Amortentia
- Il due di quadri dimenticato
(The
one with the forgotten two of diamonds)
Il
nome della pozione non deve essere divulgato finché non
l'hanno
preparata – è una questione di abilità
nel seguire le istruzioni
e accuratezza nelle misure, eccetera eccetera – ma Lily lo
capisce
nel momento in cui i primi tre ingredienti sono enumerati. Non sa
perché questa particolare pozione si sia aggrappata alla sua
memoria
ad un certo punto, apparentemente – non sembra il tipo di
cosa per
cui si farebbe un appunto mentale – ma è
lì. Ne è sicura.
Lumacorno
da un ultimo colpo di bacchetta con un gesto plateale, terminata la
lista, e guarda la classe. Appoggia la mano sul suo ventre
protrudente. Appare felice. Identifica Lily tra quelli del settimo
anno, come è abituato a fare, e le sorride. Mentre lei
ricambia con
un sorriso gentile, il suo cervello si resetta su un pigro sabato
pomeriggio circa due anni fa. Appunti sparsi sul tavolo, un tema di
Trasfigurazione finalmente finito, e un gomito appoggiato su una
pagina ammuffita di un libro di Pozioni.
Amortentia.
Curioso.
Lancia
un'occhiata al suo partner-del-giorno, le cui braccia sono incrociate
al petto, gli occhi che scorrono sulla goffa grafia quasi illeggibile
di Lumacorno alla lavagna.
“Potter?”
“Mmhmm?”
“Qualche
idea su cosa sia?”
“Vaga,”
borbotta lui, una mano che va ad aggiustarsi gli occhiali.
È
tutto.
Lui
semplicemente... muove letteralmente solo quei dannati cosi sopra il
naso con le dita, e lei si ritrova ad abbozzare un sorriso come
un'idiota, fissata, ogni volta. Ogni
volta.
Si sofferma sulle sue mani, o sui suoi occhi, o... o su qualche altra
parte
di lui a volte... dannazione,
Lily, smettila subito...
“Insomma,
abbiamo già lavorato con la pietra di Luna prima,”
lui sta
dicendo; Lily si schiarisce la gola discretamente,
“Ma...”
“Davvero?”
chiede lei, grata per il passeggero frammento di distrazione
“Per
cosa?”
E
poi arriva quel caratteristico sorrisetto compiaciuto. “Mi
dispiace,” nessuna traccia di scuse nella sua voce
“Top secret
malandrino. Se te lo dicessi, dovrei ucciderti.”
“Originale.”
“E
mi crescerebbero delle ali viola acceso e mi verrebbero dolorose
verruche sulle chiappe.”
Lily,
che si è presa la libertà di iniziare a pesare
gli ingredienti,
solo per scacciare la sua colpevole occhiatina, ride dal naso nella
bilancia di ottone. “Pagherei un galeone per
vederlo.”
“Posso
mostrarti le mie chiappe in ogni momento, Evans, devi solo chiedere.
Perfettamente libere dalle verruche, anche. O da qualsiasi altra
imperfezione, sai.”
“Dillo
un'altra volta e avrai imperfezioni di ogni
tipo in faccia.”
Lui
ride. “Non sto scherzando, però,” prende
un barattolo di vetro
dal tavolo, controlla l'etichetta, stappa il tappo e gliela porge.
“Sono coinvolti dei contratti magici. Li ha fatti
Remus.”
Lily
alza solamente gli occhi al cielo: “Certo che li ha
fatti.”
La
mano di James si blocca improvvisamente sopra il prossimo barattolo.
Si piega per allineare lo sguardo a quello di lei, sospettoso:
“Aspetta – tu invece sì, vero?”
“Io
cosa?” Il fuoco è acceso, il calderone
è pronto, e tutto intorno
alla coppia la classe si adagia in un borbottante affaccendarsi.
“Tu
sai qual è la pozione!”
E'
il turno di Lily di fare un sorrisetto. Tende la mano e fa un cenno
per le uova di ashwinder nel lato del tavolo di lui. “Per che
cosa
avete usato la pietra di Luna?”
Lui
stringe gli occhi e spinge il contenitore tra le sue mani:
“Antipatica.”
“Strano.”
“Cosa?”
chiede James, standole vicino. Le sue maniche sono arrotolate fino al
gomito, e i suoi capelli... oh caro Godric, i vapori li hanno resi
epicamente arruffati, anche più della loro usuale gloria da
zona di
cicloni, e lei ridacchia a quella vista quando alza lo sguardo.
“Oh
mio Dio. Ed io che pensavo che non potessero peggiorare!”
“Li
ami.” comunque, con un incerto ed imbarazzato cipiglio, lui
prova
ad appiattirli con entrambe le mani. Non ci riesce neanche un po'.
“Cos'è strano?”
“Be',”
dice Lily, scostando con riluttanza l'attenzione dalle dita di lui
che scorrono tra i capelli “Vedi quelle spirali?”
La
loro pozione sta cuocendo da un po', un intruglio di pietra di Luna
sciolta e perle nella più tenue sfumatura di rosa. Le loro
spalle si
sfiorano appena mentre James si sporge verso Lily ancora di
più per
esaminarlo. Il fumo vortica dalla superficie ribollente, alzandosi in
spirali gonfie che si affievoliscono nell'aria e gli appannano gli
occhiali. È così vicino che Lily può
annusare il suo balsamo.
“Sì,
e quindi?” chiede lui, agitando le dita sopra i vapori, con
la
nebbiolina che si dissipa in vaghe forme attorno alle sue nocche.
“Di
solito significano che abbiamo finito.”
Lui
si raddrizza, togliendosi gli occhiali per pulirli con la cravatta.
“Allora la imbottigliamo adesso?”
“Uhm,
no... non credo che sia già pronta.”
“Ma
hai detto che – ehm, perché stai facendo
così?”
“Così
come?”
“Stai...
non lo so... perché mi stai annusando?”
Le
guance di Lily si colorano. Giusto un poco, ma James è
abbastanza
vicino da notarlo. “Non lo sto facendo.”
“Sì,
tu – cosa?Cosa
c'è?” lui fa un passo indietro, diffidente.
“Puzzo?”
“No!”
lei distoglie lo sguardo, afferrando frettolosamente il mestolo per
pungolare la pozione “No.”
“Ohi,
cosa?”
“Niente!”
e poi, a suo malgrado, si mette a ridere. Non può evitarlo;
lui
sembra sinceramente preoccupato. “Niente, davvero. Scusa.
Ehm...
aspettiamo un altro po', sì?”
Lui
esita. Però poi torna accanto a lei, sebbene con una ruga in
fronte
e il labbro inferiore leggermente sporgente.
“D'accordo.”
“E
non ti stavo annusando.”
“Certo,
no. Senz'altro.”
“Non
lo stavo facendo.
Davvero.”
“Stramba.”
Un
po' più tardi:
“Sai,
ci aiuterebbe parecchio se mi dicessi cos'è.”
“No.”
Lily
lascia cadere il mestolo, esasperata. Vuole davvero sapere di che
cosa profumerebbe la sua Amortentia, e sta annusando con cautela
l'aria per una zaffata di qualcosa di piacevole da chissà
quanti
minuti, ma non c'è nulla.
Pensa che ci fosse per un attimo un pizzico di pan di zenzero, e
qualcosa di legnoso, e qualcosa simile ad un boschetto di pini, ma
nessuno di essi è stato abbastanza forte per rimanere nei
suoi sensi
a lungo.
“Okay.
