A
causa mia...
<< T...Taichou ? >> La voce del suo
fuka-taichou, lo riscosse del tutto dal torpore in cui era caduto.
Anche se ormai era sera, il caldo era sempre opprimente come una morsa
che gli stringeva il petto, mozzandogli il respiro.
Ma era davvero quello il motivo? Il caldo?
Hitsugaya taichou era sicuro del contrario.
Anche con la neve, lui l'avrebbe sentita... erano settimane che la
sentiva... da quando c'era stata la grande guerra contro Aizen e il suo
seguito, gli Espada.
Da quando aveva toccato con mano il dolore, da quando aveva sentito
chiaramente ed in bocca, il sapore del sangue.
<< Matsumoto, sei ancora qui ? >>
disse guardandola, apatico.
E dove diavolo dovrei essere, taichou?
Io non ho più niente... da tempo ormai... troppo...
<< Sì...>> lei abbassò
il capo, stancamente.
Lui la guardò,
ed eccola di nuovo... quella morsa che gli stringeva il petto, il cuore.
Rangiku Matsumoto era cambiata,
non rideva più, non scherzava più, non andava
più neanche a sbronzarsi con Kira dopo il lavoro.
Soffriva.. semplicemente...
A causa mia...
Ripeteva sempre il giovane capitano a se stesso.
E… di Gin Ichimaru...
Lui si che l'aveva fatta soffrire più volte, ma stavolta era
diverso.
Gin era morto... per mano sua... di Hitsugaya Toushiro.
Si era distratto, mentre combattevano per la seconda volta l'uno contro
l'altro, mentre combattevano per uccidere...
Poi era arrivata lei, con i suoi capelli lunghi e ribelli, i suoi occhi
cristallini e preoccupati.
.
Uno sguardo tra loro, un attimo, la guardia di Ichimaru che si
abbassava.....
Era bastato così poco...
Quella tristezza che vedeva negli occhi della sua subordinata,
non l'avrebbe mai cancellata.
<< Stai andando a casa, Matsumoto ? >>
Lei lo guardò interrogativa. << Credo di sì >>
<< Sono andati via tutti ? >>
<< L'ultimo
è stato Kōkichirō ...>>
Lui la guardò con occhi glaciali. << Bene, allora entra e siediti >>
cercò di controllare la voce.
Non era un bene che gli tremasse, in un momento come quello.
Lei non disse nulla, si diresse elegantemente verso di lui, sedendogli
di fronte.
<< Voleva parlarmi, taichou ?>> disse,
sfuggendo al suo sguardo.
<< Se ti chiedo di entrare, non è per offrirti
da bere !>> rispose lui, stizzito.
Un tempo Rangiku avrebbe esclamato, con occhi scintillanti.
<< Peccato!! Speravo di poter assaggiare quel
fantastico sakè che le ha regalato Kyōraku
taichou>>
Ma ora era silenziosa, seduta li, davanti a lui, con il capo chino e
gli occhi spenti.
Intanto il sole tramontava all'orizzonte, illuminando il viso dei due
ufficali delle 10° brigata.
<< Sono passate cinque settimane, ormai...>>
Hitsugaya iniziò senza preavviso, cogliendola alla
sprovvista.
Toushiro si specchiò nell'azzurro degli occhi di lei, così
grandi, così spaventati...
Non voleva parlare di quanto era accaduto... non ce la faceva... voleva
solo dimenticare...
<< Preferirei non parlarne per favore, è passato...ormai...non crede ? >>
Quella morsa al cuore, lo avrebbe potuto uccidere ?
<< Sì... >>
<< Voleva parlarmi di qualcosa in particolare ? >>.
Da quel maledetto giorno, anche il loro rapporto
era cambiato.
Lei era fredda, scostante... ma soprattutto, dedita al lavoro.
E non era da lei.
<< Di te...>> disse Hitsugaya.
Matsumoto sgranò gli occhi.
<< E di me... in un certo senso...>>
finì lui, leggermente in imbarazzo.
Lei fece per ribattere, ma lui la bloccò.
<< Tu mi odi, Matsumoto ? >>
Lei si irrigidì << C...Cosa ? >>
Lui le si avvicinò cosi tanto, che lei trattenne il respiro,
per un attimo aveva pensato che l’avrebbe baciata.
<< Sei cambiata, radicalmente, non sei più
tu... >>
Rangiku sentì gli occhi pizzicare.
<< Taichou, io...>>
<< Ho ucciso Gin Ichimaru … >>
continuò lui.
Lei rabbrividì a quel nome, ma non disse nulla.
<< … so quello che provavi per
lui…>>
Se Matsumoto avesse potuto rendersi invisibile, ecco, in quel momento
l’avrebbe fatto.
Toushiro aprì il cassetto della sua scrivania.
<< Se tu mi odiassi non potrei
biasimarti…anche se sai che non avevo scelta
>>
<< Lo so >> disse lei, frenando a stento le
lacrime.
<< Ho preparato questa,
Matsumoto.>> tirò fuori una lettera,
indirizzata al Comandante Yamamoto.
<< Cos’è?>>
<< Una domanda di trasferimento di brigata… la
tua domanda >>
L’aveva nel cassetto da giorni, ma non aveva mai avuto il
coraggio e l’occasione, di parlarne al suo fuka-taichou.
