunks
la guardò divertito. Ecco la Pan che conosceva. In questo, non era cambiata di
una virgola. Sapeva ancora tirar fuori grinta ed energia come nessun altro.
“Non
vedo l’ora!” sogghignò con lo sguardo minaccioso tipico di suo padre, in un
inutile tentativo di farle paura. “Avanti, ragazzina, fatti sotto se hai il
coraggio!”.
“Bene,
non aspetto altro, seguimi!”.
Pan
volò verso la collina dove di solito si allenava con suo padre, seguita da
Trunks.
“Avanti,
bello, che aspetti ad attaccare?” gridò, con aria di strafottenza.
“Prima
le signore, prego!” scherzò Trunks, indicandola con un cenno tipico di un
galantuomo.
“Che
scemo che sei!” rise Pan divertita. “Non lo sai che in combattimento non
contano le galanterie?”.
“Come,
non apprezzi che ti conceda un po’ di vantaggio?” continuò Trunks. Si stava
divertendo troppo a farla arrabbiare.
“Che?
Io non ho bisogno di vantaggio! Sei tu che sei solo un vigliacco!” gridò Pan.
Anche lei provava un estremo gusto a stuzzicarlo, per vedere fino a che punto il
suo carattere calmo e tranquillo non avrebbe lasciato il posto alla furia.
“Come
vuoi, allora! Ma te ne pentirai!” esclamò Trunks lanciandosi contro la
ragazza, a pugno chiuso.
Ma
improvvisamente, Pan era scomparsa.
“Cosa?
Ma dov’è finita?” si chiese Trunks sconcertato.
“Sorpresa!!”
si sentì gridare da dietro. Non fece in tempo ad attaccarla che Pan gli sferrò
un forte pugno sull’addome.
“Aaahhh!!”
gridò l’uomo, colto di sorpresa, mentre la ragazza rideva divertita.
“Questa
me la paghi, Pan!” esclamò, attaccandola con una serie di pugni e di calci,
mentre lei si difendeva senza problemi e contrattaccava.
"Tutto
qui quello che sai fare? Mi deludi, sai!".
"Ti
conviene smetterla di provocarmi!".
"Oh,
che paura! Guarda che non mi spaventi affatto, sei completamente fuori
allenamento!".
"Non
del tutto, per tua sfortuna!".
"E
allora prendi questo!" gridò Pan mentre lo sorprendeva ancora con un
calcio sul volto.
"Ohi!!!"
urlò lui tenendosi la guancia con la mano, mentre la ragazza se la rideva a
crepapelle.
Trunks
divenne furioso.
"Ok,
l'hai voluto tu!" esclamò, e le si precipitò contro, colpendola con
estrema forza e scaraventandola violentemente a terra.
Pan
scivolò sul terreno per alcuni metri.
"Oh
Dio, ma che ho fatto??" gridò Trunks mentre correva verso la ragazza stesa
a terra. "Pan, scusami, non volevo farti male!".
Pan
aprì gli occhi, mentre un sorriso si allargava sul suo volto.
"Ma
che male, scemo! Non mi sono fatta niente!".
Trunks
si sentì sollevato. L'idea di averle potuto fare anche un semplice graffio lo
uccideva... Ma chi poteva fare niente a quella ragazza!
Casualmente
il suo sguardo cadde sul top che le si era strappato dopo la violenta caduta. Il
suo seno era in parte scoperto... Per un momento Trunks si sentì mancare il
respiro...
"Mi
spieghi cosa stai guardando, pervertito??!" brontolò Pan, fosforescente,
accortasi di avere gli occhi azzurri del Sayan fissi sulle sue grazie. Ancora
una volta...
"Io?
Niente... Stavo solo controllando se eri ferita...".
Ma
subito si rese conto di non poter inventare scuse per la sua debolezza. Era
così strano, d'altra parte, essere ammaliati da una bella ragazza? Beh, un pò
sì, quando quella ragazza era Pan...
I
due si guardarono e scoppiarono in una risata amichevole. Tutto era già tornato
come prima...
"Guarda,
sono tutta sporca di terra!" esclamò Pan, rialzatasi e guardandosi
addosso. "Che ne dici di andare a farci un bagno al lago qui vicino?".
"Buona
idea! E' una giornata così calda, oggi, che una bella rinfrescata è proprio
quello che ci vuole!".
I
due volarono verso il laghetto, un tranquillo specchio d'acqua ombreggiato dagli
alberi che si innalzavano tutto intorno.
"Ah,
che peccato, non ho portato il costume da bagno!" esclamò Trunks.
"Ehi, piccola, non è che ti scandalizzi se mi metto in boxer?".
"Figuriamoci!
Come se durante il viaggio nello spazio non ti avessi mai visto in
mutande!" replicò Pan, adirata soprattutto per il fatto che l'aveva
chiamata piccola.
Trunks
sapeva che l'aveva vista molte volte, ma allora era poco più di una bambina.
Era tutto così diverso ora, le cose che prima erano così naturali adesso
diventavano enormemente complicate... D'altronde, non era più così piccola
come l'aveva appena chiamata...
L'uomo
si tolse i pantaloni e si sfilò la maglietta.
Pan
si girò timidamente verso di lui. Oh, mamma, era ancora meglio di come se lo
ricordava... Quel fisico scolpito e perfetto, quei muscoli così tonici e
forti... Un brivido le percorse la schiena... Non potè fare a meno di guardarlo
dalla testa ai piedi, e poi ancora una volta...
"Bene"
disse, appena tornò in se. "Neanche io ho il costume...pazienza..." e
si sfilò i pantaloncinii, rimanendo solo con un paio di mutandine nere
e quello che restava del suo top.
