He
can't wait.
Appoggiandosi
al tronco di un vecchio albero, Jaime si chiede per cosa stia
sopravvivendo.
Sono
le sei del mattino e alle spalle ha una notte dura, spossante, che lo
ha ridotto ad essere l'ombra di sé stesso. Per quanto la
compagnia
di Brianne si sia rivelata più piacevole di quanto non
avesse
sperato, è pur sempre un prigioniero di una guerra che, ora
più che
mai, ha perso le sue fondamenta.
Un
anno lontano da casa, un anno passato in una cella umida a domandarsi
quando suo padre lo avrebbe tirato fuori da lì e riportato
ad
Approdo del Re. Una estenuante prigionia che ancora non andava
concludendosi, che gli aveva portato via ogni oncia di ciò
che in
passato era stato – lo Sterminatore di Re, ora recintato nel
fango
come un suino – ed infine, anche la sua mano destra.
La
speranza lo aveva abbandonato, la solitudine lo aveva logorato,
eppure l'unica cosa che in tutti quei mesi gli aveva concesso di
andare avanti era stato il ricordo di Cersei, dei suoi capelli lunghi
e mossi che le ricadevano lungo i fianchi, del suo sguardo tagliente,
delle sue labbra morbide e rosee, sempre pronte a sputare veleno e
frasi taglienti.
La
sua amata, dolce sorellina, la madre dei suoi figli, probabilmente
restava rinchiusa in una stanza guardando l'orizzonte, chiedendosi
quando o se si sarebbero mai rivisti.
Cersei.
Non poteva dire che gli mancasse perché sarebbe stato troppo
poco,
troppo astratto come sentimento. Quello che provava per il distacco
dalla sorella era un dolore fisico che gli attanagliava il petto come
una morsa.
Il
sole fa capolino da dietro alla collina, illuminando con i suoi raggi
freddi i fili d'erba ancora bagnati dalla rugiada. Il canto di un
usignolo riempie l'aria, mentre i passi pesanti di Brianne sono il
presagio di un imminente partenza. Le gambe di Jaime sono rigide e
stanche, troppo magre e indebolite dal tempo passato seduto a terra,
legato con corde possenti attorno a un palo; sa di non potersi
fermare, di non poter rallentare. Quella donna lo sta portando
esattamente là dove vuole arrivare e spera che, alla fine di
quella
marcia che pare non conoscere una fine, potrà finalmente
affondare
il viso nell'incavo del collo della sua gemella, inebriandosi con il
suo profumo e saggiando la sua pelle con un caldo bacio.
È
decisamente passato troppo tempo dall'ultima volta che Cersei
è
stata sua.
Jaime
lo sa: non può più aspettare.
È
la prima flashfic che scrivo su GoT e credo anche l'ultima; una sorta
di esperimento che doveva saziare solo la mia voglia di scrivere un
po' sui gemelli Lannister, due personaggi che amo ciecamente, sia
presi singolarmente che assieme, come coppia.
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