L'INIZIO
Siamo
all'inizio del nostro millennio, non ci sono più guerre in
giappone,
se non quelle private dei borghi per conquistare qualche quartiere,
di queste guerre ce ne sono molte, così tante da poter
portare
fortuna a mercenari.
Tra
questi ce n'è uno molto famoso, di nome Yukan Senshi,
quest'ultimo
anche se giovane ha una lunga esperienza con la spada, ciò
lo rende
il più gettonato tra i suoi colleghi.
Un
giorno, il viaggio di Yukan lo porta in una cittadina dell'estremo
est: Nigata.
Si
trova li per un contratto da 170°000°000 di yen, Yukan
non sapeva
il nome, ne il lavoro che doveva svolgere, il mittente scrisse una
lettera 2 settimane fa a il contatto di Yukan.
Yukan
ha fiducia in se stesso, ma sopratutto, sentendo dentro di se che
questa missione sarebbe stata diversa dalle altre.
Yukan
lesse che si doveva incontrare con il misterioso mittente in un bar
molto sporco, si chiamava “Yoi jinsei”, ma sembrava
l'esatto
opposto, appena Yukan entrò in sala tutta l'attenzione si
posò su
di lui, i loro sguardi torti facevano sentire Yukan a casa(
è sempre
abituato a avere gli sfavori in una squadra).
Si
sedette, ordinò un piatto di ramen e attese, poco dopo vide
uscire
dal bagno un ragazzo, molto probabilmente un figlio di papà
dal suo
abbigliamento, che usciva ubriaco con due suoi amici e una ragazza,
molto probabilmente erano in bagno a fare delle cosacce con lei,
Yukan non gli volse più di quello sguardo, poiché
era arrivato il
suo piatto, nonostante non li avesse degnati di uno sguardo, il
figlio di papà arrivò e sedette accanto a Yukan,
-Ehi
amico, cos'hai dietro la schiena?- chiese il figlio di papà
con la
puzza di sakè che emanava avrebbe fatto fuori un elefante
-Settila
di parlarmi, non sei degno di nessuna mia risposta- il ragazzo si
mise a ridere, e tirò fuori la pistola
-Vedi
questa bastardo? Si chiama pistola, e se non mi rispondi ti ficco una
pallottola la dove non batte il sole, e se provi a fregarmela i miei
amici ed io ti spariamo.- Yukan non distolse il suo sguardo dal
piatto di ramen
-Vedo
che sei davvero ingenuo...- poi la pistola di quel figlio di
papà
scomparve e riapparve nella mano di Yukan, allora gli amici, compresa
la ragazza, tirarono fuori le pistole, Yukan sparò ai calci
delle
pistole facendole volare via, a quel punto chiese al figlio di
papà
che nel frattempo era caduto all'indietro
-Scegli
tu il bersaglio della mia prossima pallottola, o te, o loro.-
indicando i suoi amici
-Loro,
loro!! risparmiami ti prego, ti pagherò bene!!-i suoi amici
lo
guardarono strutti, allora Yukan lanciò la pistola a loro
dicendogli:
-Ora
sapete che razza di amico avete, vedete voi.-lui nel frattempo aveva
finito il piatto, ringraziò del pasto e uscì dal
risorante.
Appena
uscito si fermò, aveva sentito una presenza, poi un buon
odore.
-Piaciuto
lo spettacolo?- chiese Yukan
-Si,
ma non sono ancora sicura delle leggende che ti descrivono.- la voce
era femminile, quasi sensuale.
-Quali
leggende?- chiese yukan sorridendo
-Quelle
che raccontano della tua spietatezza e della tua bravura...- mentre
la ragazza parlava Yukan sentiva un'odore buono, ciliegia.
-...
e questo è quel che so su di te. Basta per la tua fama?-
finì lei.
-Anche
troppo.- disse Yukan ridendo.
-Allora?
Accetti?- chiese la ragazza.
-Accetto
cosa? Non mi hai detto nulla cara...- rispose Yukan
-Kimiko.
Kimiko Yoi.- disse la ragazza, con voce chiara.
-Ooooh!
Quindi il tuo cognome è carina, davvero interessante.- disse
Yukan.
-Comunque
non mi hai detto niente della missione, ne di dove, ne di quando, ne
chi è il bersaglio e il mio compenso... quindi, come puoi
pensare
che io accetti?- cambiò improvvisamente tono, e divenne
serio,
Kimiko non perse il suo sguardo glaciale.
