Il ritratto ricordato

di Ninechka
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Prologo: Il mondo reale
 

Erano oramai passati 8 anni da quello strano giorno.
Quel giorno di cui lei non ricordava quasi nulla. Sapeva di essere andata ad una mostra - di cosa, poi? - e di essere andata in un bar con la sua famiglia. Sentiva che qualcosa non quadrava, che le mancava qualche dettaglio di quella vicenda, eppure non sapeva darsi risposte. Nemmeno la sua famiglia le era granché d’aiuto.
 
E gli incubi che di tanto in tanto faceva, poi, non miglioravano la situazione.
Sognava di essere in una stanza grigia con due porte, una di fronte a sé e una alle sue spalle. Sentiva, poi, dei pesanti passi farsi sempre più vicini alla porta dietro di lei. La castana si voltava verso la porta e, intimorita, si rivoltava verso la porta “sicura” per poi correrci contro e chiudersela alle spalle.
Altra stanza, identica alla precedente, e quei passi pesanti ed opprimenti non accennavano a fermarsi. Così era costretta a correre verso la nuova porta, ma essa non si apriva, non importava quanta forza ci mettesse. E quei passi erano ancora più vicini, quasi sul punto di sfondare la porta. Era tutto finito, per lei? No, perché la porta che stava tentando di aprire prima, si era socchiusa. “Sono salva”, si diceva la ragazza, così la varcava senza neanche fermarsi a riflettere.
Ultima stanza, senza uscita. E come se non bastasse, aveva anche una statua senza testa con un vestito azzurro, una testa di manichino e un quadro con una donna terrificante che strisciava a terra a sbarrarle la strada. Si voltava verso l’uscita, volendo scappare.
Ma ovviamente la porta non si apriva.
 
Di tanto in tanto, nell’arco della giornata, le capitava di estraniarsi dall’ambiente in cui si trovava senza nemmeno rendersi conto. Semplicemente, la sua testa vagava, e le si presentavano strane scene senza né capo né coda davanti agli occhi a mo’ di flashback.
E non era l’unica stranezza: distrattamente, disegnava sempre un ritratto di un ragazzo con dei strani capelli accasciato a terra. Non sapeva chi fosse, ricordava solo che era un..ritratto. E lei lo ricopiava.
E piangeva alla vista delle rose. Nemmeno se ne accorgeva. Le lacrime scorrevano da sole, ed erano le persone che la circondavano a farglielo notare.
Eppure non soffriva di allergie.
Insomma, nemmeno fuori dal Mondo Fabbricato, la vita della “piccola” Ib le dava tregua.
Piccola per modo di dire, visto che aveva compiuto da poco il suo diciassettesimo compleanno.
 
Avevano contattato i migliori medici di ogni ramo - neurologia, cardiologia, persino psicologia - ma nessuno aveva saputo darle una sola risposta su quanto le accadeva. Solo una psicologa azzardò un’ipotesi fuori dall’ordinario: un blocco mentale. Ma la sorella Mary aveva subito demolito l’idea.
Solo che… Beh, era una risposta logica: in fondo, sentiva di aver perso qualcosa, di dover ricordare una vicenda dimenticata per chissà quale motivo.
Inizialmente si dimostrò scettica anche lei, guidata da Mary.
Ma ultimamente, quel dubbio le balzava spesso in mente.
 
Ed eccoci arrivati al tempo in cui si svolge la storia.
 
 


*Nina’s Corner*
Beh, salve a tutti e grazie per aver letto! ^u^ avrei voluto scrivere di più, sinceramente, ma avrei cominciato già a raccontare la storia… xD
Well, che ne pensate?? L’idea è quella di unire due dei possibili finali del gioco in uno solo, ossia “Together, Forever” e “Forgotten Portrait”. Spero l’idea vi piaccia!! ouo/
See ya!! <3




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