Come per Gioco, l'Amore di Dharma (/viewuser.php?uid=33271)
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- Dai, ragazzi, correte!-
- Kiba, smettila di spingere!-
- Più veloci! Più veloci!|-
Sei ragazzi giunsero ansimanti in una radura ombreggiata, dove si
fermarono a riprendere fiato.
- Che dite, secondo voi ci trovano?-
- Ma dai, Ten, hai visto come eravamo veloci?! E poi, con quella
zavorra che si ritrova per compagno non ci raggiungerà mai!-
Soddisfatto, un ragazzo dal volto semi coperto da un enorme cappuccio e
due bizzarri segni sulle guance si schiantò all'ombra di un
albero. A lui si unì un giovane con una zazzera di capelli
castani ed il volto dipinto. In mano stringeva il copricapo nero che
solitamente indossava, ora tolto per il caldo eccessivo dovuto alla
lunga corsa.
- Non ditemi che siete già stanchi!- Ascoltate la forza
della giovinezza che scorre in voi e...-
- Sì, sì, Rock Lee, abbiamo capito.- A zittire il
compagno fu una ragazza dai lunghi capelli biondi legati in una coda
alta. Continuava a volgere lo sguardo in tutte le direzioni ed era
visibilmente ansiosa, quasi attendesse l'arrivo di qualcuno.
Una giovane dai capelli
scuri e gli
occhi candidi come la neve d'inverno si accostò timidamente
al
resto del gruppo, per avvertire gli amici
- S- Stanno arrivando.-
In quel momento, dal
folto del
fogliame verdeggiante sbucò un'immensa nuvola di sabbia, che
si
abbatta sui poveri malcapitati.
Una volta riemerso dalla
numerosa
quantità di fastidiosi granellini, il castano dal volto
dipinto
con linee violacee sbraitò contro il loro assalitore- Gaara,
ma
sei scemo?! Guarda che stiamo giocando, mica ci devi ammazzare!-
- taci, Kankuro. Ricorda
che sono qui
solo perché Tem mi ha pregato fino alla nausea di
controllare
che tu non faccia cavolate. E poi mi dovrò pur sfogare, dal
momento che mi avete messo in squadra con questo tipo.- La fredda voce
apparteneva ad un ragazzo dal viso inespressivo ed i capelli colore del
cielo al tramonto, il quale indirizzò le sue
parole al
compagno, un moretto dall'espressione stufa ed assonnata.
- Shika, era ora che
arrivaste!- La
bionda gli si avvicinò con passo deciso e lui la
salutò
con uno sbadiglio- Ciao, Ino.-
- Uffa, sei sempre il
solito!- Lo rimproverò lei.
- Hei, g- guardate
laggiù.-
Tutti volsero lo sguardo
nella
direzione indicata dalla timida moretta ed i loro occhi scorsero una
piccola casetta in pietra abbandonata. Era molto vecchia e le finestre
ormai rotte e rigate non permettevano che si potesse scorgere il suo
interno, mentre sulle mura l'edera aveva trovato il luogo
più
adatto lungo cui inerpicarsi, innalzandosi verso il limpido cielo di
quella calda giornata d'estate.
- Bravissima, Hinata.
Dai, andiamo a
vedere se si tratta di qualcosa di interessante!- I complimenti di Kiba
giunsero accompagnati da un'affettuosa pacca sulla spalla e la ragazza
arrossì violentemente per le troppe attenzioni a lei rivolte
grazie alla sua scoperta.
Insieme, gli otto amici
si
incamminarono verso la loro meta soffermandosi, infine, dinnanzi ad una
piccola porticina in legno ormai vecchia e sfregiata.
- Che dite, entriamo?-
Chiese Rock
Lee, poggiando una mano sulla maniglia arrugginita. Ad un cenno dei
compagni, il giovane spinse appena e l'uscio si spalancò,
facendo penetrare improvvisamente una gran luce all'interno di quella
vecchia abitazione. Addossati alle pareti vi erano numerosi mobili
impolverati e delle scale conducevano a quella che, un tempo, doveva
essere stata una piccola soffitta, il cui pavimento era ormai ridotto a
poche travi poggiate orizzontalmente.
