Godric's Hollow, giugno 1980
James chiuse la Gazzetta
del Quiddich e si alzò.
Dal divano passò
alla poltrona, come se lì potesse raggiungere la
concentrazione necessaria alla lettura.
Si sistemò gli
occhiali, riaprì il giornale, ma , ben presto, si rese conto
che,per la prima volta in vita sua,di quella gente sulle scope non
gliene importava nulla.
Gettò a terra la
Gazzetta,mentre alcuni giocatori volavano dentro e fuori
dall'immagine in copertina.
Passò in rassegna
la stanza:la libreria,la credenza, il tavolo, il divano...
Quanta fatica avevano
fatto per accordarsi e scegliere i mobili!
Quanto caos avevano fatto
lui e Sirius imbiancando!E Remus, che dirigeva i lavori con fare
saccente,ma che,ad incantare pennelli era incapace quanto loro.
Quanti bei momenti
avevano passato lì ,lui e Lily, solo fino a qualche giorno
prima, ,accoccolati davanti al camino sognando il futuro e
progettando la loro vita insieme.
Quante volte da quelle
fiamme erano balzati fuori Sirius o Remus o Peter o tutti e tre
insieme.
Casa Potter, come diceva
sempre Lily,era uno zoo:accoglieva animali di tutti i tipi.
Non glielo avrebbe
permesso.
Non avrebbe distrutto
tutto quello che avevano creato, tutto quello che stavano creando.
Non in quel momento, in
cui tutto sembrava perfetto.
Non solo fuori infuriava
l'inferno,ma ora, quell' inferno stava entrando anche in casa sua.
Suo figlio non era ancora
nato, ma sul suo capo già pendeva un destino orribile.
Non glielo avrebbe
permesso.
Non avrebbe spazzato via
tutto.
Lui e Lily, sposandosi,
avevano voluto testimoniare che vivere era ancora possibile.
Che a vent'anni non si
rinuncia alla vita solo per colpa di un pazzo.
Non avrebbero abbandonato
i loro sogni e le loro speranze. Avevano deciso di aggrapparsi ad
essi ancora più ferocemente:solo quello li avrebbe mandati
avanti.
Sirius diceva che erano
due incoscienti:sposarsi e mettere al mondo un figlio in quei tempi.
Una vera e proprio
Potterata, anche se, da quando aveva saputo che sarebbe stato il
padrino del nascituro non stava più nella pelle.
Remus invece aveva
capito. Capiva sempre tutto, Remus.
E il buon Peter, bè,
Peter era felice,sinceramente felice per i suoi amici.
Si alzò di colpo e
decise di raggiungere Lily.
Da quando avevano
lasciato l'ufficio di Silente, Lily non aveva aperto bocca.
Si era trincerata nel suo
mutismo e, una volta a casa, si era barricata in camera, senza
parlare,con sguardo vacuo ed occhi persi.
Salendo le scale nella
sua mente James ripetè le parole della profezia.
“Nessuno dei due
può vivere se l'altro sopravvive. Quindi mio figlio o sarà
ucciso o si trasformerà in assassino.
Buono a sapersi .Mica
male per uno che,nonostante le maledizioni l'abbiano più volte
sfiorato, si è sempre rifiutato di usarne una Senza Perdono
contro i nemici.”
Arrivò davanti
alla porta della loro stanza:era aperta, ma Lily non era lì.
James camminò fino
all'ultima stanza del corridoio:una camera ampia, con tre grosse
finestre a dar luce all'ambiente.
Proprio per la sua
luminosità l'avevano scelta per Harry.
Sotto una delle tre
finestre lui e Sirius avevano piantato un faggio:per quando Harry
fosse stato adolescente sarebbe stato abbastanza alto da permettergli
fughe notturne prima della maggiore età, qualora la scopa gli
fosse stata requisita.
Perchè di una cosa
James Potter era certo:suo figlio sarebbe stato un ottimo giocatore
di Quiddich. Dopo tutto, il sangue non è acqua.
Poco ma sicuro e, con
Sirius come padrino ,Lily come madre e con Remus come coscienza
morale e fido consigliere, Harry sarebbe stato senza dubbio un
“Potter al quadrato”.
Trovò Lily davanti
ad una di quelle finestre,apparentemente stava fissando il
giardino,in cui stava spuntando la prima erba.
La abbracciò da
dietro,posando le sue mani grandi su quelle di lei,piccole,che
carezzavano il pancione di otto mesi.