Si
sentiva molto a disagio al pensiero che sicuramente, in quel momento, gli occhi
di lui erano fissi su di lei... Era così strano, non si era mai vergognata di
Trunks, eppure ora sapeva che lui la guardava in quel modo nuovo che la
imbarazzava così tanto ma che, allo stesso tempo, le piaceva da impazzire...
"Avanti,
che aspettiamo a tuffarci?" esclamò, gettandosi in acqua con l'agilità di
una sirena. "Dai, Trunks, che cosa aspetti! L'acqua è caldissima!"
gridò, vedendo che il Sayan non si decideva ad entrare in acqua. "Su,
sbrigati!" continuò, iniziando a schizzarlo tra le risa.
"Sei
la solita dispettosa, Pan!" rise Trunks, mentre si tuffava finalmente in
acqua.
La
ragazza sorrise divertita. Ma dov'era finito Trunks? Perchè non tornava a
galla? Pan cominciò a preoccuparsi.
"Trunks!
Dove sei? Dai, così mi fai paura...esci fuori!".
Ma
improvvisamente si sentì afferrare le gambe da sotto e tirare giù sott'acqua.
"Hehehe!"
rise Trunks. "Scherzetto!".
"Imbecille!
Vuoi farmi morire di spavento forse?".
"Mi
sono solo vendicato per prima!" disse lui con aria innocente, avvicinandosi
di più a lei. "Ah, come si sta bene in questo laghetto! Sembra di essere
in paradiso... Tutt'altra cosa dal caos di città!".
Pan
sorrise. Era contenta che si stesse divertendo. L'aveva visto così teso e
stressato la sera prima...E
anche lei adesso stava così bene...
Trunks
guardò Pan sorridendo. Com'era bella...
La
pelle liscia e bagnata, i capelli molli, quella leggera trasparenza del top, e
la luce che filtrava dalle chiome degli alberi creando un piacevole gioco di
ombre sul suo corpo... Sarebbe stato lì a guardarla per ore...
Aveva
un qualcosa di speciale che neppure le più belle donne che aveva incontrato
possedevano minimamente. La sua era una bellezza semplice, pura, sincera. Ed era
proprio questo che la rendeva unica.
Chi
l'avrebbe mai detto che la sua piccola Pan sarebbe sbocciata in un fiore così
bello?
Pan
lo guardava a sua volta, ammirando ancora la bella visione che aveva davanti.
Per un attimo, i loro sguardi si incontrarono...
"Perchè
non andiamo ad asciugarci al sole?" chiese Trunks per rompere il ghiaccio.
"Ok!"
rispose Pan, dopo aver recuperato le parole.
Uscirono
dall'acqua e si distesero sul prato lì vicino, l'uno di fianco all'altra. Il
sole riscaldava piacevolmente i loro corpi, e tutt'intorno le cicale cantavano
allegramente.
"Era
tanto che non passavo una giornata così, sai?" disse Trunks ad occhi
chiusi e con le mani dietro la testa.
Quel
pomeriggio, insieme a Pan, aveva riscoperto il piacere delle piccole cose,
quelle che ti fanno sentire bene dentro. Gli scherzi tra amici, le risate
sincere, il poter fare ciò che ci si sente senza essere soggetti al giudizio di
nessuno...
"Sono
felice di sentirtelo dire, perchè per me è lo stesso..." rispose Pan,
sorridendo. "Sai, oggi mi è sembrato di essere di nuovo ai tempi della
nostra avventura nello spazio...".
"Già,
hai proprio ragione, anche a me ha fatto lo stesso effetto!" esclamò
Trunks.
"E
pensare che quella volta volevi riportarmi indietro per riprendere lo zio
Goten..." riprese Pan, facendo finta di guardarlo male.
"Lo
dicevo solo perchè non volevo che ti succedesse niente...".
"Guarda
che sapevo difendermi benissimo anche da sola, lo sai?".
"Certo
che lo so. E anche allora non ci misi molto a capire che eri proprio in
gamba!".
"Allora...non
mi consideravi solo un mocciosa?".
"Non
l'ho mai pensato questo, Pan" disse seriamente, con lo sguardo fisso al
cielo.
La
ragazza sorrise, ripensando ai bei momenti passati nello spazio, quattro anni
prima.
"Sai
Trunks, mi manca molto nonno Goku..." disse poi malinconicamente.
Trunks
si girò verso di lei, guardandola con tenerezza. Nonostante il suo carattere
forte e determinato, nonostante certe volte tentasse di fare la dura, sapeva che
in fondo Pan era una ragazza molto sensibile e riflessiva.
"Sentiamo
tutti la sua mancanza. So che gli eri molto affezionata".
"Mi
ha lasciata di nuovo, capisci?".
"Però
ci sono tante altre persone che ti vogliono bene, Pan... i tuoi genitori, tua
nonna Chichi, tuo nonno Satan, Goten...e io".
Pan
lo guardò, sorridendogli dolcemente. In quel momento, avrebbe voluto solo
abbracciarlo e stringerlo forte...
Il
sole stava tramontando all'orizzonte e gli ultimi, caldi raggi illuminavano i
bei lineamenti del Sayan con una luce dorata.
Lui le voleva bene, Pan l'aveva
sempre saputo, e anche lei gliene voleva tanto... Sentiva che non poteva fare
più a meno di lui, ormai...
"Trunks"
disse Pan seria, alzandosi a sedere sul prato. "Promettimi che tu non mi
abbandonerai mai".
Trunks
si alzò anche lui, guardandola dolcemente. Nei suoi occhi era così evidente
l'affetto che provava per lui, ed il suo bisogno di sentirlo vicino... Quegli
occhi neri, così profondi e ora come mai così lucidi...
Le
accarezzò i capelli, piano, e poi le guance, lentamente e con delicatezza. Lei
lo guardava, assaporando tutto il calore che le trasmetteva. Era così bella
quella sensazione di protezione, di sicurezza che provava in quel momento, quel
senso di benessere che la avvolgeva mentre si immergeva in quegli occhi
azzurri...