Okay.
Allora
– c'è qualcosa di diverso?” chiede a
James, che fino a quel
momento ha aspettato pazientemente in silenzio accanto a lei.
“Cosa?”
“Rispondi
alla domanda.”
Lui
batte gli occhi: “Hai... tagliato i capelli?”
“No!
Voglio dire... l'aria. C'è qualcosa di diverso
nell'aria?”
“Cosa?”
“James!”
“L'aria.”
“Sì.
L'aria.”
“Non
lo so! La domanda non ha senso!”
“Merlino...
d'accordo,
senti un odore diverso?”
Lui
si acciglia: “Okay, ora
sta
diventando offensivo.”
“Concentrati,
Potter.”
Ma
lui la guarda come se a lei
siano spuntate un paio di ali viola. “C'è una
risposta esatta a
questa domanda?” chiede, il tono che batte la questione con
cura.
“Non
c'è niente di diverso?”
“Ehm...”
lui guarda la classe “... Piton mi sta guardando male da
mezz'ora,
niente di nuovo...”
“Potter...”
“Scusa.”
“Poi?”
“Poi
– vediamo... Remus e Peter non se la stanno cavando molto
bene là
dietro, poveri scemi... Selena si è appena strinata i
capelli,
nemmeno quello è nuovo, direi... hmm, sono abbastanza sicuro
che
Sirius abbia appena ottenuto un appuntamento con Mary...”
“Aspetta,
cosa?”
“Ho
detto, sono abbastanza sicuro che Sirius...”
Lily
si volta per controllare il tavolo di Sirius e Mary. Lei sta
tagliando steli di rosa mentre Sirius gira pigramente la pozione e,
indubbio, nel corto tempo in cui lo sguardo di Lily è su di
loro,
riescono a scambiarsi un ampio numero di occhiatine desiderose e
larghi sorrisi. “Come fai a saperlo?”
“Telepatia.”
Lily
gli lancia un'occhiataccia. Lui ride.
Storia
della loro vita, davvero.
E
poi lui pesca un biglietto infilato sotto una delle bottiglie ora
vuote e lo fa passare sul tavolo. Ho
appena ottenuto un appuntamento con Mary,
si legge, e Lily accartoccia il pezzetto di pergamena e glielo tira
in faccia. Il cretino ridacchia ancora.
“Allora,
cos'è
strano, Evans? Accidenti, la durata della tua attenzione è
peggio di
quella di Pete.”
“Questo!”
esclama Lily “Dovremmo aver finito ormai! Guarda, sta
brillando, e
- ecco, vedi, spirali perfette – ed è
già del colore preferito di
Tunia, per la barba di Merlino...”
“Allora
qual è il problema? Ci siamo dimenticati qualcosa? Forse il
punto
numero tre?”
“No,
sono sicura che abbiamo fatto tutto giusto. Solo...”
“Solo?”
“Non
riesco ancora a vedere nessuna differenza.”
“Che
tipo di differenza, esattamente?” lui occhieggia curiosamente
la
pozione.
“Una
bella differenza.”
“Molto
utile.”
“Ci
provo.”
“Hai
volato oggi?” gli chiede, annoiandosi ad aspettare.
“Ho
volato?”
“Sì?
Al campo?”
“No,
perché?”
“Niente.
Solo che profumi di...”
“Sì,
me lo stavo chiedendo anche io,” dice lui “Non sono
io, però...”
prende in mano una grezza scheggia marrone di qualcosa dal tavolo. La
solleva per ispezionarla più da vicino. Poi la passa a Lily,
che la
fissa con perplessità tenendola nel palmo. “Credo
che sia quella,”
le dice “L'odore di legno è forte.”
Lily
porta la scheggia al naso. Profuma sì di legno, tipo... tipo
le
scope? Manici di scopa, forse? Quindi volare...? Ma no. Non proprio.
“Cos'è?”
“Non
lo so. Corteccia di qualcosa.”
“Molto
utile, Potter.”
“Ci
provo,
Evans.”
Lei
gli da un pugno sulla spalla. “Mogano?”
“Nah,
non è mogano.” prende la bacchetta dalla tasca e
la alza “Lo
saprei. Frassino, forse.”
“Già.”
lei lascia cadere la scheggia e riprende ad aspettare.
Lui
scatta su all'improvviso, inclinando la testa nella direzione di
Lily. “Avevi programmi per oggi?”
Lei
fa quasi cadere la fiala che sta per mettere via. “Cosa
intendi?”
“Oh,
eh...” si lecca le labbra, sorride timidamente
all'implicazione di
ciò che ha appena detto. “No, volevo dire
– indossi quel
profumo, ecco. Quello che hai messo a quella cosa del ministero
l'estate scorsa...?”
“No,
non ce l'ho.” replica lentamente Lily.
Le
sopracciglia di lui saltano in alto. “Invece
sì.”
“No!”
“Che
strano.”
Divertente,
davvero. Se Lily stesse prestando un minimo di attenzione, avrebbe
già capito tutto. Ma no. Sta guardando troppo da vicino,
aspettando
troppo impaziente qualcosa che non si aspetta, e perciò lo
manca.
“Tutto
ciò è ridicolo!” scoppia, agitando le
mani sopra la pozione. Poi
stringe le labbra e ficca il mestolo nelle mani di James.
“Sistemala.”
Lui
rotea gli occhi: “Non so nemmeno cosa sia. Come fai ad
aspettarti
che io la sistemi?”
“Non
lo so! Continua a mescolare o qualcosa!”
Lily
si fa più in là. “Matta,”
brontola James, ma prende il suo
posto e fa come gli è stato detto.
Lumacorno
procede a passo lento verso di loro, mani dietro la schiena mentre si
piega per osservare il loro lavoro. Chiude gli occhi un po'
drammaticamente mentre si raddrizza, e poi sorride a Lily con
orgoglio. James le da una gomitata, muovendo gli occhi con
significato, ma lei lo ignora.
“Ah,
perfetta,” annuncia Lumacorno, e Lily, che di solito gli
avrebbe
sorriso, lo fissa solo. Era sicura che in qualche modo l'avessero
rovinata, perché lei
non ha ricevuto niente dal loro lavoro. “Eccellente come al
solito,
signorina Evans – e signor Potter, ovviamente -”
James gli fa un
saluto militare canzonatorio, e poi guarda Lily dalla coda
dell'occhio con un'espressione preoccupata, perché lei sta
sbattendo
gli occhi in confusione alla loro pozione, “- bel lavoro, ben
fatto,” Lumacorno si dilunga, ignaro “Potete
imbottigliarla ora.
Pieni voti!”
E
poi si incammina verso il tavolo di Selena Finnigan e Ivory Fletcher,
la cui pozione sta rovesciandosi fuori dal calderone e sul tavolo in
coagulate masse arancione chiaro.
“Evans.”
Lily
non risponde.
“Lily.
Ohi.”
Lei
rimane lì, un po' stupefatta. James le punzecchia il braccio.
“Pronto?”
“Sì,
scusa, cosa?”
“Ora
metto a posto....”
“No,
aspetta.”
Lei
prende un profondo e lento respiro, le mani che puliscono l'aria ad
entrambi i lati, gli occhi serrati stretti, in attesa - e – e
là,
okay, c'è pino, è sicuramente pino, e... e pan di
zenzero, tabacco,
e qualcosa che le ricorda delle ronde notturne – corridoi
muffosi,
la brezza che soffia sui campi di Hogwarts e dentro dalle finestre
arcuate, l'ufficio dei Capiscuola? - quella scheggia di mogano o
frassino o quel che è... volare? Quidditch?
