Hearts Burst Into Fire

di My Pride
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Heart burst into fire_Episode 1
[ Terza classificata al «Flash Contest» indetto da Addison89 { 14 / 20 } ]
[ Sesta classificata al «A contest, a rose and a story!» indetto da Roy Mustung sei uno gnocco { 26 } ]


Titolo:
Questione di luce
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist

Tipologia: Flash Fiction [ 333 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Slice of life, Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?



FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.



EPISODIO 1: QUESTIONE DI LUCE


    V
agando a tentoni nell'oscurità, cercavo di raggiungere il generatore.
    Fuori pioveva a dirotto, e i fulmini e lampi che cadevano di tanto in tanto avevano fatto scattare l'interruttore del contatore principale, facendo così mancare la luce. E a chi toccava andare a ripristinare il tutto? A me, ovvio. Un lampo improvviso illuminò la stanza in cui mi ero ritrovato, facendomi imprecare a denti stretti quando mi resi conto di dove fossi. Perfetto, avevo sbagliato direzione... ero in cucina. Adesso mi sarebbe toccato camminare a ritroso fino al salotto per sbucare all'ingresso, perfetto.
    Feci dietro front ma, dopo nemmeno qualche passo, inciampai nel mobiletto nel bel mezzo del corridoio e sentii un rumore sinistro che non mi piacque per niente, ancor meno quando l'inconfondibile suono di un vaso in frantumi aleggiò per tutta la casa. Imprecando fra i denti e stando attento a dove mettevo i piedi - ci mancava solo che mi ferissi, visto che ero scalzo e non avevo minimamente pensato a quell'incidente di percorso -, portai una mano in avanti per evitare eventuali ostacoli o muri; prima di passare la soglia del soggiorno, però, vidi una luce giallastra accesa nella nostra camera da letto. Che quel fagiolino avesse trovato una torcia?
    Tenendo come punto di riferimento quel fascio di luce, attraversai il corridoio fino ad entrare nella stanza, dove, accesa sul comodino, l'abat-jour illuminava il volto di Edward, che si stava grattando distrattamente una guancia. Boccheggiai e lo indicai, ottenendo in risposta solo una sua breve scrollata di spalle.
    «Beh, scusa tanto se ti ho fatto alzare per andare a controllare il contatore», disse con tranquillità inaudita, per quanto nella sua voce avessi ben udito anche una nota non tanto velata di sarcasmo.
    «Come mai abbiamo la luce?» chiesi, sbattendo le palpebre con fare incredulo mentre mi avvicinavo. Mi ero dovuto alzare... per cosa, esattamente?
    Con non curanza, Edward si allungò per prendere le mutande gettate sul pavimento e poi, guardandomi fintamente dispiaciuto, unì gli indici e abbassò il capo.
«Si era solo fulminata la lampadina».






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