-Andiamo
con ordine... seguimi.- gli disse con voce fredda, Yukan non si
fidava, ma per guadagnare e per avere un'ingaggio avrebbe fatto di
tutto, quindi la seguì.
Dopo
molto tempo che camminavano entrarono in un vicolo buio, ad un tratto
Kimiko si fermò, Yukan si guardò attorno, e vide
4 figure nel buio.
-Mph!
Dovevi portare qualcuno in più.- disse Yukan sorridendo.
Due
dei loschi figuri attaccarono alle spalle, Yukan deviò i
loro colpi
girandosi e con una mano li mise k.o. Poi toccò agli altri
due, che
attaccarono con delle spade. Yukan mise una mano sulla sua e la
estrasse, colpendo i due ad una velocità incredibile,
invisibile a
occhio nudo, poi ripose la spada nel fodero e si diresse verso la
ragazza.
-Ora
dimmi se mi assumi, queste mezze cartucce nn erano niente, se m vuoi
mettere alla prova ti conviene trovare qualcosa di meglio...-
passò
davanti a Kimiko e nn si fermò, finchè Kimiko nn
lo riprese per un
braccio, Yukan si voltòe vide la faccia di Kimiko sorridente
e
calda, non fredda come prima.
-Scusa
per la prova, ma dovevo essere sicura che fossi tu. Mi capisci vero?-
disse Kimiko con aria felice, Yukan rispose in modo altrettanto
felice.
-Tranquilla,
non capisco ma
va bene.- poi Kimiko gli diede dei fogli, delle taglie e un fascicolo
pieno zeppo di numeri e nomi.
-Cosa
ci dovrei fare con questa roba? - chiese Yukan.
-E'
tutto quello che sono riuscita a raccogliere sui tuoi obbiettivi,
tagllie comprese.-
-Quindi
sono ricercati, e a quanto pare anche molto bravi.-
-Come
lo hai capito? Hai solo visto le taglie.- chiese kimiko perplessa.
-Considerando
l'incremento e il ribasso dello Yen negli ultimi anni, questi per
avere una taglia del genere devono essere in giro da molto tempo.-
Kimiko nno si meravigliò, sorrise, e poi cominciò
a camminare.
-Non
mi hai detto tutto.-
-Ti
ho dato il tuo lavoro, avrai le loro taglie, come riconpensa.-
-Non
è di questo che voglio parlare. Perchè?-
-Prego?-
kimiko si fermò di colpo e girò la testa di 45
gradi a destra.
-Nessuno
vuole uccidere qualcuno e se ne scappa, tu vuoi venire, ma hai un
problema.-
-Comincio
a pentirmene di averti assunto.- Kimiko se ne andò, Yukan
non seguì
il suo committente
aveva
anche lui da pensare, ma qualcosa in quella ragazza lo turbava, si
sentiva a disagio a stare insieme a lei.
Tuttavia,
secondo Yukan, aveva del potenziale, e lui era famoso anche per il
suo occhio da intenditore.
Era
arrivata notte, Kimiko stava rientrando a casa dopo il turno di
lavoro extra al centro commerciale.
-Uff...
non sopporto quando mi chiedono lo straordinario- ripetè fra
se e
se. “certoche una parte dei soldi delle taglie mi avrebbe
fatto
comodo” pensava, all'improvviso davanti gli spuntarono un
paio di
ubriaconi.
-Ragazzi,
quante me ne capitano in una giornata.-
-Hey bella, ci vieni con noi a fare una bevuta?- il
ragazzo più ubriaco
era alto, portava i capelli raccolti in treccia dietro la schiena,
inoltre indossavaun'abito nero e aveva una stella tatuata sul collo,
il secondo aveva un naso enorme, e un giubbotto di pelle marrone e
dei pantaloni bianchi.
-Uno,
Tatsuma Shinaru, detto “il nero”, ricercato per
vari stupri,
taglia 15'000 Yen.- disse Kimiko con freddezza.
-Che
cosa...- rispose Tatsuma.
-Due,
Koraksui Kamamushi detto “nasone”, ricercato come
compare de “il
nero”, taglia 5'000 Yen.-
-Cavoli!
Non lo dirai a nessuno!- Koraksui cercò di tirargli un
pugno, ma
Kimiko lo schivò e riempì la sua faccia di gas, e
improvvisamente
Koraksui cadde a terra. All'improvviso da davanti a Kimiko si
presentò la mano del nero, che la prese per la gola e la
sbattè a
terra.
-Cosa
vuoi da noi?- chiese Tatsuma.