Perché cavolo il
Quidditch
dovrebbe essere nella sua Amortentia? - ci deve essere qualcosa di
diverso, qualcosa di nuovo,
qualcosa che lei non si aspetta -
“Lily
Marie Evans, se adesso non la smetti di comportarti in modo strano,
ti prendo e ti porto in infermeria io stesso -”
“La
prossima volta,” lo interrompe, gli occhi ancora chiusi,
irritata
“Non usare troppo balsamo su quei tuoi capelli orrendi, hai
capito?”
“Dice
la strega che indossa eccessive quantità di profumo e lo
nega -”
“Te
l'ho detto
-”
“-
cosa di cui non vedo il motivo, comunque; se ti devi incontrare con
Terrence Hunter più tardi dentro un ripostiglio per le
scope, puoi
semplicemente dirmelo -”
“I
non
devo
incontrare nessuno dentro un un ripostiglio per le scope più
tardi!
O mai!”
“Non
uso balsamo sui capelli!”
Entrambi
si zittiscono. Be', per circa due secondi.
“Davvero,”
Lily è impassibile.
“Io
non – be', non
troppo.”
Lily
lancia un'ultima, frustrata occhiata alla pozione, e poi sospira.
“Va
bene. Vai a consegnarla. Io pulisco.”
Solo
James, Lily, Severus Piton, Lilith Perkins, Sirius Black, e Mary
MacDonald sono riusciti a preparare correttamente la loro pozione
d'amore, quindi il resto della classe dovrà rifarla la
prossima
volta. Lumacorno non gli dice che pozione sia. Non ancora, dice, e
richiede che la classe non vada a controllarlo, se possono evitarlo.
L'effetto
è
migliore,
li assicura. È
una piacevole sorpresa quando la si prepara bene.
Come
però è il corso di queste cose, più di
metà della classe si
affretta verso la biblioteca per cercarla comunque. Gli studenti
rimanenti lo scoprono in qualche altro modo, ma non è
necessario
dire che non c'è un solo studente del settimo anno che la
volta
successiva non sappia che pozione sia.
Ecco
come va per James:
“Non
hai contato le spine di rosa,” Remus accusa, seduto su un
divano
nella Sala Comune più tardi quella sera.
Peter
è accanto a lui che lavora sul tema di Incantesimi. Ingoia
velocemente il cibo prima di rispondere, brandendo una mela mezza
mangiucchiata contro il viso di Remus. “Sì che
l'ho fatto! Tu
non hai mescolato in senso antiorario la settima volta!”
“L'ho
fatto!
La pozione è diventata da rosa a verde
quando hai aggiunto le spine di rosa!”
“Perché
cavolo,” si intromette James, che è per terra e
attualmente sta
perdendo una partita di scacchi magici “stiamo parlando di
questo?”
“Volevo
sapere di cosa avrebbe profumato la mia,” Remus mette il
broncio
“Non sarebbe splendido, annusare tutte le cose che ami
insieme? Non
posso nemmeno immaginare -”
“Guarda
il fesso, Lunastorta,” borbotta Sirius “Regina in
C2,” gioca, e
poi “Non era molto eccitante, se lo vuoi sapere.”
“Com'era
la tua?” domanda Peter a Sirius.
“Pelle,”
risponde lui, riverente al ricordo “L'aria notturna di Londra
ad
un'altitudine di circa trenta metri, i dolci alla cannella di Natale
della cara signora Potter, le mie lenzuola dopo una notte selvaggia
con -”
“Okay,
grazie, concetto afferrato,” dice Remus, facendo una smorfia,
precisamente nello stesso istante in cui Peter interrompe con
“Puoi
smetterla di parlarne adesso, amico.”
Sirius
scoppia a ridergli in faccia.
James,
nel frattempo, si è seduto dritto, momentaneamente
disorientato in
un glorioso attimo di un'epifania ritardataria.
“Com'era
la tua, Ramoso?” domanda Remus, e James scatta.
“Era
Amortentia,”
la sua bocca rimane leggermente aperta dopo l'affermazione della
parola. “Quella era Amortentia!”
Sirius
sbuffa: “Cosa pensavi che fosse?”
Le
spalle di James si afflosciano: “Io – io non lo
so!”
“Oh,
e dai,” esclama Remus. “E' impossibile che Lily non
l'abbia
capito.”
“L'ha
capito! Non me lo voleva dire!”
“Perché?” gli altri tre
domandano all'unisono.
“Che
diavolo ne so io.”
“Com'era,
però?” insiste Peter.
“Io...
ehm, è possibile non ricevere niente quando non sai cosa
sia?”
Sirius
piega un sopracciglio verso di lui. “Non credo. Non sapevo
cosa
fosse finché Mary non me l'ha detto. La lezione era quasi
finita.”
“Non
hai sentito niente?”
chiede Remus, incredulo.
“No!
Io... non sono sicuro. Non so se l'ho fatto.”
“Ma
Lumacorno ha detto-”
“Sì,
ha detto che era ah,
perfetta-”
“
'Ben
fatto, signorina Evans'”
“'Oh,
e anche lei, ovviamente, ignoto ragazzo della signorina Evans, Signor
Come Si Chiama-”
“Oh,
smettetela.”
“Ma
avete preso il voto più alto,” sottolinea Peter,
accigliandosi
“Come avete fatto a prendere il voto più
alto?”
James
ritorna le loro espressioni confuse con una scrollata di spalle. E
un'espressione ancora più confusa.
“Evans
va a letto con Lumacorno”, dichiara Sirius in conclusione,
che gli
fa guadagnare l'alfiere di James, la mela di Peter, e la mano di
Remus scagliata contro di lui.
“Stavo
scherzando! Onestamente.
Che gruppetto suscettibile.”
“Seriamente
però,” procede Remus “Riguardo a Lily?
Ha detto com'è stato per
lei?”
“No.”
James si interrompe, pensieroso. “Stava aspettando anche lei
qualcosa. Ora so
cosa. Ma...”
“Ma?”
“Non
penso che abbia ricevuto qualcosa di diverso. Era davvero
stressata.”
Il
silenzio cade su di loro. E poi, con il rischio di un'altra pioggia
di colpi da parte dei suoi amici, Sirius lo rompe con una risatina
vigorosa: “Va decisamente a letto con il vecchio.”
Nel
frattempo, di sopra nel dormitorio, Lily arriva ad una conclusione
differente.
“Il
mio cuore si è disintegrato,”
sussurra-grida a Mary, davvero inorridita, stringendo il braccio
dell'altra. Sono sul letto di Lily, sedute contro la testiera, un
assortimento di libri di testo, appunti e romanzi babbani davanti a
loro. “Sono incapace di amare,
Mary. L'Amortentia non funziona su di me. Non amo niente. Sono
ufficialmente, eternamente, emozionalmente inabilitata.”
“Per
l'ultima volta,” la rasserena Mary, coprendo la mano
dell'amica con
la sua ma senza preoccuparsi di distogliere gli occhi dalla rovinata
copia del suo romanzo preferito della Austen “Probabilmente
non ne
eri abbastanza interessata.”
“E
se non sono programmata come tutti gli altri?” Lily comunque
geme
“E se il mio cuore si fosse seccato e io- io vivo con del
succo di
zucca che scorre nelle vene, o -”
“D'accordo,
sei impazzita.” Mary lascia cadere il libro, spostandosi per
guardare Lily. “E' impossibile
che tu non abbia sentito nulla. Lo stai solo analizzando
troppo.”
