Il testamento di Ewinnor

di asteadon
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La nera figura scendeva silenziosamente le scale, un’ombra tra le ombre, smuovendo la polvere vecchia di secoli.
Le fiamme delle torce incantate gli danzavano sul volto, accentuando la bramosia nei suoi occhi.
Finalmente il suo sogno stava per avverarsi, era lì a pochi passi, appena oltre quella parete. L’uomo allungò la mano per togliere le fitte ragnatele che da lunghissimo tempo la avvolgevano e si lasciò sfuggire un sorriso nel vedere il simbolo Held profondamente inciso nella pietra nera.
Fece scorrere le dita frementi sull’antico sigillo e pronunciò un’arcana formula.
La parete si dissolse in una folata di polvere rivelando una nicchia rozzamente scavata nella roccia.
Sopra un piedistallo c’era un libro, stranamente ben conservato nonostante fosse sigillato in quel luogo da migliaia di anni: dunque era tutto vero! Il misterioso individuo afferrò l’antico tomo e cominciò a sfogliarlo avidamente; ad ogni pagina sentiva il suo cuore accelerare i battiti, mano a mano che la sua brama di conoscenza veniva soddisfatta. Continuò ad immergersi nella lettura fino a perdere completamente la cognizione del tempo; improvvisamente si fermò a fissare una pagina, i suoi occhi ebbero un guizzo, il suo cuore sembrò fermarsi per un istante e il libro gli cadde dalle mani. Non appena si fu ripreso lo raccolse e lo accarezzò lentamente togliendo la polvere dalla copertina scarlatta; poi si riscosse e si avviò di corsa su per le scale: aveva una missione da portare a termine. Mentre risaliva una voce rimbombò nel sotterraneo, spezzando l’antico silenzio: “Sbrigati, non c’è tempo da perdere!”.
Nel sentire l’ingenuo, insensato rimprovero del suo compagno non riuscì a trattenere la malvagia risata che riecheggiò per le scale mischiandosi ai rumori della battaglia.
Il tempo non era più un problema.
 
In quell’istante la sveglia suonò, Gaudan si svegliò di soprassalto e, alzandosi dal letto, sorrise ripensando a quello strano sogno.




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