«Sei qui per darmi il colpo di grazia, dolcezza?» di Haruma (/viewuser.php?uid=100451)
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Piccola
premessa: Consiglio di
ascoltare la canzone Peeta
di Jonathan Thulin. Diciamo che è a questa che mi
sono ispirata per scrivere. Ecco il link: Peeta.
I wanna
live, bake the bread and pour the wine
I
wanna love all the world and all that’s mine
I
wanna dream precious pearls and, Everdeen,
I
wanna fight for the right and know it’s mine
And
go where the wind blows, and go where the wind blows
Don’t
you wanna go? Show them what you’re made of,
Anywhere
it takes us, just go,
Following the war drum,
anything for freedom
«Sei
qui per darmi il
colpo di grazia, dolcezza?»
- Sto soffocando qui affossato in questa pozza
piena di sangue mischiato a fango. Sono ricoperto completamente da
sassi e terriccio che fortunatamente mi stanno mimetizzando aiutandomi
a sopravvivere.
- Sopravvivere.
Certo... Un ragazzo mezzo moribondo sta cercando di restare vivo anche
se sa che sarà impossibile.
Ricordo vagamente come sono riuscito a scappare da
Cato.
Mancava poco; sarei andato subito all'altro mondo. Credo che il veleno
degli aghi inseguitori abbia fatto effetto anche su di lui, altrimenti
non mi avrebbe di certo trafitto solo la gamba che adesso brucia da
morire.
Sono conciato molto male. Tra tagli vari, punture, lividi e quant'altro
non so proprio come riuscirò a tirare avanti per le prossime
ore. Credo di avere anche qualcosa di rotto ma non ne sono del tutto
sicuro.
- Immagini sfocate si susseguono nella mia testa
da un periodo abbastanza lungo. Ricordo di essermi arrampicato su una
parete rocciosa molto scivolosa, di aver cercato -con quella poca
lucidità che mi ritrovavo e mi ritrovo tutt'ora- di
cancellare invano le macchie di sangue che avrebbero fatto da insegna.
- Il
Ragazzo Innamorato è qui.
- Da quanto sono rifugiato in questo posto?
Minuti... giorni? A chi staranno dando la caccia i Favoriti oltre me
e... Katniss?
- È tutto così
così difficile da collegare...
- L'unica cosa di cui sono certo è che
sì, forse nessuno riuscirà ad uccidermi; non
saranno in grado di trovarmi, né di riconoscermi
così come sono conciato. Ho avuto l'opportunità
di scegliere di morire per una ferita alla gamba che sta facendo
vistosamente infezione; non so se ritenermi fortunato oppure no.
È da un po' di tempo che mi ritrovo a scrutarmi
intorno, sto tutto il giorno fermo a non spiccicare parola, a respirare
appena. Sono troppo stanco.
Prima mi piaceva osservare i piccoli particolari, ammirarli
semplicemente. Il fatto è che non ero così
ossessionato, quasi affezionato
come lo sono ora.
Tutto mi sembra troppo poco, troppo distante. Un tempo potevo dare le
cose per scontato; avrei potuto vedere un tramonto ogni pomeriggio,
avrei potuto portare sacchi ovunque, invece adesso è tutto
per l'ultima volta, di vitale importanza.
Darei qualsiasi cosa per risentire l'odore di farina, assaggiare anche
un minuscolo pezzetto di pane, dipingere tranquillamente, abbellire una
torta elaborata anziché usare fanghiglia e muschio per
mimetizzare la mia faccia malconcia. Mi piacerebbe rivedere mio padre
mangiare degli scoiattoli e complimentarsi con me per il lavoro ben
svolto, ascoltare i miei fratelli ridere e prendermi in giro
perché sono un buono a nulla, e ammetto che mi manca
parecchio anche l'indifferenza che aveva mia madre nei miei confronti;
anche udire le sue stridule urla... avere un suo ceffone mi farebbe
sentire meno solo. Preferirei tutto, fuorché morire in
questo modo, da vigliacco, da ferito, da debole quale sono.
Panem non si sarà fatta una buona idea di me. Non sono
riuscito a proteggerla abbastanza.
Chissà cosa starà facendo con il veleno degli
aghi inseguitori in corpo...
Chiudo le palpebre cercando in qualche modo di ritrovare la pace, mi
assopisco lentamente.
- Il suono improvviso di un cannone mi fa
svegliare di soprassalto; dopo qualche minuto un altro tuono simile al
precedente sovrasta tutti gli altri mormorii.
- Chi staranno ammazzando?
- Il cielo è limpido, e dopo un po'
è tutto ritornato alla tranquillità. L'unica cosa
che si può ascoltare è lo sgorgare ininterrotto
dell'acqua del torrente e un cinguettare armonioso.
- Credo sia questa la cosa più crudele
degli Hunger Games.
- Una persona muore, gli strateghi ci avvisano e
dopo il nulla... come se non fosse successo niente, come se nessuno
avesse perso la vita, come se proprio quella vita non avesse mai avuto
senso.
- Vorrei volare in alto -proprio come stanno
facendo quegli uccellini-, trapassare le nuvole con la stessa
facilità con cui Cato mi ha infilzato con la sua preziosa
spada.
Questa notte appare il sigillo: sono morti il Favorito
dell'uno e la ragazzina dell'undici. Cerco di capire chi possa essere
stato ad ammazzarla e chi possa aver ucciso lui. La mia mente
avvelenata non è più in grado di fare
collegamenti ben precisi.
