Ringrazio
anche solo chi legge.
[Fa
parte di DbNa]. Goku
non può tornare perché è prigioniero
del
drago, ma per un amico è disposto a fare uno strappo alla
regola.
Scritta
sentendo Niente più di Claudio
Baglioni.
Ho
preso la
tua mano
Tu
sei quel cagnolino ignaro che ho
lasciato per la strada e da quel giorno pago caro e che mi segue
ovunque vada.
Vegeta
mugolò, infilò il capo sotto il cuscino e se lo
premette sul capo. Allargò le
gambe strofinandole contro il materasso del letto. Inspirò,
espirò e strinse
gli occhi. La musica risuonava nella stanza, uscì il capo da
sotto la fodera e
gemette. Si mise in ginocchio sul letto, si girò e
guardò Bulma dimenare il
bacino a destra e a sinistra. L’inventrice si
piegò in avanti e si toccò la
punta dei piedi con le mani, si raddrizzò e sentì
il top azzurro stringerle il
petto. Il principe dei saiyan scostò le coperte, si
alzò in piedi e sbadigliò.
Grattò sopra i boxer, si massaggiò la fronte ed
espirò con il naso.
“Hai
di
nuovo passato la notte a spiare il sonno di Vetrunks dalla finestra,
vero?”
domandò la Briefs. Vegeta aprì la porta del
bagno, entrò e prese lo spazzolino.
Svitò il tappo del dentifricio e lo mise sopra la testa
dello spazzolino.
“Non
mi
preoccupo per uno stupido neonato” borbottò. Si
grattò il dorso di un piede con
la pianta di un altro. Bulma ridacchiò, alzò e
abbassò le braccia ritmicamente
rimanendo sul posto. La luce del sole entrava dalle finestre della
camera da
letto. La Briefs ascoltò il rumore dell’acqua e
una serie di sputi e gargarismi
provenire dal bagnetto. Alzò e abbassò le
ginocchia a turno seguendo il ritmo
della musica e girò il capo facendo scricchiolare il collo.
Il principe dei
saiyan raggiunse una sedia, prese la battle suit nera e la
indossò facendo
aderire la stoffa al corpo muscoloso. Digrignò i denti
sentendo la musica
risuonare nelle sue orecchie, evitò dei giornali gettati per
terra, schivò un
orsacchiotto e raggiunse l’armadio. Prese gli stivali bianchi
appoggiati
davanti a una delle ante e li indossò. Corrugò la
fronte spaziosa e si voltò,
sentendo un’aura potente di energia negativa. Raggiunse la
finestra, la aprì e
spiccò il volo.
“Donna,
torno per pranzo, se hai tolto quella lagna!”
gridò. Volò oltre una strada
sospesa, una serie di cupole e si allontanò dalla
città dell’Ovest. Proseguì
sopra le cime degli alberi di due finestre, raggiunse le montagne
vedendo delle
vette imbiancate. Atterrò su un’autostrada sul
ciglio di un burrone.
-L’aura
che
ho sentito è in questa zona. Era inutile far preoccupare
Bulma- pensò.
“Fatti
vedere insulsa feccia dell’universo!”
gridò. Fu raggiunto in pieno da un’esplosione,
volò lungo l’asfalto dell’autostrada e
nell’onda d’urto dei pezzi d’albero
della foresta vicina lo infilzarono in più punti.
“Sei
tu il
famoso Goku?” domandò una voce maschile. Vegeta
gemette, si rimise in piedi e
piegò il capo sputando sangue. Sfilò gli spuntoni
di legno e ansimò, alzò la
testa e vide l’avversario. Era un alieno dalla pelle viola,
degli spuntoni lungo
il corpo e delle corna gialle.
“Sono
venuto
dalla Galassia dell’Est solo per poterci
combattere” disse.
“Tsk,
codardo oltre che feccia” sibilò Vegeta. Si
deterse la spalla, i fiotti di
sangue caldo gli macchiavano i vestiti, gli sporcavano le dita e
scendevano
lungo il braccio inerte. Avanzò, la gamba ferita gli pulsava
e la vista si
appannò. Inspirò, spiccò un
balzò gridando e raggiunse il nemico con un pugno
alla gola. Questo tossì, cercò di colpirlo con
una gomitata al ventre, Vegeta
parò con il ginocchio. Raggiunse l’avversario con
una testata e lo trapassò con
un pugno all’addome.
“Salutami
gli antenati” ringhiò. Lanciò un
Cannone Garlick, la luce vermiglia attraversò
il nemico che esplose in una serie di brandelli di carne e sangue.
Pezzi di
cervella e interiora ricoprirono il principe dei saiyan che
indietreggiò
ondeggiando. Il terreno si spaccò, la frana percorse la
strada e il pezzo di
montagna su cui era Vegeta franò oltre il burrone. Vegeta
gridò, cadde all’indietro
e precipitò lungo il dirupo. Chiuse gli occhi,
cercò di levitare e avvertì
delle fitte alla ferita, gli arti gli ricaddero inerti e si
rilassarono. Sentì
qualcuno afferrargli la mano, il braccio tirare venendo alzato e
guardò in
alto. Vide Goku bambino stringergli l’arto, lo
osservò levitare e mugolò. Goku
lo appoggiò sulla parte di autostrada integra e gli
atterrò davanti,
strattonandolo per farlo rialzare in piedi.
“Che
ci fai
qui?” biascicò il Briefs, rialzandosi.
“Non
lascio
cadere il mio migliore amico …”
sussurrò Goku.
“E’
tutta
colpa tua che arrivi tardi” biascicò Vegeta.
Ansimò, il capo gli ricadde in
avanti e finì in ginocchio. La sua fronte spaziosa si
appoggiò sulla spalla
muscolosa del Son. Il più giovane gli abbracciò i
fianchi con un braccio e gli
tenne il capo passandogli la mano tra i capelli a fiamma. Divenne
supersaiyan
di quarto livello, sollevò Vegeta prendendolo in braccio e
tenendolo appoggiato
al proprio petto.
“Lo
sai che
sono prigioniero del drago … non posso andare e venire
quando voglio”. Si scusò
il Son. Vegeta lo raggiunse con un pugno al petto che lo fece gemere.
Il Son
ansimò senza fiato.
“Perché
lo
devo sapere solo io?! Gli altri ti aspettavano per cena e ora pensano
che come
sempre ci hai abbandona … li hai abbandonati a quelli
stupidi!” ruggì il
principe dei saiyan.
“Perché
tu
sei l’unico che mi conosce davvero” rispose Goku.
Vegeta chiuse gli occhi, si
accasciò nuovamente contro il petto del Son e
mugolò.
“Giurami
che quando potrò tornare definitivamente la prima cosa che
faremo sarà
allenarci insieme” disse il Son. Mise
l’altro
a terra, si alzò in volo e fu avvolto da una luce giallastra.
Vegeta
inspirò ed espirò, si mise seduto a terra,
abbassò il capo e si morse il labbro
sentendo il sapore del sangue.
“Te
lo prometto” biascicò con voce rauca.
Alzò il capo, guardò Goku allontanarsi
verso l’alto e diventare un puntino nel cielo azzurro.
Gemette e riabbassò il
capo.
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