Mi sei mancata...
Ormai siamo a maggio, tra un mese o poco più ci saluteremo,
forse, probabilmente, per sempre.
Dopotutto, che senso avrebbe che ci frequentassimo ancora, una volta
terminato anche il settimo anno qui ad Hogwarts?
Eppure…
Eppure ogni volta che ci penso mi si stringe lo stomaco e mi viene un
improvviso e insensato desiderio di piangere.
Noi ci siamo sempre detestati.
Da sempre i nostri continui battibecchi erano consueta routine.
Ma da un po’ non litighiamo più.
Sono quasi due settimane, ormai.
E perché?
Perché ti scanso. Se ti vedo in corridoio, subito mi defilo
in un corridoio laterale, o se non ce ne sono, accelero il passo e non
ti do nemmeno il tempo di parlare.
Il motivo?
Semplicemente non voglio che mi guardi.
Non voglio più che mi fissi in quel modo, disprezzandomi per
quello che sono o per quello che faccio.
Da un po’ di tempo mi faceva troppo male.
E l’unico modo che avevo per sfuggire a quelle nostre stupide
discussioni che costantemente sfociavano in litigi idioti era quello di
starti lontano.
Nonostante faccia male.
Nonostante faccia incredibilmente male.
Ma non credere che non ti veda più da una settimana.
Appena ho un momento sgattaiolo fuori dalla sala comune e cercando di
non far capire ad altri le mie intenzioni, mi acquatto dietro agli
angoli e silenziosamente ti osservo, mentre cammini con il tuo passo
superbo, quando parli con i tuoi compagni di casa…
E quando sorridi con quel leggero velo di sarcasmo a una battuta o a un
argomento divertente.
Sono proprio una sciocca.
Se fino all’anno scorso mi avessero detto che mi sarei
invaghita di, di Draco Malfoy, probabilmente gli avrei riso in faccia.
E invece, ho veramente perso la testa per te, per i tuoi modi un
po’ bruschi, per quei tuoi capelli color platino, per i tuoi
occhi grigi che sembrano quasi in grado di travolgere con lo sguardo,
per i tuoi rari sorrisi che mi fanno battere il cuore a mille,
nonostante non siano rivolti a me.
Sei cambiato molto da quando eri lo spocchioso, borioso e irritante
ragazzino di undici anni che prendeva in mano la bacchetta per la prima
volta, nel periodo in cui ci siamo conosciuti.
Ora sei un giovane uomo, maturo, sicuro, fiero…
Se mi mettessi a elencare tutti gli aggettivi con cui descriverti,
probabilmente non finirei più…
Li riassumo in uno solo: irraggiungibile.
Quante speranze potrebbe avere una secchiona rompiscatole come me con
un ragazzo praticamente perfetto come te?
Hai sempre cortei di ammiratrici che ti seguono praticamente ovunque,
nella speranza di potersi almeno presentare.
Io non ci provo neanche.
Non avrebbe senso.
E poi non vorrei mai abbassarmi a tanto.
Che figura ci farei a unirmi a quelle oche che emettono sciocchi
risolini o strilletti solo se alzi gli occhi?
Penseresti che sono solo una stupida.
E comunque ho una mia dignità, io.
Succo del discorso: mi rassegno al destino di vederti presto con
un’altra ragazza, non di certo petulante come invece lo sono
io.
***
Ormai sono quasi tre ore che ti pedino ininterrottamente, credo che sia
giunta l’ora di tornare nella torre di Grifondoro.
Magari Harry e Ron stanno iniziando a preoccuparsi e poi
c’è il libro di Trasfigurazione che ancora mi sta
aspettando da questo pomeriggio.
Tu ormai sei rimasto solo e quasi sicuramente anche tu ora andrai nella
tua sala comune.
Così mi volto, diretta verso la mia sala comune, avviandomi
tranquillamente.
Probabilmente me la caverò in un’ora, massimo due,
per studiare quel che mi serve per confermare il mio
“Eccellente”.
Ma ho comparso appena un paio di corridoi che spunti
all’improvviso da un angolo, facendomi sobbalzare. Era una
vita che il mio sguardo non veniva ricambiato dai tuoi occhi di perla,
mi sembra quasi la prima volta che ti vedo.
- Sono due settimane che mi eviti, Granger. Eppure non mi sembrava che
l’ultimo diverbio sia stato più violento del
solito - mi dici con voce dura, quasi seccata.
- N-no… - riesco a malapena a balbettare io. Sono
estremamente sicura che le mie dannate guance stiano andando a fuoco,
maledizione. Il mio cuore sta battendo a mille ed è talmente
forte che sono certa che lo sentirai e capirai tutto quello che non
voglio farti sapere.
- E allora perché continui a evitarmi come se avessi la
lebbra?! -
Perché sei così irritato dalla mia lontananza?
- Perché me lo chiedi? - controbatto sommessamente
stringendomi nelle spalle e distogliendo lo sguardo per un attimo,
prima di riportarlo su di te.
Non è possibile, non ci credo!
Che cos’è quel leggero rossore che anche a te
è comparso sulle guance?
Perché hai distolto lo sguardo?
- N-non sono affari tuoi - cerchi di tenere un tono fermo, ma ti riesce
decisamente male.
Io mi fisso le scarpe.
Ormai l’imbarazzo si potrebbe tranquillamente tagliare con un
coltello…
Accidenti, mi sento una stupida e timida mocciosetta delle elementari.
Voglio assolutamente andarmene, mi sento troppo fuori posto.
- D-devo proprio andare… devo ancora fare i compiti d-di
trasfigurazione e… - non riesco a finire la frase che mi hai
afferrato per le spalle. Le parole mi muoiono sulle labbra.
Sei così incredibilmente bello.
- Promettimi… - è solo un mormorio, ma lo
percepisco come se lo stessi urlando.
- Promettimi che non mi eviterai più. Mi… mi sei
mancata - le tue parole mi riecheggiano nella testa almeno una ventina
di volte, prima che le comprenda appieno.
Sei così maledettamente vicino.
Poi, un istante.
E abbiamo capito con quel bacio tutto ciò che dovevamo
sapere.
***
So
che il sito è pieno zeppo di fanfic come questa, ma ho
deciso di fare
un piccolo regalo a una mia amica speciale fan sfegatata della magica
serie di Harry Potter.
Quindi, dedicata a
Virginia ^^
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