Se questo
è un sogno vi prego di non svegliarmi!
Capitolo 1:Central.
La pioggia scendeva lenta su Central city quella notte.
Il nuovo comandante supremo dell’esercito, il flame
alchemist, Roy Mustang, si trovava in una bettola a bere whisky, solo.
Il tempo di quella sera sembrava rispecchiare perfettamente lo stato
d’animo del bel moro.
Il ‘suo’ fagiolino era a Resembool da quella
meccanica sclerata, che gli correva dietro da quando quel microscopico biondino
aveva solo quindici anni.
Non che il giovane se ne fosse mai reso conto eh..? Era sempre troppo
impegnato per pensare all’amore, e aveva sempre visto Winry
come una sorella niente di più.
Ma, ora aveva i suoi bei vent’anni, era cresciuto, era diventato ancora
più bello e alto quasi quanto il moro.
Era riuscito a ridare il corpo al suo otouto,
ma non aveva potuto riprendersi i suoi arti; per questo era dovuto tornare
nella sua città natale: per sistemare i suoi arti meccanici danneggiati
nell’ultima missione.
Mustang si ritrovò a pensare, con un sorrisetto ironico a quando quel
biondino era entrato raggiante nel suo ufficio, informandolo allegramente di
essere riuscito nella sua missione, con quel sorriso che mai prima di quel
momento aveva visto su quel viso così giovane eppure così soggetto alla sofferenza.
Lo aveva poi guardato, con i suoi occhi di pura tenebra e con il suo
solito sorrisetto beffardo chiese «Ora, lascerai a me il tuo guinzaglio,
Acciaio?»
Il biondo si avvicinò alla scrivania del suo superiore, e prendendo il
suo orologio d’argento, il simbolo che lo portava ad essere chiamato ‘cane
dell’esercito’ nonostante, Edward Elric fosse sempre dalla parte del popolo e
dei più deboli; e lo fece dondolare sulla superficie liscia della scrivania
tenendolo per la catena.
«Sa, Taisa di merda..»iniziò riprendendo tra
le mani l’oggetto d’argento
«Credo proprio che resterò qui per torturarla un altro po’» finì con un
ghigno.
L’allora colonnello, il grande Roy Mustang, non poté che esserne
estremamente felice, il suo fastidiosissimo nanerottolo aveva deciso di restare
con lui nell’esercito.
Ovviamente mantenne la sua facciata di superiore rompiscatole e
sbuffando rispose «E io che credevo di essermi tolto un peso..»
«Si ricordi che le devo ancora i 520 cent»gli
fece notare, ricordando il ‘prestito’ e la promessa alla quale era legato.
Il giorno stesso in cui si svolse la cerimonia per la nomina ufficiale a
comandante supremo, il giovane Elric gli rese gli spiccioli, facendosene
prestare altri con la promessa di renderglieli, quando finalmente Amestris sarebbe tornata all’antica pace.
Edward era partito per la manutenzione da una settimana e Roy non aveva
sue notizie d’allora.
Le domande, alcune patetiche e altre paranoiche che frullavano per la
mente inebetita dall’alcol del comandante supremo erano:
“Chi sa se sta bene?” o “Non ha voluto che nessuno lo accompagnasse! E se fosse
stato attaccato prima di arrivare a Resembool!?”e
così via, fino che i fumi dell’alcol non gli impedirono di riflettere
lucidamente; il moro bevve fino a quando il barista, che conosceva Roy
praticamente da quando aveva l’età per bere, lo fece riaccompagnare a casa da
un taxi.
Il giorno dopo, verso il tardo pomeriggio, il nostro comandante supremo
fu svegliato da un continuo martellare alla porta, un vero toccasana per il suo
dopo sbronza.
Con la testa che gli pulsava dolorante e passi mal fermi si avvicinò
all’ingresso.
Con uno sguardo di chi potrebbe uccidere, si affrettò ad aprire la
porta, per fulminare il povero sventurato quale aveva avuto la malsana idea di
andare a disturbarlo in quell’unico giorno libero, il primo, dopo mesi che si
prendeva.
«Salve Comandante Mustang!»
Mustang sbatté più volte le palpebre.
«Che diamine t’è successo FullMetal?!»Domandò
leggermente in panico vedendo il giovane alchimista con il capo e il braccio
sinistro fasciati.