“Ma
non l'ho fatto! Solo pan di zenzero e -”
“Ecco!”
“Sì,
ma Mary, avrei
dovuto ricevere una zaffata di... non lo so, qualcosa di diverso! Pan
di zenzero? Onestamente. È una pozione d'amore,
e non ero affatto incline a berla. Non ero...”
“Coinvolta?”
“Sì.
La pozione è rimasta
lì.”
guarda torvo nulla in particolare, incrociando le braccia.
“E'
colpa di James. Quel cretino con i suoi stupidi capelli e il suo
stupido balsamo – sai, all'inizio pensavo che Sirius
sarebbe stato più ossessionato dai suoi capelli
che-”
“Aspetta,
cosa c'entra il balsamo di James?”
“Era
ovunque! Probabilmente stamattina ci è annegato. Avrei
potuto vedere
di sfuggita la mia anima gemella, Mary, la
mia anima gemella,
ma a causa sua e della sua obbligatoria, giornaliera strada di
vanità, tutto ciò che sono riuscita a sentire era
il suo stupido
shampoo! Non profuma neanche di così buono – okay,
forse un
pochino, tipo mentolo o qualcosa di simile, ma è
così anche il tuo,
ed il mio, e
anche quello del mio futuro marito, forse,
non sono sicura, e tutto perché i capelli di James
dannatissimo
Potter mi stavano impedendo la via verso il profumo dell'amore della
mia vita. Mary MacDonald, gli puoi credere?
Quante volte riesci ad avere una sbirciatina a quello che...
perché
mi stai guardando in quel modo?”
Mary
sta stringendo fortissimo le labbra per trattenere una risata. Il
secondo in cui Lily pone la domanda, una risatina le sfugge. E poi
non si ferma.
“Cosa?”
“Scusa,”
Mary quasi soffoca, piegandosi in due “Scusa. Okay. No,
scusa,
scusa... niente.”
Lily
la guarda male: “Mary...”
Ma
Mary continua a ridere. Scende dal letto di Lily, a fatica, si
appoggia ad una colonna e scuote la testa verso Lily in allegria ed
incredulità. “Sei impossibile,” dice
“Vado a letto.”
“Cosa?
Per cosa stai ridendo? Ohi! Mary! No – non-”
Ma
Mary sta già chiudendo le tende del suo baldacchino. Il
tessuto
rosso ha appena smesso di incresparsi nel movimento improvviso, e si
può sentire Mary che, da dietro, di nuovo ridacchia.
“Torna
subito qui, MacDonald!”
“Notte,
Lily,” replica Mary “Magari domattina.”
“Magari
domattina cosa? Cosa?
Mary!
Dannazione.”
A
Difesa Contro le Arti Oscure, il giorno dopo, il corso pratico
è
sospeso a favore di alcune lezioni che quelli del settimo anno devono
recuperare, e Sirius Black riceve una nota – una lettera, in
realtà- nel mezzo della derivante noia.
Okay,
Black,
c'è scritto, Per
prima cosa, sorridi.
Come
se ti avessi appena scritto qualcosa di divertente.
Lui
torce il collo per fissare interrogativo Mary, qualche posto
più in
là. Lei sorride e fa un cenno al resto del messaggio. Di
fianco a
lei, Lily coglie lo scambio e rotea gli occhi. Degni di nota,
inoltre, da non troppo lontano, sono James e Remus, che sono
impegnati a duellare con le loro piume sotto ai banchi.
Alla
destra di Sirius, Peter si sporge, sempre il ficcanaso. Sirius lo
spinge premendogli la mano libera sulla faccia. Nonostante solo Peter
ed il mittente siano i soli membri del pubblico di Sirius, lui
sorride al messaggio come è stato ordinato di fare. Come se
Mary gli
abbia appena mandato qualcosa di inappropriato, tra parentesi, ma lei
ci penserà dopo.
Seconda
cosa. NON guardare James. O cogliere la sua attenzione. Peter e Remus
vanno bene, direi, ma forse non adesso. È davvero difficile
separarti dai tuoi fidanzati, sappilo, quindi mi sto riducendo a
questo. Devo rivelarti qualcosa.
Sirius
considera di condividerlo con Peter, ma alla fine decide di no. Gli
altri due lo noterebbero sicuramente.
Indovina?
Continua a leggere, Sai
quando abbiamo preparato l'Amortentia ieri a Pozioni?
Lily
sostiene di non averci annusato niente.
Oh,
davvero? Interessante.
Dice
che il pan di zenzero non conta. È pazza. Ma vuoi sapere
qualcosa di
meglio?
CONTINUAVA
A LAMENTARSI CHE TUTTO CIO' CHE POTEVA SENTIRE ERANO I CAPELLI
DI JAMES.
Ci
vuole un momento – e poi
Sirius ghigna come se davvero Mary abbia appena detto qualcosa di
divertente.
“Dimmi,
Ramoso,” Sirius da una gomitata a James, a cena “A
Pozioni, ieri,
sei sicuro
di non aver captato nulla?” Remus e Peter alzano lo sguardo
dai
propri piatti, intrigati dalla scelta casuale dell'argomento.
James,
egualmente disorientato, mastica lentamente il suo pollo, pensieroso.
“No,” si prolunga “I sotterranei erano
pazzeschi, però. Credo
che i profumi della mia Amortentia si siano persi in tutti
i...”
finisce la frase con un ambiguo gesto delle mani.
“D'accordo,”
dice Sirius “Ma, dimmi, esattamente,
di
cosa sapevano i sotterranei per te?”
James
gli lancia un'occhiata sospetta: “Cosa sta
succedendo?”
“Curiosità,”
risponde con facilità Sirius “Non puoi avermi a
pensare che Lily
vada in giro a fare favori indicibili ai professori, vero?”
“Vuoi
annegare nel tuo succo di zucca, Black?”
“Scherzo,”
ridacchia Sirius “Ma davvero,
com'era?”
“Cosa,”
insiste James “riguarda tutto ciò?”
“Ascolta,
sono solo preoccupato, d'accordo? Potrebbe esserci qualcosa che non
va in te.”
“Cosa?”
James fa cadere la forchetta e si siede più dritto
“Che vuoi
dire?”
“Stavo
solo pensando, se, sai, la tua Amortentia non sa di niente, forse
sei... e se tu fossi emozionalmente...inabilitato?”
Mary ha condiviso alcuni dettagli prima; grazie a Merlino
perché
Sirius si ricordi esattamente le parole esatte di Lily all'ultimo
momento. “Mi sto solo prendendo cura di te.”
“Ha
ragione,” mormora Remus, e Sirius annuisce sinceramente. Dio
benedica Remus Lupin. “E' semplicemente impossibile. Voglio
dire,
se avete
fatto
bene la pozione...”
“Sì.”
“Allora
avresti dovuto ricevere qualcosa,” esclama Remus “E
hai detto che
nemmeno Lily ci è riuscita.”
James
ci pensa. “Io ho sentito... qualcosa. Piccole zaffate di
– mi ha
ricordato volare, okay?” li informa sulla difensiva
“C'era
qualcosa tipo legno. E pelle di Pluffa. Ma anche Lily l'ha sentito,
quindi ho pensato... non lo so, ho pensato che fosse qualcosa che
girava. E c'era qualcosa tipo... tipo le decorazioni natalizie, e
canne di palude, ma ho pensato che i sotterranei puzzino sempre
quasi come una palude...”