-Niente
da tutti e due, ma voglio solo te.- disse con voce sensuale Kimiko
-Ma prima dimmi: sei tu, Tatsuma Shinaru, e il tuo compare Koraksui
Kamamushi, ad avere stuprato, tutte le ragazze di cui siete accusai?-
-Mph!
Si, sono stato io!- Disse chiaramente Tatsuma.
-D'accordo,
ecco la tua riconpensa!- Kimiko presse col dito sul petto di Tatsuma,
che svenne. Kimiko prese in mano il telefono e fece un numero.
-Polizia?
Si sono Kimiko, la figlia del capo. Ciao Jin, senti ho 2 ricercati
per varie accuse di stupraggio nel distretto di Kamigokucho... certo,
te li porto.- prese i due complici e li consegnò a una
volante della
polizia.
-Aligato,
Kimiko-sama.- ringraziò un ufficiale.
-Di
niente, buonanotte.- rispose Kimiko con i suoi soldi in mano, e dopo
si avviò verso casa.
-Sono
a casa!- disse Kimiko appena entrata.
-Oh,
ciao Kimiko, come è andato il lavoro?- una signora
dall'aspetto
piuttosto giovane la venne a salutare, era snella e alta,
avrà avuto
40-45 anni, portava un grembiule rosa ed era sua madre.
-Bene
mamma, te invece? Come sta Papà?-
-Oooh,
il solito brontolone con il suo sakè in mano e la sua spada
a
portata di mano.-
-E,
dimmi è arri...oh?- le stava squillando il telefono, Kimiko
lo prese
per leggere il messaggio, diceva solo: “ASSECONDAMI”
Kimiko
non sapeva di chi fosse il messaggio, ma subito dopo qualcuno
bussò
alla porta. Kimiko andò ad aprire.
-Si?...
iiiiiiiiih!- fuori dalla porta c'era Yukan.
-t-tu?-
-Kimiko,
ma che...?- chiese la madre di Kimiko.
-Salve,
lei dev'essere Satsuki-sama, l'incantevole madre della sua
altrettanto incantevole figlia.- disse Yukan con voce timida e
servile.
-E
lei signore, chi sarebbe?- Chiese la signora Satsuki.
-Ops!
Mimperdoni. Sono il fidanzato di sua figlia, mi chiamo Yukan Senshi,
piacere di conoscerla.- disse inchinandosi.
-Oh,
ma che ragazzo a modo! Kimiko, perchè non ce lo avevi detto
prima?-
-Ergh...
ecco...- Kimiko indugiava, non sapeva cosa passasse nella mente al
suo mercenario.
-Kimiko
aveva paura che io non sarei stato accettato nel vostro nucleo
familiare, soprattutto da suo padre che mi ha detto, avere un
caratteraccio. Ma sono sicuro che non sia antipatico come dice.-
Intervenne Yukan.
-Oooh,
no. E' molto peggio. Ahahahahahahahahahahahahahah!-
-Ahahahahahah!
Oh, signora, lei è una sagoma.-
-Prego,
se vuoi unirti a noi per cena, non fare complimenti.-
-La
ringrazio infinitamente.- disse Yukan sfoggiando un sorrisone.
-Ehm...
mamma, potresti lasciarci un'attimo soli?- chiese Kimiko.
-M...ooooh,
certo,certo. Uhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuh.- “chissà cosa
pensava”
diceva dentro di se Kimiko, appena sua madre se ne andò, lei
si
rigirò a muso duro verso Yukan – Che caz..cavolo
pensavi di
fare!!?-
-Se
io rischio la mia vita per un tornaconto personale, preferirei
sapere, perchè i mio cliente fa il codardo e scappa! Quindi,
o mi
dici che succede o non se ne fa nulla!-
-Cosa
ti fa pensare che ho bisogno di te?-
-Ho
visto gli obbiettivi:
-Byakuya
Sakura, ricercato capo della mafia del Giappone;
-Xiao
Xion, capo dell'esercito del dragone cinese;
-Jack
Jonak, capo delle bande di tutta l'America;
-Al
Capone “Gang” Bege, Capo ditutta la mafia europea,
e comandante
dell'esercito più spietato dell'intero globo. Non sono
bersagli
facili.-
-Il tuo lavoro è renderli inoffensivi, e
consegnarli alla giustizia!
Non mi interessa come farai, ma lo devi fare, chiaro?- disse kimiko
con tono arrabbiato.
-Invece
ti interesserà, perchè tu vieni con me!- rispose
con tono
scherzoso.
-C-che?