"Io
non ti abbandono, Pan. Io ci sarò sempre per te".
Pan
gli sorrise, accarezzandogli il volto a sua volta. Con un gesto istintivo, si
avvicinò a lui e lo baciò, appoggiando delicatamente le labbra sulle sue. Si
riallontanò leggermente, guardandolo negli occhi ancora una volta. Le loro
bocche si riavvicinarono di nuovo, unendosi in piccoli, delicati baci.
Poi, a
poco a poco, le loro labbra cominciarono a socchiudersi...
Successe
molto più velocemente di quanto poterono rendersene conto. In pochi secondi si
stavano già baciando con trasporto, le braccia dell'uno che stringevano il
corpo dell'altra, le loro menti che sembravano essersi trasferite in un mondo
dove esistevano solo loro due...
"Ma
che sto facendo?" pensò Trunks appena si rese conto di ciò che stava
succedendo.
Si
staccò velocemente da lei. Pan fece per riportarlo nuovamente a se, ma lui la
bloccò.
"Pan...credo
che sia meglio fermarci".
Pan
lo guardò, i suoi occhi velati da una leggera ansia.
"Perchè?".
Trunks
le sorrise, accarezzandole il volto.
"Io
ti voglio bene, Pan... Siamo stati bene oggi... Ma non lasciamoci trasportare da
cose di cui possiamo pentirci, eh?".
Pan
non capiva. Che significavano quelle parole? Che Trunks non la voleva come lei
voleva lui? Che il bacio che si erano scambiati non era stato niente per lui?
Eppure...avrebbe detto il contrario...
"Scusami,
Pan..." continuò. "Non so se è giusto quello che è successo. Cerca
di capire...".
Pan
non riuscì a trattenere una lacrima, che le attraversò il volto e che Trunks
asciugò con le dita.
"Non
fare così, ti prego...".
Ma
Pan scoppiò in un pianto che non riusciva più a trattenere, e si gettò tra le
braccia dell'uomo, che la strinse forte a se. Trunks chiuse gli occhi, mentre le
accarezzava dolcemente i capelli. Rimasero così per un pò, finchè la ragazza
non si calmò.
"Adesso
devo andare..." riprese Trunks. "Anche tu dovresti rientrare in casa,
o i tuoi staranno in pensiero".
Pan
alzò lo sguardo verso di lui, incapace di dire niente, con il viso ancora
percorso dalle striscie di quelle lacrime amare.
"Ci
sentiamo...Ciao Pan" disse alla fine Trunks, salutandola con un bacio sulla
fronte, prima di volarsene via.
"Ah,
Pan, finalmente! Cominciavamo a stare in pensiero!" esclamò Videl vedendo
Pan rientrare in casa.
"Scusa,
mamma, non avevo visto l'ora..." rispose la ragazza, senza guardare negli
occhi la madre.
"Eri
ad allenarti con Trunks, vero?".
"Sì...".
"E
come è andata? Vi siete divertiti?".
"Sì,
abbastanza..." rispose senza troppo entusiasmo, prima di salire di corsa in
camera sua.
"Ma
cos'ha?" chiese Videl a Gohan, impegnato nella lettura di grossi volumi.
"Non
ne ho idea, tesoro... Forse non si è divertita..." rispose lui, non dando
troppa importanza alla faccenda.
Ma
Videl conosceva sua figlia troppo bene. Era decisamente strana, doveva per forza
essere successo qualcosa. Solo quella mattina era così entusiasta all'idea di
passare la giornata con Trunks... Si sarebbe aspettata che, non appena rientrata
in casa, avrebbe immediatamente raccontato a lei e a Gohan tutto quello che
avevano fatto, com'era sempre stato nel suo carattere. E invece, era scappata di
corsa, come se volesse nascondere qualcosa che la turbava profondamente...
Pan
si gettò sul letto di camera sua. Strinse il cuscino, forte, e strinse i denti,
mentre le lacrime le scorrevano giù dagli occhi. Le emozioni che la invadevano
in quel momento erano troppe da trattenere...
Quello
che era successo...era stato forse un sogno? Forse quel sogno che, in cuor suo,
aveva in qualche modo immaginato da molto tempo?
No,
non era stato solo un sogno... I brividi che aveva sentito lungo la schiena
erano proprio veri, e le sembrava ancora di sentire il suo contatto delicato, il
suo respiro caldo, le sue labbra sulle sue e le sue mani che la accarezzavano
dolcemente...e poi, all'improvviso...il suo distacco, la sua fuga...il suo
rifiuto?
Perchè
se ne era andato così? Era tutto così bello... Era sicura che anche lui
desiderava la stessa cosa, lo aveva percepito chiaramente... E come mai aveva
detto che tutto ciò era sbagliato? Perchè, se è quello che si vuole entrambi?
Perchè??
Pan
pianse, e pianse ancora, forse per tutta la notte, senza liberarsi da quei due
maledetti occhi azzurri che le perseguitavano la mente.
La
mattina dopo, Trunks andò a lavoro, sebbene i suoi pensieri vagassero altrove
più del solito. Aveva tentato di non pensarci, di non pensare a cosa aveva
fatto la sera prima. Ma era stato inutile.
Aveva baciato Pan, quasi non ci
credeva. Non credeva che sarebbe stato così stupido da lasciarsi prendere dal
momento e da baciare proprio Pan, una ragazza di diciotto anni per la quale
aveva sempre nutrito un semplice sentimento di affetto e di amicizia. Un
sentimento che, dopo quella sera, probabilmente sarebbe stato rovinato per
sempre. Niente poteva più tornare come prima, a questo punto.Era
un uomo maturo, come aveva fatto ad avere simili debolezze?