Rangiku rimase attonita a guardarlo << M..Ma io, non ho
mai..>>
Lui la bloccò << Sono stato io
>>
Una lama di ghiaccio le trafisse il cuore, lui
voleva mandarla via?
Rimase in silenzio a guardarlo, ancora sconvolta.
<< Manca solo la tua firma...>>
Non poteva essere, non stava accadendo veramente.
Sarebbe rimasta nuovamente sola.
<< E.. se mi rifiutassi? >>
Hitsugaya pensò che fosse stato il suono del vento,
quale vento?
quelle poche parole, che per lui significavano così tanto, erano state
a malapena pronunciate.
<< Prego? >> disse, con il cuore che
accelerava gradualmente.
Lei si alzò.
Risoluta.
<< Mi rifiuto di firmare, taichou ! >>
<< Matsumoto...>> si alzò anche
lui.
<< Perché mi vuole mandare via ?
>>
<< Io non voglio mandare via proprio nessuno
>>
Lei lo guardò, con una strana luce negli occhi
<< E quella ? >> Indicò la
lettera, immacolata tra le mani di Hitsugaya <<
Io non ho mai voluto un trasferimento >>.
La collera montò in lui.
Il suo reiatsu esplose, facendo cadere tutti i fascicoli dalla
scrivania.
<< Bene, se non rispondi alla mia domanda, lo
vorrò io questo trasferimento
>>
I due si guardarono negli occhi, un attimo che sembrò durare
secoli.
Matsumoto sospirò, non aveva scelta.
<< Io non odio proprio nessuno... >> disse
lei, ignorando lo sguardo sorpreso del suo capitano.
<< Gin è morto tanto tempo fa, quando decise
di tradire tutti noi...>>
Si voltò, ammirando il tramonto di quella sera
d’estate… <<
...lo amavo… o almeno così credevo... ma
è stato tutto cosi confuso… lei non aveva scelta
taichou, nessuno di noi l’aveva, se fossi arrivata prima io quel
giorno, sarebbe toccato a me combatterlo... e forse sarei
rimasta uccisa >>
Lui strinse i pugni, arrabbiato ed amareggiato.
<< Allora perché hai cambiato atteggiamento
nei miei confronti? >>
Lei rimase in silenzio, pensierosa.
Come se da quella risposta sarebbe potuta cambiare la sua vita.
<< Perché sono una codarda >>
La lettera cadde dalle mani del giovane taichou.
<< Perchè ogni volta che la guardo, rivedo
quella maledetta scena, rivedo tutto quel sangue... il corpo di Gin...
>> scoppiò in lacrime, cercando di attutire i
singhiozzi con le mani.
Il cuore di Hitsugaya perse un
battito, era meno gelido di quanto tutti pensassero.
Le si avvicinò, silenzioso, fino a trovarsi di fronte a lei.
<< Mi dispiace, per questo penso che un trasferimento
sarebbe la cosa migliore per te >>
Lei non resse più.
<< Io voglio stare con te, taichou!!>>
sbottò, dimenticando le formalità.
Lui la guardò senza parole.
<< Ma ... hai appena detto...>>
<< Non mi importa >> e per la prima volta
dopo settimane, lei sorrise.
<< Sei la mia famiglia, soprattutto ora...
>>
Lui si voltò di colpo, imbarazzato come non lo era da tempo.
<< Toushiro.. >> disse.
<< Eh? >>
<< E’ il mio nome..>>
Matsumoto lo guardò, confusa << Sì, lo so.. ma
che... >>
<< Puoi chiamarmi così quando siamo soli >>
Rangiku lo guardò a bocca aperta, sempre più
stupita.
Lui si diresse verso la porta, ma si bloccò a
metà strada.
Ai suoi piedi c’era ancora la lettera.
Si abbassò, guardandola con sollievo.
<< Penso che questa non serva più...
>> la strappò, sotto lo sguardo muto e
attonito della ragazza.
<< Domani ho una missione e vorrei che mi accompagnassi, te la senti ? Potrebbe essere pericolosa >>
Lei si illuminò.
<< Non chiedo di meglio, taichou… voglio
ricominciare >>
Toushiro sorrise, un sorriso luminoso, sicuro.
Poi si voltò e lasciò la stanza.
Rangiku sospirò.. e si avvicinò nuovamente alla
finestra.
Era già buio e le stelle ormai
illuminavano il cielo..
<< Grazie taichou... per aver capito. >>
disse ad alta voce.
Ma non sapeva che qualcuno, ancora in corridoio, la stesse ascoltando.
<< Grazie Rangiku, per avermi perdonato...>>
<< Ricominciamo insieme!>>
Ciao
a tutti,
spero
di aver reso i personaggi abbastanza IC ,
volevo
rappresentare il rapporto tra Hitsugaya & Matsumoto,
che a mio parere, è uno dei più genuini e
profondi.
Chiaramente
non ci sono spoiler, è uscito tutto dalla mia testa un
po' matta (ma solo un po')
Spero
di non aver fatto una schifezza.
Un
grazie speciale a chi avrà il fegato di arrivare fino alla
fine. '^_^
Bacioni,
Alessandra
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