«Ecco..»il biondino scrutava con gli occhi
l’entrata dell’appartamento del suo superiore, grattandosi imbarazzato il capo.
«Entra…ma cerca di non fare troppo rumore.. ho la testa che scoppia»fece l’uomo invitandolo ad accomodarsi in salotto
con un cenno della mano.
Dopo che Roy prese un’aspirina, si accomodò nel salotto.
«Dunque Acciaio.. che diamine ti è capitato mentre eri in viaggio?»
Il biondo abbassò lo sguardo e con un filo di voce rispose.
«Mentre ero in viaggio..niente..Win ha
scoperto una cosa e…diciamo che questa è la punizione per non averle riferito
niente prima..» disse grattandosi imbarazzato la guancia con un dito.
Il comandante ci capiva poco e niente, il dolore al capo era ancora
terribile, e il fatto di essersi trovato fuori dalla porta quel biondino con
sospette fasciature lo confondeva altrettanto.
Che non avesse capito esattamente perché tra tutti quelli da cui poteva
andare avesse deciso di andare da lui, poi e un'altra faccenda, ma non gli
dispiaceva così tanto in fin dei conti.
«E sei qui per…chiedere asilo politico?» domandò scettico massaggiandosi
le meningi doloranti.
Edward arrossì leggermente e mantenendo lo sguardo basso ridacchiò «No..
ma ehm.. Win e Al hanno fatto una specie di..ehm.. patto(?), più una velata minaccia.. e diciamo che
se io non riuscissi in questa ‘missione’..ehm..
potrei finire in ospedale..eh eh»ridacchio
imbarazzato.
«FullMetal non ho preso un giorno libero per
accontentare te e i tuoi parenti..» protestò il moro non capendo dove volesse
andare a parare il biondo.
Edward parve cercare le parole adatte da riferire a Mustang, infatti
aprii e chiuse più volte la bocca come se stesse per dire qualcosa ma che poi
se ne pentisse proprio prima di pronunciare verbo.
Passo circa tre minuti a fare così.. quando ormai stufo Roy si stava per alzare
dalla poltrona sulla quale era seduto, Ed senza preavviso alcuno poggiò le sue
labbra torturate, su quelle del superiore, prendendolo alla sprovvista.
Il biondo sentendo che il moro non rispondere al bacio, si staccò e
rosso come un peperone, uscì da quell’appartamento sussurrando delle scuse.
Roy ancora seduto sulla poltrona con le labbra schiuse e gli occhi color
pece sbarrati si domandò cosa diavolo fosse capitato al suo subordinato.
Con la mente ancora intontita ci mise un po’ per registrare il fatto
appena accaduto e stabilì che gli avrebbe chiesto spiegazioni il giorno dopo;
con un irregolare battito cardiaco poi decise di andare a farsi un bagno caldo,
sarebbe stato inutile rincorrerlo, testardo com’ era, avrebbe rischiato di
finire sotto un treno.
Edo era corso fuori dall’appartamento del suo superiore con il viso
rosso e gli occhi leggermente lucidi.
“Che ho fatto?” si domandò tirando un pugno al muro del vicolo nel quale
si era ritrovato e lasciandogli un solco.
“Ora sicuramente non mi vorrà più vedere! Sono un idiota! Non avrei
dovuto permettere a Winry e Al di immischiarsi.”
Si rimproverò mentalmente avviandosi con passo mogio e gli occhi bassi
verso il suo appartamento.
Fine primo capitolo!
Salve a tutti! Che ne dite? Vi piace come inizio? Cosa succederà ora?
Cosa c’entrano Al e Win?
Io volevo scrivere questa storia come una ff
“Triste”, ma come vedrete non sono riuscita nel mio intento la mia assurda
indole da romantica persa è superiore alla mia volontà, purtroppo..Un
giorno ci riuscirò*annuisce convinta*.
Ma tornando a noi, la fic è una mini-long, penso tre-quattro capitoli,
ed è finita!
Non riesco a pubblicare una cosa che non ho finito, perché potrei
lasciarla e non voglio che nessuno ci rimanga male se magari si appassiona ad
una mia storia*ci crede solo lei*.. l’aggiornamento sarà una volta a settimana.
Sarei molto felice di leggere le vostre opinioni!
A presto kisskiss
BeMyValentine!;**