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Lucio Dalla - Caruso (1986) -link-
Qui dove il mare luccica e tira forte il
vento
Su una vecchia terrazza davanti al golfo di
Surriento…
Mi hanno legato in mezzo al ponte
e mi hanno detto di guardare il cielo, perché sarebbe stata l’ultima volta.
L’ultima volta prima di venir
chiuso qui sotto.
Il mare è dietro il muro di
pietra, e non è mai stato così lontano.
I carcerieri vanno avanti e
indietro.
Non tocca a me. Ti prego, fa’ che
non tocchi a me di nuovo…
Vide le luci in mezzo al mare
Pensò alle notti là in America
Ma erano solo le lampare e la bianca scia di
un’elica…
Ti ricordi, Marco? Le luci delle
città che si avvicinavano quando eravamo tutti insieme sulla Moby del babbo. I
fari sulle scogliere. Le luci intermittenti dei moli.
Me lo spiegasti proprio tu, ti
ricordi? Verde a destra e rosso a sinistra e si entrava nel porto. Te lo
ricordi?
Ti ricordi di me?
Avrei voluto uccidervi tutti, voi
che adoravate tanto quel vecchio. Sì, era lui che volevo morto, ma quanto mi
davate sui nervi con quella storia della famiglia. Mi davate sui nervi perché…
non lo so. Non capivo. Eravate fuori da quello che io comprendevo all’epoca.
Secoli fa.
…ma quando vide la luna uscire da una nuvola
Gli sembrò più dolce anche la morte.
Non importa per la mia vita,
quella conta poco.
Non ha mai contato niente.
Mi dispiace per te, Rufy.
Fratellino mio.
Quello che mi dispiace veramente
è non vederti diventare Re dei Pirati come hai sempre sognato.
Ma dovrai strappare quel titolo a
Barbabianca, perché i ragazzi lo faranno Re prima che tu riesca ad entrare nel
Nuovo Mondo, ne sono sicuro. Sarà un duello da ricordare, perché siete le
migliori persone che io abbia mai conosciuto.
E di questo vi ringrazio.
Guardò negli occhi la ragazza, quegli occhi
verdi come il mare
Poi all’improvviso uscì una lacrima e lui
credette di affogare.
Vado via tranquillo. In fin dei
conti, sono un mostro, figlio di un mostro.
Per quelli come me non piange
nessuno. Butteranno il mio corpo in mare. Sabo, ci rivedremo?
Oppure mi spalmeranno di catrame
e mi appenderanno sulla piazza, banchetto per i gabbiani e monito per gli
uomini? Il mio corpo allora ondeggerà nel vento, con i mesi si staccheranno i
piedi e le mani, e forse allora avranno pietà di me e mi seppelliranno.
Ho fame.
Mi fucileranno o mi taglieranno
la testa?
La schiena è in fiamme per le
frustate, ma so che il tatuaggio di Barbabianca è ancora lì. Deve essere ancora
lì. Possono fare di me quel che vogliono ormai, ma quella è l’unica cosa che
non deve andare via.
Sento il sangue, e i denti che mi
hanno rotto, e l’umido dentro le ossa che tremano ad ogni colpo.
Ma sì è la vita che finisce ma lui non ci
pensò poi tanto
Anzi si sentiva già felice e ricominciò il
suo canto…
Ci arriverò, al giorno
dell’esecuzione? È tutto nero, qui. Cola il sangue, impregna i pantaloni,
scivola giù sulle catene, fra i capelli, un rivolo va verso la grata.
Fa freddo.
Non ricordavo nemmeno come fosse,
avere freddo. Mi hanno tolto l’aria sulla pelle e le fiamme dai pugni. Le mani
sono lassù in alto, ormai non ha senso nemmeno provare a scaldarle.
Mi hanno spezzato qualcosa. Fa
male ad ogni respiro.
Certo che ci arriverò, al giorno
dell’esecuzione.
Ma non come vuole la Marina, non
come erede di quella bestia.
Sono il Secondo Comandante di
Barbabianca e morirò come suo figlio davanti a tutto il mondo.
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