Il ritorno di Katherine Pierce dopo l'oblio

di Katherine Buffy Pierce
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Ciao a tutti! Questa è la mia seconda fan fiction, questa volta dedicata interamente al mio personaggio preferito di TVD, Katherine Pierce. La storia che voglio raccontare, si colloca dopo l’episodio 5x15 in cui Katherine muore e viene mandata in una dimensione oscura, sconosciuta, che si pensa possa essere anche infernale: l'oblio. Dopo qualche capitolo, ovviamente, Katherine tornerà ad interagire con gli altri personaggi di TVD.


Non sapevo quanto tempo era passato da quando ero morta. Non sapevo di preciso dove mi trovavo e cosa significava trovarsi in quel luogo. Non sapevo nemmeno perché mi trovavo in quel luogo. Niente. Non sapevo niente. Ero piena di domande e non potevo farle a nessuno. All’inizio era tutto buio e silenzioso, ma dopo iniziò la vera tortura: non ero più sola... Qualcuno mi stava ferendo fisicamente. Nella mia lunga vita, non avevo mai sentito un tale dolore fisico. Sembrava che il mio intero corpo fosse attraversato da lame taglienti e infuocate che non si consumavano mai a forza di tagliare la mia carne. Sentivo altre moltissime urla intorno a me e dopo un tempo lunghissimo, quasi interminabile, quel qualcuno che mi stava torturando, se ne andò lasciandomi con le altre persone che urlavano dal dolore. Mi guardai attorno e finalmente riuscii a vedere. Purtroppo, non era un bello spettacolo e, infatti, rimpiansi il buio pesto di prima. Migliaia di persone venivano macellate da delle figure scure munite di vari strumenti di tortura. L’ambiente era grigio, nebbioso, brutto e pieno di tavoli da sala operatoria e specchi. Io ero su uno di quei tanti tavoli e decisi di guardarmi allo specchio vicino a me, per vedere in che stato fossi. Perché l’avevo fatto? Il mio corpo era completamente insanguinato. La pelle, ormai, era presente solo sul mio viso. I miei capelli erano cortissimi e pieni di sangue. La mia bellezza era svanita, così come la mia pelle e il mio seno. Ero orrenda. Appena mi resi conto di ciò che stavo guardando, emisi un urlo agghiacciante. Era questo il prezzo che dovevo pagare per le brutte azioni commesse in vita? Ero stata veramente così cattiva da meritarmi questo? Perché mi torturavano in questo modo? Chi erano queste figure scure, impegnate nel torturare me e queste altre persone?
-Chi sei tu?- disse una voce femminile. Era sdraiata sul tavolo di fianco a me.
Era ridotta peggio di me, le mancavano gli occhi, le labbra e i denti.
-Io... Sono Katherine. Tu chi sei?- le chiesi a bassa voce.
-M-m-mi chiamo Kelly.- disse con voce fioca.
-Cosa ci facciamo qui?! Che posto è questo?! Cosa ci stanno facendo?!- chiesi io insistentemente alla povera ragazza.
-Non so perché ci troviamo qui. Questo è l’oblio. Quello che comanda qui, è Kalenok. Non so perché ci stanno torturando in questo modo. Penso per punirci di ciò che abbiamo fatto in vita, ma non so se abbia un secondo fine. - disse Kelly con la voce sempre più fioca.
-Oh mio Dio. Rimarremo qui per l’eternità non è vero? Era meglio se dopo la morte, non ci fosse stato più nulla.- dissi io.
Kelly non rispose. Respirava a fatica e dopo poco, notai che aveva gli occhi! Prima non li aveva, ne ero certa!
-Ehi! Ma... I tuoi occhi!- esclamai io.
-Si. Ecco perché ci hanno lasciate sole. Stanno aspettando che ci rigeneriamo per poterci torturare di nuovo.- disse con una voce più forte. Mi girai subito verso lo specchio e vidi che il mio seno era tornato. La mia pelle non era ancora cresciuta del tutto, così come i miei capelli, ma pian piano mi stavo rigenerando.
-Oh mio Dio. Che cosa orribile. Kelly, tu sai dove è o chi è questo Kalenok?- chiesi io con ansia.
-So solo che si trova dietro a quella parete e che è una specie di demone. So solo queste poche cose, mi spiace.- disse lei con le sue “nuove” labbra.
-Dobbiamo andare di la! Dobbiamo scoprire chi è e se possiamo salvarci in qualche modo!- esclamai io.
-No. Io... Non posso. Non ne ho la forza.-
Il viso di Kelly stava guarendo, ma probabilmente era ancora troppo debole. Purtroppo, il passaggio per entrare nell’ala in cui si trovava questo Kalenok, era sorvegliato da delle guardie. Senza contare il fatto che le figure scure addette alle torture, mi avrebbero presa e torturata di nuovo. Non sapevo come fare per andare dall’altra parte. Ero in trappola. Non sapevo come fare per cercare di sfuggire a questo triste e doloroso destino. Katherine Pierce non poteva più fuggire, anche perché non sapevo nemmeno dove mi trovavo di preciso. Dopo qualche istante in cui smisi di parlare con Kelly, mi guardai allo specchio e mi accorsi che il mio aspetto era cambiato. Ero tornata integra. Ero di nuovo bella e in salute. I miei capelli erano tornati lunghi e la mia pelle copriva tutta la mia carne. Purtroppo questo significava che dovevo essere torturata di nuovo. E infatti, appena mi girai, una delle ombre scure si stava avvicinando a me. Cercavo di indietreggiare, ma un’altra di queste figure mi prese e mi costrinse a sdraiarmi sul mio tavolo. Chiusi gli occhi per la paura e sentii una lama che si conficcò nel mio cuore. Inutile dire che provavo un dolore atroce. La lama proseguì il suo percorso fino alla testa. Non riuscivo più a respirare e sentivo i miei capelli che si staccavano dalla testa. Era una tortura immensa. Dovevo riuscire a liberarmi. Katherine Pierce non poteva passare l’eternità in quel modo.




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