Guardandolo

di Julien Bathory
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"Forte, Impavido, di bell'Aspetto..."

Julién stava pensando a voce alta, inconsapevole della presenza di Edwin e Damon alle sue spalle.

"Gentile, Altruista.. Ma nemmeno legato al bene da ferree catene."

Gli altri due, alle sue spalle, abbozzavano l'uno una smorfia compiaciuta, l'altro una risata sotto ai baffetti.

"E sta anche facendo la legna per stasera.. Forse sarebbe meglio aiutarlo..."

Edwin annuì, in silenzio. Damon, invece, faceva fatica a trattenere la sguaiata risata che voleva tanto far uscire dalla bocca, storta in una buffa posizione.

"Oh, no.. forse è meglio prima aspettar qualche minuto.. E' tutto impegnato.. e..."

Il mago gli poggiò una mano sulla spalla, ghignando. Il povero Julién urlò, preso dal terrore e dal pallore della sorpresa. Da qualche metro, il pittore iniziò a sfogare ciò che aveva tarpato fino ad allora nel suo stomaco.

"D-Da quanto siete qui, voi due?!"

Edwin iniziò a sogghignare come suo solito, mentre rispondeva, socchiudendo gli occhi arcigni.

"Da abbastanza tempo, poeta. Da abbastanza tempo."

Il giovane divenne paonazzo, mentre Damon si avvicinava, e l'altro si dirigeva, lentamente, verso l'accampamento. Non aveva neppure pensato alle imbarazzanti conseguenze che gli avrebbero recato quelle frasi non troppo sconnesse.

"Allora, Jule. Non avevo visto male. Quel ranger ti piace proprio, eh? Ora so a chi sono dedicati quei sonetti che scrivi di nascosto. Dai, vieni qui."

E l'uomo gli strofinò le nocche sui capelli, facendogli stringere gli occhi.

Quelle amichevoli parole gli risuonarono nei timpani, fermando il tempo, per qualche utile istante.

In un secondo, aveva sentito il calore fraterno, l'estasi dell'amicizia, e la curiosità di una cotta.

Non aveva mai scritto niente che poteva minimamente raggiungere tale accorgimento.





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