La testa di lei
nell'incavo della sua spalla.
“L'avete piantata
troppo tardi, James, di questo passo ora che cresce è
autunno.”disse,riferendosi all'erba.
Lui non rispose e osservò
per l'ennesima volta la stanza che avano preparato per Harry.
Azzurra,così
l'aveva voluta Lily,
Sulle pareti però
campeggiavano già gli stendardi di Grifondoro(“perchè
un Potter può stare solo lì!”pensava James,carico
di orgoglio paterno),e, come James ricordava con sommo divertimento,
non era stata un'idea solo sua e di Sirius, ma anche Remus ci aveva
messo del suo e i poster dei Cannoni di Chudley, sebbene Sirius
sostenesse che non era il caso di inculcare in un bambino così
piccolo la fede in una squadra di perdenti e proponesse quelli del
Puddlemere United.
In un altro angolo
,invece, si poteva notare l'influenza che Lily e Remus :libri di
fiabe magiche e Babbane erano stati ordinatamente riposti sugli
scaffali.
Ovunque poi si poteva
vedere ogni sorta di giocattolo:peluches,costruzioni, trenini
incantati e palle da Quiddich per bambini.
Entrando in quella stanza
si capiva una cosa:pochi bambini avrebbero ricevuto tanto amore
quanto Harry James Potter.
Lily si girò ed
affondò la testa nel petto del marito:
“James io voglio
solo che mio figlio sia normale!Non me ne importa niente se diverrà
o meno un eroe. Io voglio solo che sia un bambino normale!”Lily
piangeva,piangeva ed urlava.
Le lacrime scorrevano a
fiotti sulle sue guance.
Con i pugni stretti
colpiva James,sconvolta,impaurita,arrabbiata.
“Non voglio! Non
voglio!Non voglio!E' un bambino!E' solo un bambino!Il mio bambino!”
“Non gli accadrà
niente Lily,non gli accadrà niente. Nostro figlio crescerà
e noi lo accompagneremo a prendere la sua prima bacchetta,gli daremo
due zellini e uno Zuccotto di Zucca quando perderà il suo
primo dentino, lo vedremo giocare a Quiddich e diplomarsi. Mi hai
capito? E poi, non è detto che sia lui...”provò a
dire James.
“E' brutto da dire
e Alice Franck sono nostri amici, però, meglio loro che
noi...”disse Lily. Quelle parole le bruciavano e contenevano in
sé una certa cattiveria.
James non rispose:era
brutto da dire,sì,ma, sicuramente anche Alice a Franck
facevano lo stesso ragionamento.
“E se dovesse
scegliere noi ?”
“Se dovesse
scegliere noi, lo affronteremo. L'ho incontrato tre volte , quel
bastardo.”
“E se non dovesse
bastare?Se, nonostante questo, ad Harry succedesse qualcosa?Io non
voglio che sulle sue spalle ci sia un peso così grande:deve
essere un ragazzo vivace e spensierato, senza problemi, libero solo
di preoccuparsi di Quiddich,scherzi e ragazze.”
“Ci saremo noi ad
assumerci il peso delle sue preoccupazioni:lui non dovrà
badare a nulla.
Ci saremo noi.”
“James... e se ci
succedesse qualcosa? Se ci trovasse?Non ci vorrà molto perchè
venga a sapere dove viviamo.”
“ Se ci trovasse lo
affronteremo a testa alta. Non ho paura di lui. Di una cosa sono
certo:Harry vivrà. Harry crescerà. Dovesse costarmi la
vita, mio figlio vivrà.”
“Harry vivrà.
Dovessi morire, ma Harry vivrà. Io e te lo difenderemo.”Lily
parlò con convinzione.
Non aveva più
paura, o meglio, ne aveva, ma lei e James non avrebbero permesso che
quel mostro portasse via il loro bambino.
Le mani posate sul
pancione,una intrecciata all'altra.
Una promessa,fatta a loro
stessi prima che ad Harry.
Una consapevolezza.
Harry sarebbe vissuto.
Perchè mai nessun
bambino sarebbe stato amato quanto Harry James Potter.
Allora,piaciuta?Lasciate
un commento,sia positivo che negativo.
So che prima della
nascita di Harry non avevano ancora deciso di fare l'incanto
Fidelius, però, suppongo, che Voldemort non sapesse dove si
trovavano e dove vivevano...
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