Io... ecco...- Kimiko sembrò dubbiosa, a quel punto Yukan
tornò
serio, poi prendendogli la mano le disse:
-Io
vorrei solo che questo viaggio lo facessimo io e te, insieme.- alla
parola “insieme” Yukan si inchinò, e
Kimiko arrossì di colpo.
-Quale
viaggio?- disse dalla porta della cucinache comunicava con la porta
d'ingresso,era appena uscita dai fornelli.
-Ve
ne avrei parlato a cena insieme a Kimiko. Tesoro non le hai detto
nulla?- Kimiko era perplessa, Yukan deviò la domanda.
-Ma
se non le dispiace le racconterei tutto davanti ad un piatto, che ne
dice?-
-D'accordo.
Ohohohohoh!- a quanto pare Yukan si era accattivato la madre.
-Ricordati
che qui sei ospite, comportati di conseguenza.-
-Tranquilla.-
A queste parole, si dileguò.
Si
rividero a tavola, lui che serviva insieme a sua madre scambiando
battute sarcastiche sul proprio sashimi; poi, quando tutto venne
portato in tavola, finalmente, smetterono di sghignazzare, e Yukan si
sedette a tavola accanto a Kimiko. La tavola molto elegante, sfarzosa
e piccola, rappresentava in tutto e per tutto la grandezza delle
piccole cose, che Yukan apprezzava. Per un momento gli
sfuggì un
sorriso sincero.
-Aspettate
qui, chiamo Richard.- La madre di Kimiko andò nella stanza
in fondo
al corridoio bianco. In quel momento Kimiko si avvicinò a
Yukan e
gli disse in un orecchio:
-Vedi
di non fare mosse strane, ora.- mentre la madre di Kimiko parlava con
Richard, il padre di Kimiko, Yukan rispose alla ragazza:
-Ora
ti dico una cosa: io viaggio per il giappone da quando avevo 12 anni,
mi guadagnavo da mangiare cacciando, ho visto templi, cacciato
persone per soldi. Niente a questo mondo mi può spaventare o
far
sussultare.-
-Vedremo.-
Rispose a sua volta Kimiko.
Non
si sentiva sicura nell'udire quelle parole. Inoltre Yukan continuava
a chiedersi perchè voleva che lei lo accompagnasse, e non
aveva il
coraggio di chiederlo prima che fosse tutto finito. Tra l'altro,
Kimiko pensava che dopo aver visto suo padre e aver parlato con lui,
Yukan si sarebbe arreso.
Infine
uscì.
Un'uomo
molto alto ma stecchino.indossava un abito tradizionale, bianco e
molto largo, ma dal collo si notava la sua debolezza; aveva un'aria
fiera e dignitosa, testa alta e petto in fuori.
-Quindi
saresti tu... il fidanzato nascosto di mia figlia.- Disse, sedendosi
a tavola.
-Si
signore. Il mio nome è Yukan Senshi. Molto obbligato.-
Rispose egli,
alzandosi e chinando il capo.
-Non
fare l'educato solo per far colpo su di me, sono vecchio, ma non
stupido.-
Richard
aveva un'aria molto sveglia, era chiaro che fosse lo sceriffo di quel
paesino. Non assomigliava assolutamente alla figlia, e neanche la
madre aveva dei tratti comuni a quelli della ragazza. Al che, venne
un dubbio a Yukan.
-Chiedo
scusa per la domanda franca, ma per caso Kimiko è stata
adottata?-
Dette queste parole la madre e il padre di Yukan rimasero un poco
stupiti, subito dopo il padre lo prese da parte con una forza non
comune. Lo avvicinò e gli disse a bassa voce:
-Come
fai a saperlo? I dati della sua adozione li ho cancellati quando
ancora ero nelle forze COUGH!...coff cofff...-.
Iniziò
a tossire e sputare sangue.
-PADRE!-
Gridò Kimiko mentre la madre soccorreva Richard. Yukan prese
degli
aghi da cucina e ne conficcò cinque in punti precisi del
corpo,
facendolo crollare.
Kimiko
si era apprestata a fermarlo, ma aveva agito troppo tardi.
-Pazzo!
PAPA'! IO TI AMMAZZO YUKAN!- prese il coltello da cucina, fece per
ficcarglielo nel petto quando la voce di sua madre come un fulmine
intervenne:
-Ferma!-
Kimiko la guardò male e sua madre non tardò a
dargli una risposta,
-Quel pazzo ha salvato tuo padre!-.