Forse
avrebbe voluto che fosse stato solo un sogno...o forse no... Quello di cui era
certo, è che non aveva mai provato niente di simile per un semplice bacio.
"Signor
Presidente? Si sente bene?" chiese la segretaria entrando nel suo officio,
vedendo Trunks alquanto pensieroso.
"Ah,
certo, non si preoccupi, signorina" rispose Trunks, come appena svegliato
da un sogno.
"Ecco,
le ho portato questi fogli da firmare".
Trunks
avrebbe voluto potersi concentrare sul lavoro, almeno così non avrebbe più
pensato al giorno prima. Ma come poteva tenersi questo peso addosso? Come poteva
rimuovere tutto e fare finta che non fosse mai successo niente?
E
Pan? Chissà cosa provava...
"Mamma,
papà, io esco" esclamò Pan scendendo le scale.
Aveva
passato la giornata chiusa in camera sua, a rimuginare sugli eventi della sera
precedente. Ma non aveva trovato pace, non ce la faceva a continuare così.
Videl
la guardò un pò dubbiosa.
"Ascolta
un pò, signorina, è da ieri sera che non ci rivolgi parola e te ne stai
rintanata nella tua stanza... Sappiamo benissimo che non è da te, eppure io e
tuo padre ti abbiamo lasciato stare... Adesso però vuoi dirci che cosa
c'è?".
Pan
rimase qualche momento in silenzio, con gli occhi bassi. Non aveva voglia di
parlarne con i suoi genitori. Quella era una cosa che riguardava solo lei. E
Trunks...
"Niente...".
"Non
mi convinci, Pan. Io sono tua madre e capisco quando c'è qualcosa che non
va".
"Mamma...ti
prego, non insistere".
Videl
si arrese. Sua figlia era grande, ormai, e sapeva che era perfettamente in grado
di gestire la sua vita da sola.
"Ok,
come vuoi. Vuoi almeno dirci dove stai andando?".
"Vado
alla Capsule Corporation" disse la ragazza mentre sgattaiolava fuori dalla
porta e volava via in cielo.
"Alla
Capsule Corporation?" chiese Gohan sorpreso. "E che va a fare alla
Capsule Corporation?".
"Non
ne ho idea..." rispose Videl pensierosa. "Ma credo che
vada a parlare con Trunks...".
"Trunks?
Ma non si sono visti ieri? Cos'ha da dirgli di così urgente?"
Videl
rimase silenziosa, senza rispondergli. Aveva uno strano presentimento...
"Ho
detto che devo vedere Trunks!".
"Mi
dispiace, signorina, ma il Presidente ha detto che non vuole essere
disturbato!" ripetè l'impiegato, tentando di bloccare Pan.
"Non
mi importa, io devo vederlo!" esclamò la ragazza dando una spinta all'uomo
e facendolo cadere a terra.
"Fermati,
piccola teppista!" urlò rialzandosi, cercando di seguire Pan che correva
come una pazza per i corridoi dell'azienda, seminando il panico tra i
dipendenti.
Pan
salì sull'ascensore e corse verso l'ufficio di Trunks, aprendo frettolosamente
la porta prima che il suo inseguitore rompiscatole potesse raggiungerla.
Trunks,
seduto alla sua scrivania, alzò rapidamente gli occhi.
"Pan!"
esclamò sorpreso, appena la vide entrare.
"Trunks...io...".
Dietro
di lei arrivò anche l'impiegato, a corto di fiato.
"Mi
scusi, Presidente, avevo avvertito la ragazza, ma lei...".
"Non
si preoccupi, è tutto a posto. Può andare".
Dopo
che l'uomo se ne fu andato, Trunks si voltò verso Pan, che aveva lo sguardo
basso e leggermente imbarazzato.
"Beh,
come mai sei venuta qui, Pan?" chiese, con falsa indifferenza, sebbene
sapesse benissimo il motivo. Se l'aspettava, d'altronde.
"E
me lo chiedi anche?" disse lei seriamente.
Trunks
si alzò dalla scrivania, avvicinandosi piano verso di lei.
"Pan...
Io non voglio farti del male, cerca di capire..." le spiegò, appoggiandole
le mani sulle spalle.
"Ma
che cosa dici?" gridò lei, scansandosi dal suo contatto e alzando lo
sguardo verso di lui. "Non ti rendi conto che è così che mi stai facendo
del male?".
Trunks
la guardò. I suoi occhi erano lucidi e tristi. Stava soffrendo veramente, era
evidente. E per cosa, poi? Per qualcosa che faceva star male anche lui alla
stessa maniera. Qualcosa che però... era impossibile tra loro...
"Pan...
Ti prego, facciamo finta che sia tutto come prima...".
"Ma
non capisci? Niente sarà più come prima, tra noi! A questo punto non è più
possibile!".
"E
invece dobbiamo dimenticarci di quello che è successo ieri... E' stato solo uno
stupido errore...".
"Un
errore?" gridò lei bruscamente. "Secondo te è stato un errore? Beh,
per me no, se lo vuoi sapere... Per me è stato il momento più bello di tutta
la mia vita".
Trunks
rimase in silenzio a guardarla, mentre lei continuava a fissarlo, come fosse
fermamente convinta di quello che stava dicendo, senza averne paura o vergogna.
Era stupito di come fosse evidente la sua sincerità.
Perchè
invece lui non voleva riconoscere neanche a se stesso quello che provava?
Perchè gli sembrava così complicata una cosa che invece era così
naturale?
Ma
ad un certo punto, si rese conto che le parole non servivano a niente. Si rese
conto che tutte le sue risposte erano lì, davanti a lui, in quei due occhi
scuri così profondi, così sinceri.
Le
sollevò delicatamente il mento, le asciugò le lacrime e la baciò teneramente.
