TITOLO:
Dietro un vetro
AUTORE:
Akane
SERIE:
Karekano, le situazioni di lui
e lei
TIPO:
etero
GENERE:
introspettivo, malinconico
RATING:
giallo/PG13
PERSONAGGI:
Soichiro Arima
PARTI:
One Shot
DISCLAIMER:
Arima e company per sfortuna
non sono miei ma di Masami Tsuda che ne detiene tutti i diritti.
NOTE:
Storia per il contest di
Writers Arena chiamato Singin Flowers da cui bisognava scrivere una
fanfic ispirandosi ad un fiore e una canzone, io ho scelto come
canzone: Mad World di Gary Jules, come fiore: Aconito Napello
(Aconitum Napellus)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/b/be/Aconitun_napellus_ENBLA01.jpg
.
Non
ho usato completamente il testo di Mad World ma solo i concetti della
canzone e l'atmosfera malinconica che trasmette ascoltandola. Mi
piace molto e quando l'ho vista nella lista mi ha attratto molto,
così ho cercato il personaggio a cui poteva associarsi ed ho
trovato Arima di Karekano. Per il fiore sono rimasta attratta
dall'unico che non conoscevo, ho cercato informazioni in giro ed ho
capito che era veramente il più adatto a lui, o meglio per
come Arima vede sé stesso. Il fiore in questione
è
molto bello da vedere ma estremamente velenoso.
La
storia è ambientata prima dell'inizio delle vicende del
manga,
quindi prima della storia di Arima e Yukino. Auguro a tutti buona
lettura. Baci Akane
DIETRO
UN VETRO
MONDO
FOLLE
(Gary
Jules)
Tutto
intorno a me ci sono volti familiari
Luoghi logori
Volti logori
Sveglio
e brillante per le corse quotidiane
Senza meta
Senza meta
Le
loro lacrime hanno riempito i loro bicchieri
Nessuna
espressione
Nessuna espressione
Nascondo
la testa voglio affogare il mio dolore
Nessun domani
Nessun
domani
E
trovo un pò buffo
e trovo un pò
triste
che i
sogni in cui muoio
sono i più
belli che abbia mai fatto
E
trovo difficile da dirti
E trovo difficile da
sopportare
quando
la gente corre in circolo
E' davvero
Un mondo folle
Un mondo
folle
Bambini
che aspettano il giorno in cui si sentiranno bene
Buon
compleanno
Buon compleanno
Ti
fanno sentire come ogni bambino dovrebbe
Seduto ad
ascoltare
Seduto ad ascoltare
Sono
andato a scuola ed ero molto nervoso
Nessuno mi conosceva
Nessuno
mi conosceva
Salve,
prof, dimmi qual è la mia lezione
Mi guardi attraverso
Mi
guardi attraverso
E
trovo un pò buffo
e trovo un pò
triste
che i
sogni in cui muoio
sono i più
belli che abbia mai fatto
E
trovo difficile da dirti
E trovo difficile da
sopportare
quando
la gente corre in circolo
E' davvero
Un mondo folle
Un mondo
folle
Allargato nel tuo mondo
Un mondo folle
C'è
un fiore, l'Aconito Napello. Questo fiore è molto bello ed
incantevole, all'apparenza è perfetto nella sua raffinatezza
ed è difficile che non piaccia a qualcuno, ma in
realtà
è estremamente velenoso. Ecco chi sono io, come mi sento. A
partire dal fatto che i momenti più belli sono quando sogno
la
mia morte.
Mi
alzo dalla scrivania separandomi dal libro su cui ero chino a
studiare, mi dirigo con passo distinto alla porta finestra della mia
camera e mi avvicino alla luce che proviene dall'esterno. Scosto la
tenda e appoggio un istante la mano sul vetro, rimarranno le mie
impronte. Alzo gli occhi verso il cielo limpido, il sole splende alto
nel cielo eppure nonostante arrivi anche a me mi sento sempre come al
di là di questo vetro. Un vetro che mi permette di vedere
ciò
che c'è nel mondo, le cose belle e quelle brutte... ma che
non
mi fa arrivare davvero a loro. Rimango ben protetto dal mio vetro
infrangibile e so che nessuno arriverà a me. Nessuno e
niente.
Nemmeno
questo sole che finge di abbracciarmi, in realtà colpisce
questo vetro trasparente ma non direttamente la mia persona.
Questa
è la mia vita.
Al
di là di un vetro.
Tutti
mi guardano e spesso vedono solo un immagine riflessa.
Un
immagine perfetta, impeccabile, piacevole, educata, intelligente, in
gamba... però nessuno arriverà mai alla mia reale
persona.
Al
mio 'io'.
Un
'io' marcio, oscuro, maledetto, non voluto, mal fatto e velenoso.
Chiunque
mi toccherebbe finirebbe per avvelenarsi, per morire... finirebbe
male.
