Hanarete
Alla me che non so comprendere
Alle persone che mi restano accanto
Al cielo che si sta tingendo d'azzurro
Non
capiscono, non capiscono.
Non riescono a
comprendere che lei vuole solo stare sola.
Le sue amiche -le
sue uniche due amiche- le vanno vicino e iniziano a parlare concitate
fra loro.
Vogliono far
parlare anche lei, lo capisce.
Ma sta zitta,
chiusa nel suo silenzio, e vuole solo che la lascino in pace.
Poi Midori
esplode e le chiede seccamente cos'ha.
Lei sorride. Non
un sorriso di gioia, ma di convenienza.
I suoi occhi non
brillano, ma si dischiudono per trattenere le lacrime.
Mormora un
"niente" poco convito, e la rossa sospira.
Lei sa che non
dovrebbe farle preoccupare così.
Solo che alcune
volte vorrebbe lasciar perdere cosa penseranno gli altri, e curare
anche un po' se stessa.
Vorrebbe davvero
essere se stessa, far uscire dalla bocca parole solo sue, parlare solo
quando davvero ha qualcosa da dire, e non per far felici gli altri.
Perchè
a forza di pensare alla gente, ha finito per dimenticare se stessa.
Ha finito per
trascurarsi, e ancora si intravede, coperta di lacrime, sangue,
polvere, ma non ha tempo per curarsi, deve pensare prima agli altri.
E' gelida, quella
sensazione, lungo la schiena.
Gelida,
perchè a volte il freddo scotta.
E si ritrova a
tremare, e nessuno lo vede, e si chiede se davvero la scorgono, o se
invece le passano attraverso con lo sguardo.
Ed è
strano, struggente, un doloroso richiamo di un'attenzione, una sola, un
sorriso vero, un'occhiata rassicurante, lei non chiede tanto, solo
qualcosa che le dica "ehi, io ti vedo".
Perchè
nessuno la capisce.
Nessuno sa chi
è veramente -forse nemmeno lei-.
Ma alla gente non
importa, non importa un bel niente, e si lascia trasportare dal vento,
con quell'aria distratta, sognatrice, racchiusa nei suoi occhi viola,
belli e luminosi come l'inizio dell'alba.
E nessuno li
vede, nessuno li nota.
E non
c'è più niente da sperare, niente in cui credere,
se non il tempo lento che scorre ticchettando, e che lei vorrebbe
divorare per arrivare lontano, lontano da lì, lontano dai
suoi coetanei che non vedono, magari sperare in qualcosa di migliore,
un futuro roseo in cui troverà qualcuno che la
amerà per quello che è.
Che poi, qualcuno
a cui piace c'è.
E' il vento, che
le porta sempre profumi di fiori lontani, e le parla in una lingua
segreta che non ha ancora imparato, che la rassicura e le dice che
lontano c'è un nuovo cielo più limpido e puro.
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