Come due rotaie
“La strana intimità di due rotaie.
La certezza di non incontrarsi mai.
L’ostinazione con cui continuano a
corrersi di fianco.”
(A.Baricco –
Castelli di rabbia)
Un’altra
noiosa giornata sul set di questo film.
Il regista ci
sta parlando di un sacco di cose, come si deve svolgere la scena, quando e da
dove dobbiamo entrare e bla bla bla vari. Sciocchezze di cui non mi importa
molto, se devo essere sincero.
Almeno, non
al momento.
Non ora, non
con l’altrettanto sciocca scena che si sta svolgendo davanti ai miei occhi.
Paul, lo
sciupafemmine, proprio lui, sissignore, che, tanto per cambiare, sta cercando
di abbordare la ragazza di turno. In questo caso particolare si tratta di una
delle attrici di questa scena. Com’è che si chiama? Wendy…
Wendy qualcosa…
Sono tutti e
due accanto a una finestra, Paul è appoggiato al muro, la sua posa è molto
civettuola. Razza di sfacciato.
La sua mano
si sposta per accarezzare la guancia di Wendy. Le sue
dita si muovono delicatamente, mentre Paul mormora qualcosa che a me è
incomprensibile. Ma posso ben immaginare quale incantesimo stia utilizzando con
quella ragazza, lo si capisce dallo sguardo di lei: è così ammaliata,
affascinata, come se i suoi occhi non fossero più in grado di spostarsi da
Paul, come se qualunque muscolo del suo corpo non rispondesse più alla sua
volontà.
L’ho visto
accadere molte volte, l’incantesimo di Paul, su centinaia di ragazze ormai. E
ogni volta si ripete esattamente la stessa scena con lo stesso, identico
protocollo. Davvero patetico. Patetico, sì, perché ognuna di queste ragazze
cede a Paul solo perché è il fottuto Paul McCartney, non per quello che c'è
oltre il suo bel visino. E altrettanto patetico è Paul perché vuole solo vedere
quanto il suo incantesimo sia potente e efficace, prima di ignorare, per
sempre, la nuova ragazza, dopo aver aggiunto un'altra tacca alla sua cintura.
Le mie
potrebbero sembrare le parole di uno che è preda della gelosia. Beh, a dire il
vero... lo sono. E permettetemi di aggiungere un'imprecazione: lo sono, cazzo!
Fottuto Paul.
Io lo detesto. Dio, se non è così. Lo detesto con tutto me stesso. E
tanto lo detesto, oh sì, tanto lo detesto, tanto lo… amo.
Sono fottuto
anche io, vero? Io, John, lo stupido, Lennon. Come potrei non esserlo?
Innamorarmi del mio migliore amico. Di Paul McCartney. Benissimo. Bravo,
complimenti.
Diciamoci la
verità, è una situazione assurda, potenzialmente catastrofica. Se Paul lo
scoprisse… il che è un’opzione più che plausibile, perché è fin troppo
evidente, mi basta un solo sguardo da parte sua per farmi perdere la testa. Se
Paul lo scoprisse, sì, sarebbe la fine, la fine di me, di lui, dei Beatles. Lui
mi odierebbe, lo so, ne sono certo. Lo sento. Poi mi allontanerebbe per
sempre dalla sua vita e io non voglio, non posso fare a meno di lui.
Allora, sono
costretto a guardarlo in silenzio, a restare in silenzio ogni minuto che passo
accanto a lui, accontentandomi dei piccoli gesti che riserva solo a me, un
sorriso, uno sguardo ammiccante, la sua mano che sfiora qualche parte del mio
corpo. Sì, è una dolce tortura che accetto e affronto volentieri, pensando che
dopotutto, quello che condivido con Paul è unico. A nessun altro potrà
riservare questo comportamento, solo io.
Ed è questo a
rendere la mia tortura sopportabile. È questo che mi permette di andare avanti
senza impazzire, questa piccola lontananza che però mi consente di stargli
accanto, non proprio come vorrei, è vero, ma se allungassi la mano per
toccarlo, lo farei semplicemente allontanare da me, ora e una volta per tutte.
Perché noi
siamo come le rotaie su cui scorre un treno. Percorriamo il sentiero della vita
insieme, dall’inizio alla fine, quasi in modo ossessivo, ma non ci incroceremo
mai. Tutto quello che posso fare è stare accanto a lui e guardarlo, niente di
più. Eppure, c’è qualcosa di incredibile, nella testardaggine che ho io e che
ha lui nel continuare a correre l’uno al fianco dell’altro, perché sappiamo
entrambi che da soli, non siamo niente. Incompleti, questo saremo. Una rotaia,
da sola, non ha alcun senso. E io non ho senso senza Paul.
Allora, penso
mentre il regista decide di iniziare le riprese, confido in questa lieve
speranza, dolce e fragile come la vita stessa, d’altra parte, la speranza di
essere in qualche strano modo, unico per Paul.
Confido anche
in Paul, Paul che può avere tutte le ragazze del mondo, Paul che, però, non
avrà con nessun altro quello che condivide con me, Paul che ora si allontana
dalla ragazza, ignorandola, per raggiungermi con un piccolo saltello.
“Hai imparato
le battute, Johnny?” domanda, e il suo viso si illumina del sorriso più bello
che io abbia mai visto.
E io
restituisco il sorriso, il cuore si stringe, dolorosamente, dolcemente, una
sensazione a cui ormai sono abituato da sempre.
“Sì, Paul. Le
ho imparate.”
Da sempre e per
sempre.
Note dell’autrice: buongiorno e buon inizio settimana con
questa flungst. Dunque, dovevo scrivere una angst per una scommessa persa con ringostarrismybeatle,
ma io proprio non ce la faccio, a scrivere cose totalmente angst
e alla fine sono riuscita a inserire qualcosa di dolce anche in questa. Anche perché,
ammettiamolo, la frase iniziale utilizzata come prompt
è chiaramente flungst. E spero di aver ricreato l’atmosfera
di quella frase meravigliosa.
Allora, l’attrice
di cui si parla è Wendy Richard, che ha recitato in
una scena di Help!, la quale poi è stata scartata. Ma c’è questa immagine di
Paul immortalato mentre fa il galletto con lei, e ho cercato di immaginare una
possibile reazione di John, alla scena che si presentava davanti a lui. Povero John.
:’(
Grazie a kiki per aver corretto e ringostarrismybeatle
perché mi spinge sempre a scrivere angst. Blutta cattiva sei. :P
A mercoledì
con l’aggiornamento di Two of us.
Kia85