Sospiro
e mi giro, a cosa serve aprire questo vetro? Farei del male a
ciò
che riuscirebbe a prendermi.
Quel
fiore sono io, quel fiore che nessuno può toccare o
mangiare.
Ecco
perché è meglio lasciare questa vetrata fra me ed
il
mondo, così loro vedranno la mia facciata senza riuscire ad
arrivare a me davvero, nessuno si farà male.
'E
te ne importa qualcosa?'
Si
che me ne importa, non mi hanno fatto nulla per venire feriti dal mio
vero 'io' velenoso. Specie i miei genitori adottivi.
'Fottitene,
tu sei questo, non puoi fingere per sempre. Vivi come ti pare, non
puoi sempre proteggere gli altri, non se lo meritano.'
I
miei genitori si.
'I
tuoi veri genitori sono degli egoisti bastardi che ti hanno solo
fatto soffrire e dato i loro geni negativi e marci!'
Mi
giro di nuovo e riguardo quel vetro, il mondo è sempre
là
fuori e quella finestra sempre chiusa. Da questa distanza la mia
immagine pronta ed impeccabile si riflette e mi giunge agli occhi,
accanto a me c'è 'l'altro', la sua
espressione di
sadismo malefico sorride agghiacciante e mi abbraccia.
Chissà
che faccia ha il mio vero padre, forse somiglia alla mia... e magari
mia madre ed i suoi maltrattamenti hanno fatto si che anche io, a mia
volta, ne darò ad altri. Sicuramente quello era il suo modo
di
volermi bene, sicuramente sarà anche il mio modo.
Non
è giusto che mi lasci andare, che lasci QUESTE parti di me
stesso.
'Allora
andrai avanti così per tutta la vita?'
Si,
ce l'ho fatta fino ad ora. Per evitare dispiaceri allo zio e impedire
che si pentano di avermi preso con loro mi sono sempre comportanto
bene, ho fatto di tutto per essere la persona che sono oggi e
renderli fieri di me, non smetterò ora. Perché
dovrei
smettere?
Quel
vetro continuerà a proteggere tutti, no?
'Non
per sempre. Verrò fuori e tu lo sai. Sai cosa
succederà
quando prenderò il sopravvento. Questo è quello
che sei
veramente, non puoi rifiutarmi e tenermi controllato per tutta la
vita, non ce la farai. Perché io sono te e non puoi
separarti
da me.'
Ce
la farò. Non mi importa di me stesso, né degli
altri,
però le persone che sono state buone con me... loro non
posso
ferirle. Sono figlio di due persone orribili, il mio dovere
è
reprimere il veleno che c'è in me a costo di dimostrarmi
perfetto e meraviglioso dal di fuori.
Ora
vado a scuola, lasciami in pace.
'Vai,
recita pure la tua stupida parte! Mi troverai sempre qua.
Perché
tu lo sai... io sarò sempre l'unico che non ti
tradirà
mai. Mai.'
Sospiro
lasciando libera per un attimo la mia espressione cupa e scontenta.
Sono veramente stanco.
Quanto
andrò avanti?
Arrivo
al cortile della scuola che frequento da poco, già in molti
mi
conoscono, sono riuscito ad ottenere da subito dei buoni voti e la
mia condotta iniziale esemplare ha colpito tutti. Molti sguardi
ammirevoli e pieni di rispetto si posano su di me. Non c'è
invidia, solo ammirazione. Sorrido amichevole ricambiando chi mi
saluta.
Volti
familiari, tutto sommato... alcuni conosciuti, altri no. Volti di
ogni tipo in questo luogo logoro e falso. Chiunque viene qua finge di
essere qualcuno che possa colpire o piacere ad altri, che magari sia
al centro dell'attenzione. Sono volti logori. Appesantiti da pensieri
negativi che tengono serrati nei loro cuori, fanno finta di non avere
problemi o magari fanno finta di averne per essere consolati.
Tutti
svegli e brillanti, tutti senza meta... o forse questo sono solo io.
Un vagabondo che viggia senza seguire una pista predefinita, il cui
unico scopo è rimanere al di là di questo vetro.
Eppure
se guardo queste persone con i miei veri occhi, vedo solo questo...
persone tristi, vuote, scontente... persone che corrono cercando
qualcosa che non hanno e che magari non avranno mai. Volti
inespressivi, privi di interesse.
Però
questi sono i miei occhi.
Mi
siedo in classe e mi faccio coinvolgere dalle chiacchiere degli altri
miei compagni, non vogliono tenermene fuori, ci tengono a sapere cosa
ho fatto, cosa ho studiato e cosa penso di questo o di quello.
Come
se queste cose contassero veramente.
Io
mi sforzo e partecipo sorridente e amichevole, dall'esterno non si
nota questo mio sforzo, sembro così spontaneo e veritiero.
Però
la verità è che nascondo me stesso e la mia testa
sotto
la sabbia per evitare il mio reale domani.