- Ma
è...è fantastico!-
Kiba si catapultò eccitato all'interno della casetta,
rovistando
in ogni credenza e libreria e perlustrando tutte le stanze.
In breve, quel luogo
così vecchio ed abbandonato divenne una ragione di gran
divertimento per quei ragazzi.
- Hei, Hinata, vieni a
provare! E' divertente!-
La discendente del
Byakugan,
sentendosi chiamare, guardò verso l'alto e vide Ten Ten che
la
salutava dal piano superiore, in equilibrio su una delle assi del
pavimento.
- A- Arrivo.-
Così dicendo,
salì timorosa le scale e raggiunse gli amici, impegnati in
quella prova di coraggio ed abilità.
- Dai, Hinata, prova!-
Quell'ennesimo
incoraggiamento le
diede forza e così la moretta iniziò a
muovere i
primi passi incerti sul legno scricchiolante. Scivolò.
Chiuse
gli occhi. Si rimise in piedi e procedette a palpebre serrate. Ad un
tratto, però, uno scricchiolio più forte la fece
sussultare e si sentì precipitare verso il basso. Non fece
in
tempo a riaprire gli occhi, tuttavia, che qualcosa di inaspettatamente
morbido e ruvido frenò la sua caduta.
Solo dopo qualche
istante si
decise a riaprire gli occhi e, ancora tremante, si
ritrovò seduta su della sabbia fluttuante a pochi centimetri
dal
duro pavimento.
- Ma cosa diavolo avevi
intenzione di
fare?!- Gaara la guardava con espressione interrogativa ma, senza
attendere risposta, tese la mano alla ragazza e l'aiutò a
tornare con i piedi per terra. All'ultimo, però,
Hinata
inciampò, ancora scossa da ciò che le era appena
successo, e si ritrovò distesa sul pavimento, tra le braccia
del
suo salvatore. I loro sguardi si incontrarono per un breve istante, ma
l'attimo venne interrotto dall'arrivo dei compagni che, preoccupati per
il frastuono, erano accorsi a vedere cosa fosse successo.
Gaara e Hinata si
separarono
velocemente, tuttavia, perfino le gote di lui, celate sotto l'armatura
di sabbia, si tinsero di un leggero rossore.
- Shika! Hei, Shika,
dove sei?!- Ino alzò il volume della voce senza ottenere
risposta.
Dopo aver constatato che
Hinata stava
bene ed era uscita indenne dalla caduta, era tornata sulle tracce del
compagno, il quale era sparito dal loro arrivo alla casa abbandonata.
Continuò ad
aggirarsi nella
soffitta, quando un buco nel tetto non attirò la sua
attenzione.
Alcune casse in legno erano state accatastate per aiutare la salita
verso la crepa e così la biondina tentò di
arrampicarsi
su di esse, per controllare che il suo amico non avesse deciso di
rintanarsi lì per un sonnellino.
A conferma della sua
ipotesi, quando
Ino fece capolino con la sua chioma dorata dal buco nel soffitto
sfondato, la sua attenzione fu subito rapita dalla figura di un giovane
intento nell'osservare le nuvole, comodamente sdraiato sulle tegole del
tetto.
In cuor suo, la ragazza
dovette
ammettere che il suo compagno era un tipo davvero affascinante e
misterioso, ma si vide costretta a scacciare subito quel pensiero. Dopo
aver tentato invano di farlo suo, si era dovuta arrendere
dinnanzi alla lontananza di lui, occupato invece a trascorrere la sua
esistenza in un Universo così tranquillo, quale la propria
mente.
Intento a seguire
continuamente il
filo dei suoi pensieri, estraniandosi dal mondo esterno, egli non si
era mai accorto realmente delle innumerevoli attenzioni che quella
scorbutica ragazza gli rivolgeva di continuo...
- Ah, eccoti. Ti ho
cercato
dappertutto!Possibile che tu debba sempre sparire così?!-
Esclamò Ino esasperata. Tuttavia, quella volta la giovane
biondina non si limitò solo a stuzzicare l'amico. Era
determinata a scoprire ciò a cui Shikamaru stava pensando,
una
volta per tutte.