Pan lo abbracciò, stretto, e un sorriso illuminò il suo volto affondato nel
petto di Trunks.
Era
tardi, ormai, e la Capsule Corporation stava per chiudere. Trunks lasciò
l'ufficio, con Pan al suo fianco. Entrambi sorridevano e si guardavano con
complicità. Avrebbero potuto volare via dalla finestra indisturbati, e invece
no: adesso Trunks non aveva più paura a mostrarsi con una donna. Perchè quella
donna era Pan.
Tutti
i dipendenti li guardarono sorpresi, chiedendosi chi fosse la misteriosa amica
del Presidente. Soprattutto le impiegate, che spettegolavano fissando i due a
bocca aperta.
"Ma
chi è quella ragazza?".
"Non
ne ho idea...forse sua sorella? O sua nipote?".
"Non
credo, mi risulta che il presidente abbia una sola sorella e nessuna
nipote...".
"Eh
già... In effetti non sembra affatto che la guardi nel modo in cui si
guarda una sorella, una cugina, o una nipote...".
"Eh
sì, puoi
dirlo forte...!"
Ormai
erano fuori dall'edificio, lontani da quegli sguardi inquisitori e dai
pettegolezzi delle segretarie. Si baciarono di nuovo, alla luce argentea della
luna.
"Questa
volta non te ne andrai, vero?" chiese Pan stringendolo forte.
"Guarda
che sono io che non ti lascerò andare tanto facilmente..." sussurrò
Trunks sensualmente, baciandole delicatamente il collo.
Pan
sentì un intenso brivido lungo la schiena, e chiuse gli occhi per assaporarlo.
Non era la prima volta che Trunks le regalava questo genere di emozioni,
ultimamente.
Gli
circondò le braccia intorno al collo, passandogli le mani tra i capelli mentre
le loro labbra si univano ancora.
"Trunks..."
sussurrò piano. "Io ti voglio...".
Trunks
la guardò intensamente. Percepì subito che lei lo desiderava quanto lui
desiderava lei. La desiderava come non aveva mai desiderato nessuna.
Volarono
insieme verso casa Brief, entrando direttamente dalla finestra della camera di
Trunks. C'era un gran silenzio intorno, evidentemente erano già tutti a letto.
I
due si baciarono di nuovo, sempre con più passione. Mentre si sedevano sul
letto, Trunks la baciò di nuovo sul collo, mentre lei, ad occhi chiusi, portava
la testa all'indietro, assaporando quegli istanti di intensa passione.
Pan
iniziò a sbottonare la camicia di Trunks, mentre continuavano a baciarsi. Lui
le sfilò piano la maglietta, e con delicatezza prese ad accarezzarla.
Pan
si distese sul letto, mentre lui le toglieva piano i pantaloni, accomodandosi poi accanto a lei.
Dopo
altri intensi baci, Trunks le sganciò il reggiseno, ammirando per un attimo
quella piacevole visione davanti ai suoi occhi, e poi riprendendo a baciarla e
ad accarezzandola, in quel modo che la faceva letteralmente impazzire.
A
Pan sembrò di essere in paradiso: le mani di un uomo le stavano percorrendo
tutto il corpo... Due mani grandi ed esperte, che sapevano esattamente dove e
come muoversi... Ma soprattutto, erano le mani dell'uomo che amava,
disperatamente e inconsapevolmente, da una vita intera...
Anche
per Trunks era giunto quel momento che, inconsciamente, stava aspettando da
troppo tempo. Le aveva sempre voluto bene, ma adesso finalmente poteva
amarla, amarla nel modo in cui un uomo ama una donna...
Dalle
labbra, i baci di lui passarono al collo, poi al seno, e poi giù alla pancia,
sempre più giù...
Trunks
si fermò, alzando gli occhi verso di lei, e guardandola con dolcezza. Era
riuscito per un attimo a frenare l'istinto della passione, particolarmente
intenso nella sua natura di Sayan e così difficile da controllare. Ma non
avrebbe mai approfittato di lei, voleva essere sicuro che lei fosse veramente pronta .
"Pan...
Sei sicura di voler andare avanti?" chiese.
Pan
lo fissò per alcuni secondi. Sarebbe stata la sua prima volta, quella, ma
l'idea che fosse proprio Trunks a guidarla in quella nuova esperienza, le portò
via tutte le paure. Si fidava di lui, e in cuor suo, forse, aveva sempre sperato
di poter conservare questo momento con l'unico uomo a cui si sarebbe mai
concessa.
"Non
sono mai stata così sicura" rispose alla fine, sorridendo, mentre Trunks
le accarezzava dolcemente le guance e rispondeva al suo sorriso.
"Non
preoccuparti, piccola, andrà tutto bene...".
Questa
volta, la parola piccola non la offese, anzi, le trasmise ancora di più
quel senso di protezione e di sicurezza che provava con lui.
Trunks
le tolse le mutandine e, dopo ancora nuovi baci e carezze, le si mise sopra...
Le
baciò la fronte mentre entrava piano dentro di lei, cercando di confortarla per
il lieve dolore che trasmettevano i suoi occhi chiusi e i denti stretti... Anche
lei era una Sayan, poteva resistere a molto peggio, ma sapeva che quel momento
speciale coinvolge ogni donna allo stesso modo, indipendentemente dalla razza.
Spinse
piano, con delicatezza e pazienza, finchè l'espressione della ragazza suggerì
le sensazioni di piacere che cominciava a provare...
Trunks
era dentro di lei. Erano una cosa sola, ora. Stavano unendo i loro corpi e le
loro anime, che per troppo tempo si erano cercate invano, senza accorgersi che
erano più vicine di quanto potessero immaginare...
Pan
non aveva mai provato un tale piacere fisico e mentale... Trunks la baciava, e
la accarezzava, e continuava a spingere sempre più veloce...