Non
ne voglio, voglio solo che tutto questo possa finire.
'Lui'
ha ragione, quanto penso di andare avanti così?
Senza
meta, senza espressione, senza domani.
È
buffo e triste che i sogni in cui muoio sono i più belli che
abbia mai fatto. Davvero divertente.
Del
resto cosa dovrei dire?
Già
così sopporto queste persone con difficoltà e
sempre
con difficoltà trovo le parole da dire, figurati se lascio a
'lui' il sopravvento cosa farei.
Questi
sono come dei pesci in un acquario, nuotano sempre con lo stesso
percorso vuoto e privo di senso. Mi sembra che fingano tutti, come
è
possibile che siano tutti così spensierati?
Per
me è davvero pesante tutto questo... ma giorno dopo giorno
vado avanti fingendo di essere la persona perfetta, devo o ferirei
gli unici veramente buoni con me, coloro che mi amano.
Non
è giusto che li ferisca.
Me
lo ripeto e guardo le persone che mi circondano cercare di entrare
nelle mie grazie, vorrebbero essere miei amici, mi scondinzolano
intorno come cagnolini fedeli e felici solo perché parlo con
loro e non li ignoro come vorrei.
Trovo
tutto questo privo di logica e di verità.
È
folle.
Come
lo è lasciarsi davvero andare.
È
folle fingere a questo modo, è folle lasciarsi andare,
è
folle esistere.
È
folle questo mondo e questa esistenza.
È
solo folle, tutto.
Mi
sembra di essere ancora un bambino a volte; quando guardo dentro di
me lo vedo, è un me stesso piccolo, tutto picchiato e
livido,
piangente, fragile, maltrattato. Mi tira la gamba e mi guarda
terrorizzato chiedendomi qualcosa che non comprendo.
Forse
vuole una carezza, un sorriso, una fetta di torta, un po'
d'attenzione e una degna festa di compleanno. Cose così
semplici che ogni bambino dovrebbe avere.
Che
non tutti i bambini hanno.
Questo
bambino poi è stato venduto con facilità e messo
nel
mondo così com'era, fra la gente che lo invidiava o lo
vedeva
di mal'occhio. Questo bambino ha imparato a forza, fra tutti quelli
della sua età, che doveva stare seduto a scuola fra tanti
come
lui eppure diversi perchè pieni di compleanni felici alle
spalle. Doveva stare lì fra sconosciuti e relazionarsi con
loro, guardare l'insegnante e chiedere la lezione giornaliera, stare
solo buono e diligente, senza uscire dalle righe e fare ciò
che un grande, quello di turno, dice di fare.
Ha
imparato che la vita è questa.
Nessun
compleanno festeggiato, seduto ad ascoltare degli estranei adulti che
lo guardano attraverso e non lo considerano davvero.
Il
professore entra e noi tutti ci mettiamo al nostro posto salutandolo
con educazione e disciplina, la stessa cosa che faccio ogni giorno
insieme a tutti questi ragazzi.
Seduto
ad ascoltare proprio come quel bambino.
Non
ho fatto altro da quando sono nato, ho aspettato che mi guardassero
davvero e mi dessero la lezione per la giornata odierna, poi mi sono
rimesso in mezzo ad altri sconosciuti... ed ogni giornata si
è
sempre ripetuta identica all'altra, priva di senso, come se corressi
in circolo senza una reale meta precisa. Solo per non deludere gli
altri, solo per non ferire nessuno, solo per reprimere quel vero me
stesso pieno di difetti e di veleno.
Seduto
ad ascoltare la lezione di chi non mi conosce e non mi vede
veramente.
A
volte vorrei lasciarLO libero. Vorrei davvero.
Lo
vorrei perché mi sembra sempre più assurdo farmi
cullare dai sogni in cui muoio.
È
da folli correre in circolo vivendo una giornata da bravo soldatino
anonimo e vuoto che finge qualcosa di logorante e ricominciare la
giornata successiva identica.
Non
provo più nulla.
Non
provo veramente più nulla.
Voglio
solo trovare qualcosa per cui valga veramente la pena vivere, per cui
IO voglio vivere.
Ora
vivo in questo mondo di folli perché qualcuno ha insistito
per
questo, i miei genitori adottivi.
Ma
IO.
IO,
voglio davvero vivere?
Perché?
Devo
trovare la risposta... forse c'è una persona, in questo
mondo,
per cui un giorno vorrò vivere, tirare fuori il vero me
stesso, lasciarmi andare e vincere la mia parte oscura, quel ragazzo
marcio e velenoso.
Forse
ci sarà e allora quel vetro verrà fatto a pezzi e
non
semplicemente aperto.
Forse
il tormento cesserà e non vedrò più
quel bambino
aggrapparsi ai miei pantaloni e piangere e chiedere... chiedere cosa?
Cosa
chiede?
Oh,
se solo lo capissi... alla fine tutto questo avrebbe un senso...
Che
follia.
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