“Sì,
hai ragione,” borbotta Peter, facendo una smorfia.
“Perché
una palude?” Remus è curioso.
“Va
a pescare con suo papà d'estate.” risponde Sirius
immediatamente.
La bocca di James si contrae, divertito, ma Sirius è troppo
preso da
qualcos'altro per accorgersene. “Giusto, quindi tu pensi
di non aver sentito niente di diverso perché –
perché i
sotterranei erano pazzeschi,
e -”
“Ed
anche Lily ha sentito quella cosa di legno. Quindi non può
essere
stata esclusivamente mia.”
“Che,
non potete entrambi
amare volare?”
“Be'...
il Quidditch,
forse,
ma... non penso – voglio dire, l'hai vista volare? L'hai sentita
nel momento in cui arriva a dieci metri dal suolo? Diventa una
dannatissima banshee!”
“In
effetti.” Tutti e tre si fermano per un momento per gioire
nel
ricordo.
E
poi, “E aveva anche indosso quel profumo di questa
estate,” James
spiega.
“Cosa?”
chiede Peter, che, come James, ha completamente mancato lo scambio di
sguardi tra Sirius e Remus a questa nuova informazione.
“Ricordate
quell'incontro per quelli che dovevano iniziare il settimo anno? Del
Ministero?”
“Non
stava con Terrence al tempo?” ricorda Peter.
“Già,”
James conferma, inforcando un altro pezzo di pollo con più
forza del
necessario. “Segaiolo BegliZigomi. L'ha lasciata
là da sola dopo
un po', il coglione... cosa c'è che non va con voi
due?” perché
Remus e Sirius hanno iniziato a schiarirsi la gola.
“Niente,”
rispondono in coro.
“Cosa?
Credete davvero che sia emozionalmente inabilitato? Andiamo.”
“Potresti,”
Remus annuisce. Si morde la guancia, la risata soppressa evidente sul
suo volto.
“Tragico,
davvero,” aggiunge Sirius, scuotendo la testa in finta
cupezza, ma
le sue labbra si contorcono verso l'alto e le spalle tremano.
“Sta
succedendo qualcosa e non sono sicuro di sapere chi c'è e
chi non
c'è dentro.” dice Peter lentamente, lo sguardo che
guizza da un
malandrino all'altro “Ci sono io?”
“Sai
cosa, Peter, quella è una bella domanda,” esclama
entusiasta Remus
“Vediamo chi c'è dentro, quindi,” si
ferma per guardare Sirius
in modo interrogativo, e l'altro annuisce. “James pensa che
il
profumo della sua Amortentia si sia perso nella confusione di tutti
gli altri odori, ieri, perché non è riuscito a
sentire nulla tranne
che i sotterranei-”
“Paludi,”
si inserisce Sirius.
“-qualche
ingrediente di Pozioni-”
“Volare.
Pelle di Quidditch.”
“-e
il profumo di Lily.”
“Qualche
idiozia riguardo Hunter BegliZigomi.”
“Segaiolo
BegliZigomi,” corregge James.
“Non
importa a nessuno, Ramoso.”
“Tu
pensi che sia emozionalmente inabilitato?” finisce Remus,
puntando
verso Peter con il cucchiaio.
“Io...
sì?” risponde incerto Peter.
“Che
cosa sta
succedendo,”
geme James. Tutti lo ignorano.
Remus
e Sirius si sorridono, e poi Sirius esclama: “Penso che gli
daremo
un momento.”
“Assolutamente,”
concorda Remus.
“Cosa?”
Peter è davvero confuso.
“Perché
sono amico vostro?” domanda James, stringendo gli occhi al
gruppetto, e procede con la sua cena in frustrata indignazione.
Ci
vuole fino all'arrivo del dessert, ma a metà della sua fetta
di
mousse al cioccolato, Peter smette di masticare, si strozza su un
boccone, gli occhi sgranati.
“Oh.
Oh.”
Remus
gli dà una pacca sulla schiena: “Ecco. Ora
ci sei dentro.”
Iniziano
tutti a ridere, e James rifiuta di dargli la soddisfazione di averlo
che si umilia per delle risposte. Quindi sta seduto lì,
miseramente
imbronciato alla sua torta di melassa mentre loro lo tormentano con
uno scherzo che lui proprio non riesce a capire.
“Tu
sei
emozionalmente inabilitato, Ramoso, dannazione... come puoi...
Merlino!
Sei emozionalmente menomato!”
“E'
un vuoto.”
“Be',
lo cureremo.”
“Io.
Odio.
Dannatamente. Tutti voi.”
“Cosa?”
sbercia Sirius, che, nell'evidente apice di emozione riguardo la
questione, sente il bisogno di alzarsi dal divano della Sala Comune
per guardare storto i suoi compagni, uno dopo l'altro. “In
che
senso non glielo diremo?”
“Precisamente
quello. E siediti, per favore.” lo sgrida Mary, perfettamente
calma. Gira una pagina del libro che sta leggendo. “Non
glielo
diremo.”
“Cosa
– perché?”
“Perché
presto o tardi lo capiranno.”
“Tu
approvi questa cosa, Lunastorta?”
Remus,
dal pavimento, fa spallucce: “Credo che sarebbe divertente
vederli
capirlo da soli, sì.”
“Cosa?”
Sirius si risiede, ma rimane irrequieto. “Okay, allora, e se
non lo
capiscono?” li sfida.
“Certo
che lo faranno,” risponde sicura Mary. “Non sono
stupidi.”
“Tutti
sono stupidi in amore!” Sirius scoppia, e Peter, che
è appena
arrivato, in ritardo a questa riunione per colpa di un tema di
recupero che ha dovuto consegnare personalmente al professor Vitius,
si ferma a qualche metro dai divani in fronte al fuoco dove stanno
Mary, Remus e Sirius.
“E'
successo qualcosa?” domanda, osservando ansiosamente Sirius.
“Mary
e Sirius si sono scambiati i corpi?”
Mary
ride e scuote la testa: “No, l'ha detto davvero!”
“L'ha
fatto, già,” aggiunge Remus, immensamente felice.
“Voglio
dire,” Sirius prova subito a riparare il danno, ma
è interrotto da
Remus e Mary, che non posso trattenersi dall'esclamare: “Tutti
sono stupidi in amore!”
“Potresti
scrivere un romanzo,” suggerisce poi la ragazza.
“Taci.”
“Di
cosa stiamo parlando?” Peter si aggiorna, prendendo il posto
di
fianco a Remus sul pavimento.
“Ramoso
ed Evans,” risponde Sirius, ancora agitato.
“Oh,
l'hanno capito?”
“No,
e questi due non mi lasciano andare a dirglielo.”
Peter
appare davvero scandalizzato: “Perché vorresti
dirglielo, Sirius Black?”
“Esattamente,
Codaliscia,” dice Remus, ed anche Mary gli sorride.
Sirius
è offeso, ma non cederà. “Oh, non lo
so; perché abbiamo tutti
provato che sono idioti quando si tratta di loro due?”
Peter
ci pensa; poi scuote la testa. “Nah, non possono essere
così
tonti.”
“Tutti
sono stupidi in amore,” Remus e Mary dicono involontariamente
allo
stesso istante, e poi scoppiano a ridere.
Sirius
siede per un po' in un silenzio amaro. Mary gira un'altra pagina, e
poi lui si alza in piedi con risolutezza e si avvia verso l'entrata
della Sala Comune: “Glielo vado a dire.”