- Insomma ora basta.
Smettila di
avere sempre quell'espressione assente sul volto! Mi hai davvero
scocciata! E poi stai sempre ad osservare le nuvole e ti comporti come
se il mondo non esistesse...-
- Vuoi sapere
perché guardo
così spesso le nuvole?- La domanda giunse così:
improvvisa ed inaspettata, lasciando interdetta la ragazza. E, come
essa, anche la risposta si rivelò una sorpresa per Ino.
- perchè...mi
ricordano il
bianco riflesso nei tuoi occhi color del cielo.- Quelle parole uscirono
dalle labbra del ragazzo con tanta naturalezza da stordire la biondina,
che quasi credette di non averle udite. Tuttavia, la giovane kunoichi
scoprì che il sentimento provato per lui fin dal primo
momento
non era svanito dietro ad un atteggiamento di antipatia,
bensì
ora la attanagliava con maggiore calore.
Sorrise e, lentamente, si sdraiò accanto a lui. " Anche io
tengo molto a te, Shika..."
- Però, non è cambiata per niente!
E' rimasta la solita casa decrepita, anche dopo tutti questi anni...-
- Smettila, Kiba, parli come se fossi un uomo entrato nella terza
età! Guarda che ne sono passati solo dodici!- La ragazza
assestò una leggera gomitata all'amico e, insieme, tornarono
a
mettere piede in quel luogo pieno di ricordi.
- Hei, Ten Ten, guarda qui: ci sono ancora le impronte nella polvere
delle chiappe di Gaara quando Hinata l'ha spalmato sul pavimento
cadendo dal piano di sopra!-
La kunoichi tentò di zittirlo con un'occhiata torva ma,
trasportata dall'allegria di lui, li lasciò presto andare a
una
fragorosa risata.
- ...Sei bellissima quando ridi...- Quel mormorio attirò
l'attenzione di Ten Ten e la giovane si voltò verso il
ragazzo
con aria interrogativa.
- Ehm...niente, niente. Pensavo ad alta voce...- Kiba era pietrificato
dall'imbarazzo e il suo volto avvampò improvvisamente.
La Kunoichi lo osservò per qualche istante. Non aveva mai
visto
l'amico imbarazzato a tal punto. Poi, lentamente si avvicinò
a
lui e gli sussurrò all'orecchio- E tu sei tenerissimo quando
arrossisci.-
I loro occhi si incontrarono, mentre il respiro dell'uno riscaldava il
viso dell'altra. Infine, le loro labbra si accostarono, dapprima con
leggerezza, poi con decisione sempre maggiore. La passione si accese
negli animi dei due giovani e non li abbandonò neppure
quando
quel loro contatto non fu sciolto.
Kiba osservò ancora per un istante l'amica, prima di
sorriderle e intrecciare le sue dita tra quelle di lei.
Uscirono da quel luogo che tanto li aveva uniti e la luce del
tramonto illuminò i loro profili vicini.
- Ah- ah, ecco dove eravate finiti!- Una biondina sbucò dal
fogliame, tirandosi dietro il compagno visibilmente scocciato, ma
tacque subito non appena notò i due giovani mano nella mano.
Gli
interessati si affrettarono a sciogliere quel legame e Ten Ten
raggiunse l'amica per allontanarsi in sua compagnia, sotto gli occhi
interrogativi di Kiba- Certo che le ragazze sono proprio strane...-
- Cos'è, hai deciso di rubarmi le battute? A te non
è
andata così male, guarda che scocciatura che mi ritrovo io!-
Il
nuovo arrivato poggiò una mano sulla spalla dell'Inuzuka e
aggiunse- Forza, andiamo, il matrimonio di Hinata e Gaara è
tra
quattro giorni e se arriveremo in ritardo a Suna quelle due ci
seppelliranno sotto la sabbia!-
Kiba si voltò un'ultima volta verso la casa abbandonata, poi
si
rivolse all'amico- Hai ragione, Shika, è meglio andare.-
Allontanandosi, i quattro compagni ringraziarono in cuor loro quel
luogo che, nella sua insignificanza, aveva donato loro un futuro
gioioso.
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