La
loro comune natura Sayan permise alla passione di crescere più intensamente e
rapidamente del normale... Alla fine i due arrivarono insieme al culmine del
piacere, mentre Trunks raggiungeva lo stadio di SuperSayan e un'intensa luce
avvolgeva i loro corpi, emanando una forte energia.
In
quello stesso momento Vegeta, in camera sua, si svegliò di colpo, balzando di
scatto seduto sul letto. Aveva gli occhi sgranati e sconvolti.
"Vegeta,
cos'è successo?" chiese Bulma tra il sonno, accortasi del sobbalzo
dell'uomo. "Hai fatto un brutto sogno?".
Vegeta
rimase in silenzio per alcuni secondi, il suo sguardo confuso e perso nel vuoto.
"Sì...probabilmente
è così..." rispose lentamente, non troppo convinto.
"Su,
tesoro, rimettiti a dormire ora, è tardi...".
"Vegeta
si stese di nuovo sul letto, ma il sonno ormai l'aveva abbandonato...
Pan
e Trunks erano teneramente abbracciati, con il sorriso sulle labbra.
Avevano
fatto l'amore...loro due...
Trunks
l'aveva fatta diventare donna, solo lui l'aveva avuta e solo di lui Pan voleva
essere. Per sempre...
Quella
notte lui aveva provato qualcosa che non aveva mai sentito con nessun' altra
donna. L'intensità di quell'unione era andata oltre al semplice sesso. Quello
era amore. Un amore completamente diverso da quello che concepiva prima di
provarlo con Pan. L'amore vero.
La
luce chiara della mattina penetrò attraverso le tende della finestra,
illuminando e riscaldando i volti abbracciati dei due amanti. Trunks aprì gli
occhi. Nel suo letto, accanto a lui, c'era la ragazza che conosceva da una vita
e che ora, dopo quella notte, era diventata la sua donna: Pan...
Le
accarezzò le guance ed i capelli, osservando quant'era bella e dolce mentre
dormiva. Lei aprì piano gli occhi, abituandosi gradualmente alla luce e alla
bella immagine dell'uomo che aveva davanti.
"Ma
allora...non è stato solo un sogno..." rispose Pan sollevata, stringendosi
a lui.
"Proprio
così!" confermò lui baciandola. "Perchè se fosse stato solo un
sogno, vuol dire che stavamo sognando la stessa cosa".
"Non
mi sembra quasi vero, lo sai Trunks?".
"E
invece è successo...chi l'avrebbe detto!".
"Già...
Però io devo ammettere che ci avevo sempre sperato..." disse Pan
timidamente, abbassando gli occhi.
"Dici
davvero?" chiese lui, tentando di rincontrare il suo sguardo.
"Sì...
Io volevo solo te".
Ancora
una volta, il suo cuore era completamente aperto a lui. I suoi pensieri, le sue
emozioni, i suoi sentimenti, erano come un libro aperto per Trunks. Anche senza
parole, poteva capire perfettamente quello che provava.
"Sai
Pan, anche io ho sempre sentito per te qualcosa di speciale, che andava oltre il
semplice affetto... Ma pensavo fosse sbagliato perchè tu sei molto più giovane
di me e perchè non volevo rovinare la nostra amicizia...".
Trunks
parlava, guardandola negli occhi. Anche il suo cuore adesso si apriva
completamente a lei.
"Adesso
però, non ho più dubbi su niente, so esattamente quello che voglio".
Pan
sorrise e lo baciò.
"Pan...Ti
amo".
Pan
lo fissò per qualche secondo, per rendersi conto se le parole che aveva
appena sentito erano vere o solo frutto della sua immaginazione.
"Questa
è la prima volta che lo dico ad una donna. Capisci cosa vuol dire, vero?".
Pan
annuì, commossa e felice.
"Sì,
credo di capirlo... E se quelle parole significano quello che penso io,
allora... Anche io ti amo, Trunks".
I
due Sayan si baciarono di nuovo, intensamente.
Non
sentirono i passi di Bra che stava salendo le scale e si dirigeva verso la
camera di Trunks.
"Trunks!
Ha detto la mamma di scendere giù, la colazione è già pron...".
Bra
si fermò improvvisamente, appena aprì la porta e vide i due abbracciati, nudi,
tra le lenzuola del letto di Trunks. Li osservò un attimo a bocca ed occhi
spalancati, al culmine dello stupore, mentre Trunks e Pan arrossirono
all'istante per l'estremo imbarazzo, incapaci di pronunciare parola. Alla fine,
Bra scoppiò in una forte risata, mentre i due, ancora più imbarazzati, la
guardavano terrorizzati.
"No,
non è possibile, non ci credo!!" esclamò tra le risa, mentre si voltava e
correva giù per le scale.
Trunks
e Pan si guardarono. Che guaio...
Bra
arrivò in cucina, ancora ridendo.
"Allora,
Bra, hai chiamato tuo fratello? chiese Bulma, mentre serviva la colazione a
Vegeta.
"Sì,
mamma, l'ho chiamato, ma vedi...c'era una donna con lui..." rispose la
ragazza maliziosamente, mentre Vegeta addentava nervosamente il suo toast.
"Oh...in
questo caso sarà meglio non disturbarlo..." disse Bulma lievemente
imbarazzata.
"Comunque,
se lo volete sapere, non è una donna qualsiasi..." continuò Bra, ansiosa
di svelare il suo nuovo scoop.
"E
perchè tesoro? La conosciamo forse?".
"Oh,
sì, la conoscete molto bene...".
"Lo
sapevo!" esclamò Vegeta prepotentemente. "I miei sospetti erano
giusti...".
"Che
vuoi dire, caro?" chiese Bulma, sorpresa per il suo improvviso intervento.