“NO!”
“Okay,
allora... coppie, colore, scala colore, scala, full -” elenca
James, mescolando le carte che ha in mano.
“E
poker. Ma per adesso possiamo usare carte singole e coppie,
tonto.”
“Scema.
E... i due schiacciano tutto?”
“Sì.”
“Perché
i due?”
“Ehm,
non lo so. È sempre stato così.”
“E
i quadri sono i più forti?”
“Mmhmm...
e poi cuori, poi picche, e poi fiori...”
“Ricchezza
piuttosto che amore quindi?”
Lei
ridacchia: “Non lo so. Non ci avevo mai pensato. Nessuno
ha.”
“E
perché i più forti sono i due?
Non ha senso.”
Lei
alza gli occhi al cielo: “Merlino, scegli una carta,
James.”
“Okay.
Giusto...” lui lascia cadere un re di picche.
“Cosa?”
scatta Lily. “Ma ho appena giocato un tre! Di fiori!”
Lui
si gratta la mascella, confuso. “Sì... e il re lo
batte di sicuro,
giusto?”
“Sì,
ma... farà ricominciare tutto questo round! Non hai un
quattro? O un
cinque? Batteranno comunque il mio tre.”
“Hmm,
ho un due.”
“E'
peggio che giocare il re.”
“Hai
appena detto che è il più forte!”
“Sì,
lo è, ma – oh, lascia perdere.” lei cala
un asso di cuori.
James
mette giù felicemente il suo due di picche.
“Ah!”
“Hai
cinque
anni,”
mormora Lily, ma sta sorridendo. “Non posso batterlo.
Ricomincia.”
Lui
prende un cinque di cuori. “Allora. Oggi non hai indosso il
tuo
profumo. Com'è andato l'appuntamento con Terrence?”
Lily
batte il cinque con un sette di picche. “Non
ho
avuto un appuntamento con Terrence, stupido,” lo rimprovera,
“E
non mi ero nemmeno messa il profumo – non credo nemmeno di
averlo
ancora con me!”
Lui
soffia, incredulo, e gioca un sette di cuori.
Lily
cala un otto di fiori. “A differenza di te,
comunque,” dice,
brandendo le carte che ha rimaste contro di lui “Con tutto
quel
balsamo.”
“Sì,
riguardo a quello, oggi non sono riuscito a trovarlo.” dieci
di
cuori “Penso che Sirius l'abbia nascosto. Stava ridendo
quando sono
uscito dal bagno.”
Jack
di picche. “Perché avrebbe dovuto farlo?”
“Non
lo so. Qualcosa riguardo – hmmm – posso calare un
altro due?”
“Ne
hai più di uno?” domanda Lily, desolata.
James
le sorride. “Sono un mito a questo gioco.”
Lei
stringe gli occhi: “Hai fatto una fattura al mazzo?”
“No.
Pessima perdente.”
“Oi,
non ho ancora perso.”
“Quindi
posso usare un due?”
“Vai,
ti batterò comunque.”
Gioca
davvero un due di fiori, l'idiota. Inizia un altro round con un sei
di fiori; il ragazzo non ha assolutamente strategia.
“Già,
comunque, Sirius ha detto qualcosa riguardo al curare la mia
incapacità emotiva...” mormora, riprendendo il
filo interrotto del
discorso.
La
sua dizione cattura l'attenzione di lei: “La tua
cosa?”
“La
mia incapacità emotiva.”
Lei
prende un nove di cuori: “Ha detto così?”
“Hmm...”
dieci di fiori “Sì, perché?”
“Niente,
solo... familiare, credo.”
Lui
alza lo sguardo curiosamente: “Oh?”
“Credo
di aver detto a Mary la stessa cosa, in realtà. Magari lei
– oh,
aspetta...”
James
ride, capendo: “Sì, lei e Sirius
probabilmente...”
“Giusto.
Sì.”
“Cos'hai
detto esattamente a Mary?”
Lei
non risponde subito, ma poi decide che non farebbe troppa differenza
se non glielo rivelasse. “Le ho detto più o meno
che potrei essere
emozionalmente inabilitata per non aver -”
“Sentito
niente dall'Amortentia?”
“Già,”
si stringe nelle spalle “Ma ho pensato che probabilmente si
è
perso in tutta la foschia, sai?”
“E'
quello che gli ho detto io!” lui fa un cenno alle sue carte
“E'
il tuo turno.”
Lei
gli sorride e cala un due di cuori.
“Credevo
avessi detto che non avevi due!” l'accusa James.
“Non
l'ho mai detto,” replica scaltra Lily.
“Stupida,”
borbotta lui “Passo, ovviamente.”
Lei
ridacchia e cala una coppia di quattro.
“Ma
io non ho nessuna coppia!”
Lei
fa spallucce, un gran sorriso in volto. “Allora perdi il
turno.”
Lui
si appoggia all'indietro sulle braccia, le spalle afflosciate per la
sconfitta.
“Ho
detto a Mary che è stata colpa tua, comunque.”
“Bel
calcolo,” lui borbotta, facendo una smorfia alle sue carte; o
alla
mancanza di qualcuna utile, a quanto pare. Si batte una coppia solo
con una coppia, e lui ha calato le carte senza pensare alle mosse per
tutta la partita.
“Lo
era,
però,” Lily spiega. “Tutto
ciò che potevo sentire erano i tuoi
capelli.”
James
sbuffa: “Tutto ciò che io
potevo sentire era il tuo profumo, matta. E passo,
perché tu, Lily Evans, sei un baro.”
Ma
Lily si è completamente pietrificata, e fissa con aria
assente alla
carta che le rimane – un due di quadri, il più
forte del mazzo –
improvvisamente non più ansiosa di vincere. Sposta lo
sguardo su
James, lungo il contorno della carta, il respiro corto, e sembra che
lei lo stia vedendo per la prima volta e – oh mio Dio, che
cosa ha appena detto lui?
“Cosa?”
“Ehi,
cosa c'è che non va?” lui è veloce a
mettersi accanto a lei,
allarmato.
“Tu
– mio – i tuoi capelli-”
“Cosa
c'è?”
Lei
non può rispondere.
Il
camino sputa un ardente scoppiettio acuto che suona troppo come una
risata di scherno – sei
così stupido, James, sei così stupida, Lily
– ed entrambi sussultano al rumore...
E,
finalmente,
James sembra capirlo. Gli occhi si sgranano dietro gli occhiali
-tutto
ciò che potevo sentire era il tuo profumo!-
il volto che gradualmente si rilassa e cambia da allarme a shock, e
sbatte gli occhi verso il pavimento, senza muoversi tranne per le
dita che sbadatamente strusciano le carte...
Lily
si alza in piedi, stupefatta e senza fiato, il viso caldo, la
comprensione che la prende e la inonda in una sconcertante sensazione
inattesa...
“Ti
ho superata,” James disse a Lily mentre quel tedioso incontro
del
ministero stava per finire, dondolando svogliatamente con lei in un
angolo della pista da ballo. Rise nervosamente, sentendosi davvero un
idiota. Ma doveva essere detto, giusto? Doveva essere fuori,
così
che potessero finalmente, almeno così pensava, essere per
bene
amici. Terrence Hunter se n'era andato, a James non fregava nulla del
perché, ma Lily era da sola, e James – be',
apparentemente, aveva
smesso di farsela piacere. E aveva bisogno di dirlo. L'estate stava
quasi per terminare, e lui riteneva che una tabula rasa per loro due
fosse dovuta prima che il successivo anno ad Hogwarts, l'ultimo,
iniziasse.