Kimiko
non credeva alle propie orecchie, si voltò nuovamente verso
Yukan il
quale aveva posato le mani sulle spalle di Kimiko e gli disse con
tono rilassante:
-Non
potrei mai fare del male a tuo padre, ho solo rallentato il flusso
circolatorio e diminuito la respirazione puntando a dei punti di
pressione molto precisi. Ciò a provocato uno stress
psicofisico
portando allo svenimento di tuo padre. Se avesse continuato a perdere
sangue sarebbe peggiorato e in poco tempo la sua vita si sarebbe
accorciata-.
Kimiko
e sua madre erano sconvolte, la più giovane
perchè, sì, credeva
alle parole di Yukan, però si sentiva sbalordita dalla
conoscenza
che aveva Yukan delle arti mediche e della conoscenza anatomica, e
ancor più dalla sua potenza e precisione Anche la madre era
stupita
dalle conoscenze mediche. A causa dell'incidente, la madre di Kimiko
aveva capito che Yukan non era ciò che appariva.
Yukan,
Kimiko e la madre della ragazza passarono la notte a parlare del
viaggio che i due volevano fare insieme, della loro missione. Infine
la donna acconsentì,non senza, però, aver prima
posto a Yukan una
determinata condizione.
Si
diressero quella stessa mattina ad una stazione, lì
avrebbero preso
un treno per la loro prossima destinazione.
-Prenderemo
un treno per...- Kimiko si interruppe, come se avesse visto un
fantasma.
-Ehi
tu!- disse un tizio gigantesco davanti a Yukan.
-Che
ci fai con questa bella signora? Un uomo come te non la merita per
niente.- Era un uomo molto muscoloso, aveva i capelli rasta legati da
un'elastico, la carnagione era abbronzatissima e portava uno zaino
molto piccolo.
-Mph...
non sapevo fossero scappati degli elefanti dallo zoo.- Disse Yukan
sarcasticamente rivolgendosi all'energumeno, che non pareva molto
felice delle offese ricevute e contrabbattè subito.
-Ehy
kimiko! Lo posso fare fuori o ti serve?- Yukan rimase leggermente
stupito e le diede uno sguardo accusatorio.
-No
tranquillo Koba. Non credo comunque che riusciresti a batterlo.-
Yukan a quel punto cominciò a pretendere spiegazioni.
-Fammi
capire bene...- chiese appena saliti sul treno-... Lui si chiama Koba
Tetra, è un guerriero della terra di Kyoto, addestrato dai
monaci
del tempio buddista. Il suo maestro è uno dei ricercati che
mi hai
dato?-
-Esatto!
E lui ha il compito di riportarlo laggiù e assisterlo
durante il
processo tenuto dal bonzo.-
dopo
le spiegazioni Yukan si è arreso.
-D'accordo,
quale è il piano?- Koba prese una mappa del giappone dalla
sacca e
mostrò a Yukan una cittadella a nord del giappone
indicandola con
mano sicura.
-Il
clan dell'IDRA si unirà in questo punto tra una
settimana...quindi
non ci sono problemi a parte..- deglutì un attimo prima di
rispondere, come se avesse paura di pronunciare quel nome.
-...i
fratelli Kobin e Nikob detti “i gemelli di
satana”!- disse con
voce convinta.
-Ah!-sussultò
kimiko.
-Li
conosco.- disse Yukan.
-...
mmm...tsk!- fece un gesto con disprezzo indicando un punto sulla
carta senza guardare.
-Faremo
una deviazione. Ci fermeremo in un paesino poco distante, lì
troveremo aiuto-
-Ehi!-
Disse kimiko -Sono io a decidere se fare una deviazione o meno,
quindi dammi una buona ragione!-
-Una
buona ragione?- disse Yukan alzandosi -Te ne do due. Primo: mi hai
voluto ingaggiare tu quindi fai come ti dico o ci vai da sola a
distruggere questa organizzazzione criminale. Secondo: non posso
batterli da solo. Sono siamesi, hanno 4 gambe,4 braccia e 1 schiena.
Se li vogliamo battere ci servono due mani in più.Quindi ora
si va
laggiù a cercare quelle mani. Domande?- erano tutti basiti
e
nessuno levava una protesta.
-Molto
bene allora si parte.-
Ciao!
Poteter chiamarmi Maxpolpo.
Adoro i fumetti, soprattutto i manga, e mi sono chiesto:
perchè non scrivere qualcosa di simile ad un manga
ambientato in Giappone?
Ed ecco l'idea! Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo, e che
continuerete a seguire la storia.
Se volete, lasciatemi una recensione.
Max.
Nella
prossima puntata
Yukan cercherà
aiuto, ci saranno prove, fantasmi dal passato e un nuovo alleato.
|