"Ti
ricordi quando stanotte mi sono svegliato di colpo?".
"Sì,
sì, mi ricordo... E allora?".
"Mi
sono svegliato perchè ho sentito un'aura molto forte... l'aura che si sprigiona
quando due Sayan si uniscono".
"Ma
Vegeta, non capisco... Cosa significa?".
"Andiamo,
Bulma! Possibile che non ti venga in mente con chi possa aver passato la notte
Trunks??".
"Ecco...non
saprei...".
"Quante
donne Sayan conosci apparte nostra figlia, eh?".
Bulma
ci pensò un secondo, poi scosse la testa, ridendo nervosamente.
"No,
non mi direte che state parlando di...".
"Buongiorno
a tutti".
Dalla
porta di cucina erano appena entrati Trunks e Pan, cercando di nascondere il
grande imbarazzo.
Pan
avrebbe potuto scappare dalla finestra, ma ormai quello che era successo era
stato scoperto, e non aveva senso nascondersi. Tanto valeva scendere giù a
salutarli, non voleva passare da codarda...
Vegeta,
Bulma e Bra li fissavano inquisitoriamente, con sguardi che andavano dalla
rabbia, allo stupore, al divertimento, rispettivamente.
Pan
non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. Come poteva guardare di nuovo negli
occhi Bulma e Vegeta?
"Oh...
Salve, Pan..." balbettò Bulma, cercando di rompere il silenzio gelido che
si era creato nella stanza. "Hai fame? Vuoi fare colazione con noi?"
chiese, nonostante la situazione alquanto imbarazzante.
"Sicuramente
saranno molto affamati tutti e due, mamma!" rise Bra, non riuscendo a
trattenere la battuta.
Bulma
fece finta di non sentire, mentre Pan e Trunks, rossi per la vergogna,
lanciarono a Bra un'occhiataccia assassina.
"No,
grazie Bulma, ma devo tornare a casa, ora... I miei staranno già in
pensiero...".
"Cosa?
Non dirmi che non hai avvertito i tuoi che...sei rimasta qui...".
In
quel momento squillò il telefono. Bulma uscì dalla cucina ed andò nel salone
per rispondere.
"Bulma?
Sono Gohan! Dimmi che Pan è lì, ti prego!".
"Ah...
Gohan! Sì, Pan è qui, non preoccuparti...".
"Oh,
grazie al cielo! Ieri ci aveva detto che sarebbe andata alla Capsule
Corporation, ma non potevamo immaginare che sarebbe rimasta a dormire da
Bra".
"Come...?"
chiese Bulma, in parte estremamente sollevata dal fatto che, così, non avrebbe
dovuto dargli tante spiegazioni. "Ah... Mi dispiace che siate stati in
pensiero... Comunque ti passo subito tua figlia...".
Bulma
tornò in cucina a chiamare la ragazza.
"Pan,
c'è tuo padre al telefono. Parlaci te, è meglio...".
Pan
uscì dalla cucina, accompagnata da Bulma.
Trunks
si sedette al tavolo, davanti a Vegeta, con lo sguardo basso e imbarazzato.
"E
così ti sei fatto quella ragazzina, eh?" chiese Vegeta con tono maligno.
"Papà!
non parlare così, ti prego!".
"Con
tutte le donne che potresti avere, ti dovevi portare a letto proprio la nipotina
di Kakarot?".
"Adesso
basta, papà! Non voglio assolutamente sentire questi discorsi!" replicò
Trunks adirato, balzando su dalla sedia.
Bulma
tornò nella stanza.
"Pan
è al telefono con Gohan, non so quello che ha intenzione di dirgli. Lui crede
che sia rimasta a dormire da Bra, ma questa storia non può reggere a
lungo...".
"Mi
dispiace, ma io non voglio essere messa in mezzo!" esclamò Bra.
"Già,
nemmeno io me la sento di raccontare frottole a Gohan e Videl. Anche perchè
presto verrebbero comunque a saperlo" continuò Bulma guardando il figlio
pensieroso. "Beh? Che hai intenzione di fare ora? Sei abbastanza adulto da
prenderti la responsabilità delle tue azioni".
"Lo
so, mamma. E non ho intenzione di fare finta che non sia successo niente"
rispose Trunks con decisione.
"E
allora come pensi di comportarti con Gohan? Lui ti stima molto, lo sai. Ti ha
sempre considerato come un fratello...".
"Ma
ora non credo che sarà molto contento per quello che hai fatto alla sua
bambina..." aggiunse Vegeta. "E non ti conviene affrontare Gohan
quando si arrabbia... Sai, ha una forza impressionante, te lo posso
garantire!".
"Ma
io non ho fatto niente a Pan che non volesse anche lei!" esclamò Trunks
con rabbia. "Mi sono solo innamorato di lei...".
Bra
e Bulma fecero occhi dolci, intenerite e commosse dalle parole di Trunks, mentre
Vegeta rimase in silenzio, incapace, a questo punto, di trovare parole per
replicare.
In
quel momento Pan tornò in cucina. La sua espressione era preoccupata e ansiosa.
"Non
ho ancora detto niente a mio padre... Non me la sentivo di affrontare i miei
genitori da sola... Gli ho detto di venire qui, così gli avrei spiegato
tutto".
"Ah,
hai fatto bene, cara... " disse Bulma, lanciando un'occhiataccia a Vegeta
per evitare una delle sue uscite maleducate.
"O-oh,
prevedo aria di tempesta, tra poco!" esclamò Bra con gli occhi al cielo.
Presto
Gohan e Videl arrivarono a casa Brief.
"Oh,
ciao Gohan, ciao Videl!" esclamò Bulma aprendo la porta e cercando di
nascondere l'imbarazzo.
"E'
qua, in sala... Venite" rispose Bulma facendo strada ai due.
