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Era lė che era morta.
In quella cazzo di casa diroccata in
mezzo alla Murgia, dove sua madre diceva che facessero riti satanici.
Povera ragazza, istigata al suicidio da chissā quali stronzate
sull'aldilā e sul demonio.
Lui non sapeva se fosse vero, aveva
solo visto il suo banco di scuola il giorno dopo. Stracolmo di fiori
in maniera raccapricciante: nessuno aveva neppure pensato a lasciarle
un po' di spazio per... per morire.
Allora lui era fuggito via, in quel
posto di merda, accucciato in posizione fetale, finché il colore degli
affreschi era diventato sangue e nella cornice vuota su un parete
aveva intravisto il volto di lei.
Non sorrideva.
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