21 guns chapther 2
21 Guns and Broken Glass
2. Too punk-rock to clean the floor
Fondamentalmente il caro Ferdinand era un punk.
Nel senso di combina guai, di attacca brighe, il ragazzo dal quale vi
hanno messo in guardia, insomma questo l'avevamo già capito. Ma c'era
anche chi intendeva il termine punk con quella sottospecie di genere
umano, vedi in particolare la categoria 'adolescenti', che ha la mania
di vestirsi con giubbotti di pelli, fantasie scozzesi, borchie e
catene, di solito completato da capelli multicolore tenuti fermi da gel
ultra-strong.
Regole per essere considerati parte di un movimento che non rispetta le
regole, e cavolo se Ferd si incazzava -non è una novità- per queste
stronzate! Inutile arrabbiarsi e discutere con certa gente, ma che ci
volete fare, il nostro Pip litigherebbe anche con i muri se solo avesse
il sospetto che lo stessero prendendo per il culo.
Altro che “Punk is not dead”, il punk era morto eccome! Ed era stato
ucciso proprio dagli stessi punk, quando quegli idioti snob avevano
pensato di poter decidere cosa fosse e cosa non fosse punk.
-Bah! Stronzate! - era solito dire Ferdy quando qualcuno osava
accusarlo di non essere punk perché lui non si vestiva così e non
faceva cosà, bla, bla, bla.
Ma urlare nei piccoli pub canzoni contro tutto ciò che a Pip passava
per la testa non era mai stata una mossa azzeccata e presto se ne
sarebbe reso conto.
Pip era nel suo appartamento, come sempre e suonava la sua armonica, come sempre.
Quella sera alla sua band aspettava uno show nel club del centro città,
un piccolo set; ci sarebbero state forse cinquecento persone, ormai la
routine per Ferdy.
Mancavano ancora tre ore abbondanti allo show e il povero innocente -si
fa per dire- frontman aveva una voglia matta di scatenarsi, quelle tre
dannatissime ore non sembravano passare mai, e cosa c'era di meglio per
far passare il tempo se non un po' di sano sesso tra sconosciuti?
Pip allungò il braccio per recuperare il cartellino dell'agenzia di
prostitute dei sobborghi della città, ma non lo trovò dove era stato
abbandonato l'ultima volta, ed era troppo pigro per alzarsi e
setacciare il pavimento.
In realtà non era troppo sicuro di riuscire a rialzarsi da terra, la
sbronza della sera scorsa si faceva ancora sentire e poi il pavimento
era schifosamente sporco! non voleva certo rovinare i suoi bellissimi
pantaloni. Avevano già due buchi dopotutto!
Alla fine decise di lasciar perdere, stava lasciando scivolare una mano
nei pantaloni quando fu scollato da quella sottospecie di poltrona da
un rumore improvviso. Fece giusto in tempo a scansare un sasso che
arrivava dalla finestra buttandosi sul pavimento.
Ferdy si scrollò di dosso la sporcizia dai pantaloni come se nulla
fosse, cazzo aveva fatto riparare le finestre due settimane prima!,
infatti non era certo la prima volta che qualche “fan” un po'
incazzato gli vandalizzava casa. Ultimamente, dovette ammettere,
le cose stavano un tantino degenerando. Sembrava che in quella città
chi ti stava sul cazzo o esprimeva liberamente quello che pensava
venisse preso a sassate, neanche fosse un criminale -effettivamente un
po' criminale lo era.
Il ragazzo si accese una sigaretta e cominciò a buttare i vetri più
grandi in un angolo della stanza, lasciandosi dietro un sottile filo di
fumo. Almeno così passava il tempo.
Due lunghe e faticose ore dopo il nostro frontman era già dentro al
piccolo club con il resto della band, Pip saltellava, beveva birra e
urlava dentro al microfono con trasporto, come se lo facesse da una
vita intera e il pubblico saltava, beveva e urlava proprio come lui.
Quella era euforia. Non le droghe o l'alcool o il sesso; cantare con un
pubblico che condivideva la tua musica, che capiva! era vita. Era
esaltazione. Era tutto quello che desiderava. E fanculo a chi voleva
fermarlo, a chi voleva chiudergli la bocca con la violenza, non
avrebbero ottenuto proprio nulla, Ferdinand Pip non di sarebbe fermato.
Questa era una promessa.
L'esaltato Ferd non sapeva certo che una tempesta si stava avvicinando e non si trattava di un fenomeno atmosferico.
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Your faith walks on broken glass
And the hangover doesn't pass
Nothing's ever built to last
You're in ruins
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