“Oh.
Giusto.” la mano di lei si strinse appena nella sua, sulla
sua
spalla, ma lui potrebbe averlo immaginato, perché lei gli
stava
sorridendo; anch'esso teso e nervoso... e lui provò a non
respirarla, provò a non soffermarsi sulla curva dei suoi
fianchi
sotto il suo palmo o il fremito delle sue ciglia mentre lei spostava
lo sguardo, ma il suo profumo era dolce e fresco e Lily e tutto
attorno a lui,
e lui – pensò che l'amava ancora così
tanto, così tanto che lo
odiava, odiava come tornava sempre, sempre,
agli
occhi verdi di lei e i suoi capelli rossi, a quelle lentiggini sulle
clavicole e la voglia a forma di diamante sul dorso della mano, tutto
di lei decisamente acceso contro tutte le sue grigie convinzioni che
avrebbe dovuto lasciarla andare una volta per tutte...
“Bene,
è – è ottimo!” disse lei.
“Grazie, io... era ora, direi...”
“Già.”
lui sorrise. Voleva rimangiarselo, ma non lo fece, perché
tutti sono
stupidi in amore.
“Qual
è il tuo problema?” domanda Mary a Sirius,
sforzandosi di
mantenere il passo dei ragazzi. È già oltre
l'orario del
coprifuoco, e loro stanno facendo un certo baccano nei corridoio
vuoti.
“Non
glielo puoi dire!” insiste Remus, camminando rapido di fianco
a
Sirius.
“Non
vedo perché no,” spiega Sirius, senza perdere il
ritmo “Se lo
capiscono alla fine, dirglielo ora velocizzerebbe solo le
cose!”
“Non
puoi
velocizzarle!” esclama l'altro.
“E'
il mio migliore amico, deve saperlo!”
“Che
è innamorato di Lily? Credo che lo
sappia,”
interviene Peter irato all'altro lato di Sirius e un po' senza fiato.
“Sì,
ma riguardo Lily?”
Lui
entrò – con indosso una divisa da Qudditch nera e
viola che gli
stava favolosamente, se Lily poteva dirlo – e la stanza
sembrò
cambiare subito. La luce, l'odore, l'atmosfera. C'era qualcosa
riguardo a lui.
“In
ritardo per una festa in maschera?” scherzò lei.
Lui
non rispose alla punzecchiata, e Lily alzò subito lo sguardo
per
controllarlo. Lui doveva aver notato la stranezza, perché le
sorrise, benché debole, veloce e senza traccia di umorismo.
E poi
procedette a guardare gli orari che avrebbero dovuto ordinare quel
giorno. Le sue dita continuavano a piegare l'angolo in alto in
agitazione.
“James?”
“Sì?”
“Tutto
bene?”
“Mmhmm.”
“Cos'è
tutto questo...?” gesticolò vagamente al suo
completo.
“Oh,
solo Quidditch.”
Lei
si avvicinò lentamente e controllò l'imbottitura
del gomito destro:
“Grifondoro ha cambiato colori mentre dormivo o...?”
“Nah,
non gioco per i Grifondoro,” spiegò
“Gioco per Hogwarts. Io –
ci sono degli osservatori dell'Associazione Nazionale di Quidditch
oggi, e alcuni dei membri delle diverse squadre sono stati invitati a
fare dei provini.”
Lily
esclamò: “Allora perché sei qui? A che
ora è la partita?”
“Tra...
circa quarantacinque minuti.”
Lei
fece schioccare la lingua: “Perfetto, allora fuori da
qui.”
Iniziò
poi a tirarlo per un braccio e portarlo verso la porta. Lui odorava
fortemente di nuova pelle e scopa lucidata, e Lily si
ritrovò a
inclinarsi verso l'uniforme stirata per annusarla ancora di
più,
finché non se ne accorse, lamentandosi internamente per le
sue
stupide urgenze.
“Evans...”
“No,
vai a prepararti! Posso pensarci io a questo! Merlino, avrei capito,
sai, non sono così cattiva!”
Lui
si lasciò spingere fuori dalla stanza, ma una volta che fu
sull'uscio, non si mosse. Guardo il pavimento, poi Lily, indeciso.
“Cosa
c'è? Vai!”
Lui
si sfregò il collo, pensieroso. “Senti, il fatto
è...” Prese un
respiro profondo e lasciò cadere le mani lungo i fianchi, le
dita
che si piegavano e distendevano in un lasco pugno, le braccia ad uno
strano angolo. “Ho – ho sempre voluto il Quidditch.
È perfetto.
È vita. Voglio – volevo viverne, sai?”
“Sì,
quindi vai! Hogwarts, combatti! Vai, Potter!”
Lui
le sorrise debolmente, gli occhi che si riscaldavano al suo
entusiasmo. Si morse il labbro inferiore e si preparò alla
continuazione della sua invettiva, e Lily alzò le
sopracciglia. “Ma,
vedi,” continuò, “Il problema
è, io... non so, se lo voglio
ancora adesso, con questa – tutto l'affare di Voldemort, e la
caccia ai babbani... è orribile, e io... mi sento un po'
egoista.”
Lei
fu zittita, non se lo aspettava. Quando si riprese, era come se ci
fossero un milione di cose che gli volesse dire, ma quando
provò a
sceglierne una, le parole per formulare la sua linea di pensiero le
scapparono del tutto. Però finalmente comprese
perché lui era
andato là.
“Hai
detto Voldemort,” notò fiaccamente, lasciando
uscire una risatina
tremolante.
Lui
ridacchiò piano, facendo spallucce.
“Be',
io... allora è questo ciò per cui sei
ansioso?”
“Non
sono ansioso.”
“Sì
che lo sei.”
Lui
aprì la bocca per ribattere, ma lei annullò la
distanza tra di loro
e lo silenziò con una mano. “Ascolta,”
cominciò, scegliendo le
parole con cura “Non è egoista, okay? Davvero, non
lo è. È
sempre stato il tuo sogno. Inseguilo. Non lasciarti scappare questa
opportunità. Se noi... se noi dobbiamo essere là
fuori, dopo
Hogwarts – bè, ci saremo,
ma – non devi ancora lasciar andare nulla. Noi.. sono sicura
che tu
risolverai tutte le altre cose dopo.”
Lui
la guardò con un'espressione che lei non riusciva a leggere
del
tutto; non stava sorridendo, ma certamente non era nemmeno
contrariato. Lei non poteva dire cosa fosse, non poteva dargli un
nome,ma poteva sentirlo,
il
suo...
orgoglio? Affetto? Gratitudine? Le sfrecciò nello stomaco e
penetrò
nel suo cuore, caldo e piacevole e formicolante, e lei lo accolse,
completamente, pensando, lo
capirai, James, entrambi lo faremo,
con tutto il cuore, e lei sapeva
che qualcosa era cambiato allora, ma era troppo affascinata dal
momento per rifletterci a dovere.
Tutti
sono, dopotutto, a momenti stabiliti, stupidi in amore.
“Sei
una buona migliore amica,” le disse, arruffandole i capelli.
Lei
schiaffò via la sua mano, ma non poté non
sorridere: “Non la
migliore amica?”
“Nah,
Felpato sclererebbe.”
Lei
rise. Poi – non si diede neanche il tempo di pensarci
– gli si
avvicinò e lo baciò sulla guancia:
“Buona fortuna.”