In
sala, sulle poltrone intorno ad un tavolino, c'erano Vegeta, Bra, e Pan e Trunks
seduti molto vicini.
"Pan,
allora, vuoi spiegarci come ti è saltato in mente di passare la notte qui senza
avvisarci?" chiese Gohan alla figlia.
"Ehm,
Gohan, Videl, forse è meglio che vi sediate... Ecco, accomodatevi qui"
disse Bulma, immaginando che la verità sarebbe stata per loro alquanto
sconvolgente.
"Ecco,
papà...non era previsto...".
"Ok,
ma al telefono mi hai detto che non sei rimasta per dormire da Bra, e allora
perchè mai...".
Gohan
si interruppe all'improvviso. Notò che Pan stringeva la mano di Trunks, e
l'altro braccio di lui le circondava la vita.
Rimase
in silenzio per alcuni secondi, cercando di focalizzare bene l'immagine. Anche
Videl ne ne accorse, e guardò il marito come per dirgli che lei l'aveva già
capito. Una mamma capisce sempre certe cose.
Bulma
si mise una mano sulla fronte, disperata, mentre Vegeta guardava la scena con un
sorrisetto cinico. Pan e Trunks se ne stavano con lo sguardo basso, in silenzio,
aspettando che ci fosse una reazione, una qualsiasi.
"Trunks..."
riuscì alla fine a dire Gohan. "Voi due...avete...".
Trunks
alzò lo sguardo verso di lui.
"Sì,
Gohan. E' successo".
Gohan
si fece cadere sulla spalliera della poltrona. Guardò Pan. La sua bambina era
una donna, ora. Una donna dagli occhi innamorati che stringeva dolcemente la
mano del suo amore. Scosse la testa, lentamente. Non riusciva a rendersene
conto.
Videl
gli accarezzò la spalla, dolcemente. Lei, al contrario del marito, se
l'aspettava. Sapeva da sempre che, prima o poi, sarebbe successo qualcosa tra
quei due. Era destino.
"Papà..."
disse Pan. "Dimmi qualcosa, ti prego...".
"Cosa
devo dirti, Pan... Non ho proprio parole".
La
sua voce non esprimeva rabbia, nè disapprovazione. Solo una grande sorpresa.
"Non
preoccuparti, Gohan" disse Vegeta. "Non sei il solo ad essere rimasto
sconvolto".
Bulma
lo guardò terrorizzata. Adesso ci si metteva anche lui a complicare la
situazione...
"Mi
sono detto..." continuò. "Ma proprio la nipote di Kakarot?! Beh... In
effetti, cosa c'è di meglio per mio figlio che una Sayan bella e forte e con un
nonno così ammirevole? E per di più...che riesce a convincere Trunks ad
allenarsi in un solo giorno, quando suo padre ci prova inutilmente da
mesi!".
Bulma,
Bra, Trunks e Pan lo guardarono, sorridendo, quasi non credendo alle loro
orecchie. Sembrava così scorbutico e insopportabile, a volte, ma quando voleva
sapeva tirar fuori tutto il suo lato buono.
"Quello
che ha detto Vegeta è molto bello, non trovi tesoro?" chiese Videl al
marito.
"Sì,
certo...però...se penso a quanto ho voluto bene a Trunks in tutti questi
anni...senza immaginare che un giorno, lui e la mia Pan...".
"Gohan"
lo interruppe Videl. "Preferiresti che Pan stesse con un ragazzo qualsiasi
di cui non sai niente e a cui non daresti la minima fiducia? E invece per
fortuna conosciamo bene Trunks, ci possiamo fidare di lui! Non è vero
Trunks?".
Trunks
annuì.
"Con
me Pan è al sicuro. Io le voglio bene sul serio e l'amerò sempre con tutto il
mio cuore" disse, guardando la sua Pan e baciandola dolcemente sulle
labbra.
Gohan
quasi sussultò nel vedere la scena, ma poi si accorse che si sentiva
sorprendentemente sollevato. Aveva affidato sua figlia in buone mani, di questo
ne era sicuro. E Trunks sembrava amarla veramente. Se le cose stavano così,
neanche la differenza d'età importava più.
Gohan
alla fine si lasciò scappare un sorriso.
"E
va bene... Non posso fare a meno di essere contento!".
Tutti
sorrisero sollevati, anche Vegeta, e Pan corse ad abbracciare il padre, al colmo
della felicità.
"Ma
ricordati, Trunks! Comportati bene con la mia bambina, altrimenti dovrai
vedertela con me!" esclamò Gohan con tono scherzoso.
"No,
no, non preoccuparti, non ce ne sarà motivo!" rispose Trunks sorridendo,
accogliendo Pan sulle sue ginocchia e baciandola sulla guancia.
"Bene!"
gridò Bulma. "A questo punto, credo che sia il caso di festeggiare! Oggi
restate a pranzo da noi!".
"Beh,
come rifiutare un così caloroso invito dai nostri futuri consuoceri!" rise
Gohan.
"Ecco
qua, mamma! Ho preso lo spumante per il brindisi!" esclamò Bra,
distribuendo i bicchieri.
"Cin
cin!!"
Intanto,
mentre Bulma, Vegeta, Bra, Gohan e Videl stavano festeggiando, sul terrazzo Pan
e Trunks si scambiavano teneri baci.
"Hai
visto, Pan? E' andato tutto bene!".
"Già,
sono così felice...".
La
ragazza guardò il cielo.
"Sai,
Trunks, credo che anche nonno Goku sarebbe contento di noi due".
"Sono
pienamente d'accordo con te... In questo caso avrebbe detto: <>".
Pan
rise, baciandolo ancora ed abbracciandolo.
Alzò
di nuovo gli occhi al cielo. Una nuvola aveva la forma del volto del nonno. Le
stava sorridendo...