Note:
Questa
è una Future!Fic in cui sia Kise che Aomine si sono trasferiti
negli Stati Uniti (così a sentimento direi a Los Angeles) da
un po' di anni. Spero che non risulti confusa.
Quando
Daiki Aomine apre la porta della camera d’albergo, sa
esattamente chi aspetta al di là di essa e lo accoglie con un
grugnito di disapprovazione.
Kise si appoggia allo stipite con fare
languido e Daiki cerca di distrarsi ed individuare da chi stia
copiando quell’atteggiamento. Giusto per non notare la
bottiglia di champagne e la rivista arrotolata che ha tra le mani il
biondo. O il suo sorriso un po’ sghembo, quello che indossa
quando qualcosa di particolarmente divertente succede a spese di
Daiki.
Un’occorrenza rara. E recente.
“Good Evening,
America’s sexiest
man.” lo saluta, mancando poco dallo
scoppiare a ridere mentre lo spinge all’interno della stanza e
va’ a posare lo champagne nel frigobar.
Gli risponde con un altro grugnito e
spera che non noti quanto lo metta a disagio il fatto che il biondo
abbia l’edizione fresca di stampa di People, quella che uscirà
soltanto il mattino seguente.
Quella con la sua faccia in copertina.
Kise sembra estremamente divertito e si
lancia sul divano sfogliando rapidamente le pagine e sollevando la
rivista per mostrargliela.
“Per inciso! Ci sono anche io!”
sbotta, gonfiando le guance in un atteggiamento infantile che
scompare dopo un paio di pagine voltate.
“Daiki, bollente pelle scura e
sguardi capaci di penetrare il cuore delle donne più
reticenti…” inizia a leggere e l’oggetto
dell’articolo vorrebbe soltanto morire. Non che la sua
autostima non sia stata mai inversamente proporzionale alla sua
modestia, ma è da quando il suo manager -ridendo palesemente,
al riparo dietro un telefono- l'ha avvertito di aver vinto quel
titolo che si è reso conto che quella fiducia in se stesso lo
riguarda semplicemente per il basket.
Fatelo
affrontare le All Star del suo sport preferito e contate su di lui
per definirsi il migliore, ma fuori da quell'ambito farebbe a meno di
certe attenzioni e certi titoli, soprattutto.
Tenta,
davvero tenta, di resistere, ma non può che prendergli dalle
mani la rivista e colpire il biondo in testa.
Il bastardo sa l’articolo a
memoria.
“Il suo fascino esotico ha il
potere di far cedere molte ginocchia e la sua voce bassa e sensuale
ha portato milioni di donne ad interessarsi al basket.”
continua infatti, muovendo le braccia con fare plateale, come se
stesse recitando un classico di teatro.
“Idiota!” sbotta, sperando
che deboli proteste riescano a liberarlo da quella tortura.
“No ma concentrati sulla scelta di
termini, Daikicchi!” si lamenta, riprendendosi il giornale e
tornando a scorrere le righe.
“E parlano anche di me! Dicono che
sei aperto e gentile perché mi sei amico e vicino nonostante
il mio outing dell’anno scorso e quindi hai un lato tenero e
attento.” continua e Daiki nota un rossore che non c’entra
nulla con l’euforia con cui ha varcato la porta.
“Come se davvero potesse cambiare
le cose.” sibila, incrociando le braccia al petto e
corrucciandosi al ricordo. Kise non si è mosso dal suo
appartamento per settimane, dopo l’outing fatto proprio da una
di quelle riviste idiote. Era stato per foto vecchissime di quando
ancora usciva con un attore che faticava ad avere un ruolo decente ad
Hollywood e Daiki aveva sospettato fosse stato lo stesso a mandare le
foto, per un minimo di notorietà in più.
E perché Kise era nel pieno della
sua carriera.
Quella successiva era stata una delle
notti più soddisfacenti della sua vita, nonostante l’avesse
trascorsa in una cella al commissariato dopo aver preso a pugni il
suddetto rifiuto umano.
(Momoi
l'aveva insultato al telefono perché mai come allora Kise
aveva avuto bisogno di lui. Kise si era occupato del suo sopracciglio
spaccato prima di passare l'intero pomeriggio con lui sul divano.
Momoi aveva avuto torto, quindi.)
“Non lo so, Daikicchi, potrei
assalirti durante la notte.” risponde Kise, dopo un momento
speso a pensare. Davvero stanno facendo quel discorso?
Kise alza il bacino un momento, frugando
nella tasca dei jeans e mettendosi a sedere subito dopo. Fa roteare
un paio di manette metalliche con aria di sfida. “Potrei
assalirti ora.”
Il suo sguardo lo riporta al campo da
gioco e ai one-on-one divenuti sempre più rari, meno
espressione violenta di un voler essere eguali e più un modo
di divertirsi insieme. Ma c’è lo stesso fuoco, nei suoi
occhi color miele e Daiki accetta la sfida con un sorriso a metà.
Lo guarda avvicinarglisi, ma non gli
lascia il tempo di attaccare, le labbra premute con forza sulle sue,
le mani pronte a stringere la sua camicia e portarselo addosso.
C’è l’immagine di Kise
raggomitolato sulla poltrona, ferito e disperato, l’anno prima,
che lo attraversa come una scarica. C’è quell’immagine
che gli grida di proteggerlo ma anche amarlo così forte da non
permettergli più di allontanarsi.
Respira Kise, il suo Ryouta, quel
nome che impunemente chiunque in America pronuncia, ma è suo,
il suo Ryouta, anche se ancora non può dirlo a nessuno, anche
se può essere solo l’amico tollerante e protettivo che
non sarebbe mai al primo posto di quella rivista spazzatura, se
osasse prenderlo per mano.
Si lascia spogliare della maglietta,
registra distrattamente il suo lancio, ma si accorge che una lampada
sembra essere caduta per riflesso.
Ecco l’effetto
dell’uomo più
sexy d’America. pensa
distrattamente, perso negli occhi socchiusi di Kise.
Sente il clic delle manette, le mani
bloccate di fronte al suo corpo ed ovvia al problema passando oltre
la sua schiena con i polsi uniti, lasciandosi sfuggire una risata
divertita.
Ryouta lo spinge sul letto con la stessa
sfida negli occhi e anche se le manette gli tirano i polsi, si lascia
andare tra i cuscini un momento prima che lui si sfili dalla sua
presa, lasciandolo sul materasso, confuso.
Lo sente armeggiare con lo stereo della
suite e scuote la testa. Ha uno strano modo di festeggiare.
Si rimette seduto e si sfrega i polsi,
chinando un poco la testa per seguire i movimenti del fondoschiena
del compagno, che è riuscito a selezionare play dopo un lungo
momento passato a premere tasti a caso. Ryouta si volta e lo trova
intento, arrossendo in modo adorabile e lanciandogli un cuscino con
un “Daikicchi!” che lo fa ridere.
Solo dopo riesce ad identificare la
canzone, quando si libera di una piuma al lato della bocca.
“Ain’t no sunshine?”
chiede, confuso.
Il biondo ritorna verso di lui seguendo
il tempo della canzone ad occhi chiusi e liberandosi anche lui della
camicia, prima di scivolare sul letto e mettersi a cavalcioni su di
lui.
“Fitting.” risponde
soltando, assaltando le sue labbra.
Daiki smette di farsi domande quando Kise
ondeggia il bacino su di lui al ritmo morbido della canzone.
Fitting è davvero
l’ultima cosa che riesce a pensare, prima di perdersi ancora
una volta nel calore del compagno.
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