«Il secondo Favorito caduto in battaglia»
mormoro piano sorridendo ironicamente.
Il freddo si fa sentire. I piedi intorpiditi, la punta del naso
congelata, la congestione alle mani; l'acqua al mio fianco non mi aiuta
di certo a ritrovare calore. Si stava così bene al sole il
pomeriggio precedente.
- La mattina mi sveglio molto presto. Il mio sonno
ormai è continuamente interrotto, apro gli occhi di
soprassalto e comincio a guardarmi intorno intontito. Non faccio altro
oltre a riflettere su pensieri sconnessi e senza senso.
- La giornata è calda; molto rispetto alla
notte.
- Stare ammassato in un solo posto senza riuscire
a muovermi mi ha reso il corpo tutto intorpidito; l'unica cosa che
posso fare è allungare il collo e sorseggiare un po'
d'acqua.
- Non saprei dire da quanti giorni è
che non mangio ma non me ne faccio un problema, non ne ho voglia e
comunque non sarei in grado nemmeno di procurarmi un filo d'erba nelle
mie condizioni.
- Sono in una sorta di trance. Ci sono momenti in
cui non capisco niente, altri in cui vedo le cose appannarsi e altri
ancora in cui la ragione si impossessa di me per qualche minuto
imprecisato.
- Il mio stato di dormiveglia viene arrestato dal
suono delle trombe. In cielo non viene proiettato nessun morto ma
subito dopo la voce di Claudius Templesmith rimbomba per tutta
l'arena.
- Non è l'annuncio di un festino,
c'è stata una sorta di cambiamento nel regolamento
iniziale.
- Quest'anno
due tributi dello stesso distretto possono vincere insieme.
Non so se essere felice o turbato per questa modifica.
Katniss sa che sono ancora vivo, che sono gravemente ferito? Non
può volere anche la mia vittoria. Dovrebbe odiarmi.
Non mi sono comportato da valido alleato,
sono sceso a compromessi con i Favoriti... L'ho letto il disprezzo nei
suoi occhi quando mi ha visto insieme a loro. Dovrebbe desiderare la
mia morte.
Forse però è cambiato qualcosa... le ho dato la
possibilità di fuggire quando Cato le era quasi alle
calcagna. Non penso ricordi cosa sia successo. Era sotto l'effetto del
veleno, non si reggeva in piedi. Chissà come è
riuscita a dileguarsi.
Non vorrei che mettesse a repentaglio la sua vita per un moribondo. Che
se ne stia nascosta su un albero!
Passo l'intera notte a considerare le varie possibilità che
Katniss si preoccupi per me, il che è probabile visto che
è sincera e ha una specie di debito nei miei confronti.
Se non le avessi buttato il pane quel giorno, chissà cosa
sarebbe successo.
- Aver pensato tutto il tempo a Katniss non ha
fatto altro che confondermi le idee.
- Credo sia da egoisti sperare in un suo aiuto in
questo momento, dopo tutto quello che ha subito per colpa mia.
- Si prospetta la mattinata più afosa
passata in arena. Il cielo si illumina subito dei raggi cocenti del
sole. Cerco di bere un sorso d'acqua quando vedo una farfalla dalle
mille sfumature posarsi su quella che sembrerebbe una roccia fangosa ma
che in realtà è la mia mano.
- Vorrei poter prendere tempere e pennelli per
dipingerla su una tela immacolata.
- È così graziosa,
così tranquilla... in perfetto contrasto con tutto
quello che succede qui dentro. I ragazzi muoiono, uccidono, non hanno
tempo per osservare la bellezza di queste creaturine.
- Scruto attentamente l'insetto. Sarà
di sicuro l'ultima farfalla che avrò il piacere di
osservare.
- Quando l'esserino vola via dalle mie dita, in
lontananza noto una figura esile avvicinarsi cautamente.
- Scorgo una treccia bruna rimbalzare da una parte
all'altra delle spalle piccole.
- Non credo ai miei occhi. Non è
possibile, non può essere vero!
- Si tiene ai massi, cercando di muoversi
lentamente alla ricerca di qualcosa o... qualcuno. Me?
- La sento chiamare il mio nome a bassa voce,
«Peeta! Peeta!» mormora leggermente
allarmata.
- È qui, a pochi passi, tenta di
trovarmi.
- Forse un barlume di speranza c'è,
magari riuscirò a tornare a casa, stare anche solo un po'
con lei, poterle parlare o ascoltarla.
- «Sei qui per darmi il colpo di grazia,
dolcezza?»
la mia voce debole e roca sovrasta appena gli altri rumori.
- La scopro girarsi di scatto dalla mia parte e
sento il cuore battermi così forte in gola che non sono
più tanto sicuro di morire per avvelenamento del
sangue.
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Ciao a tutti! Non ho
mai pubblicato una fanfiction in questa sezione; mi limito a leggerle e
devo dire che la maggior parte sono tutte bellissime.
Che dire... diciamo
che questa one-shot è stata più che altro una
cosa strana da scrivere. Mi ha colpito molto la canzone sopracitata e
così ho cominciato a riportare i miei pensieri dapprima sul
cellulare e poi sul pc.
Inizialmente mi sono
letteralmente scervellata su dove potesse essere stata ambientata ma
poi ho optato per il torrente dove Peeta si è nascosto
mimetizzandosi e devo dire di essere soddisfatta.
Spero davvero di non
aver fatto troppi errori e di non essere andata nell'OOC -è
una cosa che mi tormenta- e mi auguro di ricevere almeno qualche
commento.
Alla prossima ♥
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