Lui
sgranò gli occhi, e li fissò su qualcosa oltre le
spalle di lei per
un secondo, e lei deglutì, pensando di essere andata troppo
in là –
Lui
ti ha superata, idiota! Cos'hai fatto! - ma
poi lui cercò il suo sguardo e le fece un enorme sorriso.
“A
più tardi, Evans.”
E
poi se ne andò, e Lily si ritrovò subito a
sentire la mancanza
dell'odore di pelle e legno, di volare e Quidditch e di James Potter.
“Lily
lo capirà anche lei, okay? Ne sono certa!”
Mary assicura Sirius, tirandolo indietro per un braccio.
Sirius
rallenta, ma non si ferma.
Mary
prende la bacchetta.
Lui
finalmente si arresta, alzando un sopracciglio: “Seriamente?”
Lei
stringe le labbra – e poi abbassa la bacchetta.
“Be', sei
estremamente difficile! Questo è importante per Lily, e lei
è la
mia migliore amica, okay?”
“Sul
serio, Lunastorta?”
perché anche Remus ha sguainato la bacchetta.
Lui
si stringe nelle spalle. I suoi occhi sono illuminati di misfatto,
però, e lo sguardo incredulo di Sirius si trasforma in uno
di
comprensione. “Gara fino all'ufficio?” propone
Remus.
Peter
pesca la sua bacchetta. La sua evidente riluttante rassegnazione fa
pensare a Mary che questa non sia la prima volta in cui è
stato
catturato nelle stupide buffonate dei suoi amici. “Non
dobbiamo
farlo per forza, sai,” dice “Possiamo semplicemente
lasciarlo -”
“Assolutamente
no.” lo interrompe Mary, sorridendo anch'essa, impugnando di
nuovo
la bacchetta.
“Va
bene, allora.”
“Ci
siamo.” dice Sirius, ghignando compiaciuto.
“Lo
fate molto spesso?” domanda la ragazza.
“Una
o due volte,” Peter fa spallucce “Quando questi
idioti si
annoiano.”
“Chi
da il via?” chiede Remus, accucciandosi, concentrato sul
corridoio
avanti a sé.
“Finiremo
in detenzione sicuramente...” mormora Mary.
“Io,”
Sirius risponde alla domanda di Remus, “Via.”
E
poi – con un sospiro rassegnato di Peter, un'esclamazione
ambigua
di Mary rivolta prevalentemente a Sirius, una risatina spensierata da
Remus – scattano tutti lungo il corridoio vuoto.
“Evans...”
“Ma
tu mi hai
superata.”
Lui
alza lo sguardo, aggrottando le sopracciglia.
“Cosa?”
“Tu
hai detto – hai detto che mi avevi superata.”
“Giusto.
Io... sì, l'ho detto.”
“Ohi!
Tornate qui!”
“Scusa,
Pete...!”
“Non
posso credere che tu l'abbia appena levitato!”
“Torneremo
indietro dopo, promesso -”
“Smettila
di barare, Sirius, per la barba di Merlino -”
“Sirius,
brutto cretino-”
“Ci
siamo quasi-”
Avrei
potuto vedere di sfuggita la mia anima gemella, Mary, la mia anima
gemella, ma a
causa sua e della sua obbligatoria, giornaliera strada di
vanità,
tutto ciò che sono riuscita a sentire era il suo stupido
shampoo!
Non
è un caso che Mary stesse ridendo a crepapelle la sera prima.
Oh,
porca vacca.
Porca
vacca...
Indossi
quel profumo, ecco. Quello che hai messo a quella cosa del ministero
l'estate scorsa...
E'
così sciocco. Tutto sembra così sciocco. Certo
che è –
dannazione, certo
che è lei – come può essere stato
così idiota
-
?
La
prossima volta, non usare troppo balsamo su quei tuoi capelli
orrendi, hai capito?
Era
stato così imbarazzante. Adesso quanto può
pensare che lei sia
un'idiota? Dovrebbe andarsene? Dovrebbe parlarne? Cosa direbbe lui?
“Evans
-” riesce a dire James, alzandosi in piedi. Si spolvera e
aggiusta
gli occhiali.
“Oh,
caro Merlino -”
inizia
lei allo stesso istante, scattando, imbarazzata e sopraffatta,
coprendosi il viso con le mani...
“Ti
ho superata.”
“Non
vincerai, Lunastorta, vieni -”
“No-”
“Dannazione
– smettila – di – usare –
incantesimi! Cazzo!”
La
risata di Sirius riecheggia lungo i corridoi: “Linguaggio,
MacDonald -!”
“Buona
fortuna.”
Nello
preciso momento, un secondo prima che l'inevitabile schianto accada:
James,
che cammina rapidamente e con convinzione verso Lily, le mani che le
prendono le spalle e la testa che si abbassa per allineare i suoi
occhi con quelli di lei: “Io non ti ho mai
superata.”
E
Lily, le mani ancora sul viso, che geme tra le dita: “Io sono
dannatamente
innamorata
di te!”
Sirius
cade di faccia attraverso la porta, riuscendo, grazie a Merlino, ad
allungare le braccia davanti a sé all'ultimo minuto, ma
l'impatto è
comunque forte, specialmente perché Remus non è
troppo indietro
e...
Lui
cade sopra Sirius, sbracciandosi, urlando, aggrappandosi a Mary, che
cerca di non crollare, ma chi sta prendendo in giro – Remus
le ha
preso il braccio, e...
Mary
inciampa sulle loro gambe ingarbugliate, senza niente a cui tenersi,
solo l'aria, e c'è la vista di James Potter e della sua
migliore
amica davanti a lei, l'uno in fronte all'altra, e lei pensa
di aver appena sentito Lily dire... ma non può, giusto...? Oh,
cavolo, ecco che arriva il pavimento....
Un
gemente, imprecante cumulo di corpi giace sull'uscio dei Capiscuola,
non lontano da James e Lily, che non hanno la minima idea di cosa
diavolo sia appena successo.
Non
superata...?
Innamorata...?
“Cosa...”
inizia James, ma non sa di cosa parlare per primo. Il suo cuore sta
battendo ridicolmente veloce nel suo petto, e i suoi migliori amici
sono lì e la migliore amica di Lily è
lì, e Lily è innamorata di
lui, dannatamente
innamorata di lui –
è quello che ha detto, giusto? Non ha sentito male, vero?
Lui è
nella sua Amortentia...
Lily
sbircia tra le dita, le mani che lentamente lasciano il viso, gli
occhi sgranati dalla sorpresa e dalla confusione, e tutte le altre
contrastanti emozioni che si combinano in una grande, tremenda palla
di ma
che diavolo -
“Io
non – cosa
-?”
Sirius
prova a muoversi, ma non riesce, perché Remus e Mary
sembrano
trovare piacevole essere stesi sopra di lui, a lamentarsi. Lui si
sente stordito, e pensa di essersi rotto un dito o due, ma non
importa nemmeno perché è arrivato in tempo per
vederlo – ottusi,
ottusi
James e Lily, Merlino; ma non importa, non importa – anche
lei è innamorata di lui,
l'ha sentito, lo sapeva, dannazione l'aveva detto...
Alza
la testa quanto riesce sotto il peso combinato di Mary e Remus e
urla, finalmente,
con una voce che trasuda anni di esasperazione, dandosi il merito del
momento gloriosamente caricato di un ormai epicamente forte peso di
tocchi sfiorati e ci siamo quasi e pessimo tempismo:
“Ora
baciatevi,
idioti!”
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