Salve a tutti! Questa è la prima fic che decido di pubblicare qui…
La trama non è particolarmente
originale, ma la storia resta comunque un po’ particolare, almeno dal mio punto
di vista…
Avviso in anticipo che i capitoli non
saranno tutti della stessa lunghezza, alcuni potrebbero essere terribilmente
lunghi, altri davvero corti… Perché non si tratta di veri e propri capitoli, ma
di parti di racconto ^^
Detto questo, per ora non ho altro
da aggiungere… Spero solo che leggiate in molti e commentiate in ancora di più!
(anche se non credo sia una cosa possibile… =P )
Quindi… Buona lettura a tutti!
Kisses, tyu
PARTE 1
Novembre.
Novembre freddo, gelido, secco.
Lui è
là, sotto la pensilina, lui è là, che parla ride urla
schiamazza.
Il
suo pullman non arriva più, quella mattina. Non arriva, ma lui non si preoccupa
nemmeno di guardare l'orologio per vedere che ora è.
No. Non gli interessa, non gli interessa minimamente.
Divertirsi
è l'unica cosa che conti per lui, divertirsi sempre con chiunque ovunque
comunque.
Dunque.
Lei
non è là, anche se vorrebbe, vorrebbe essere là, là,
là, solo e soltanto là. Non perchè ami le pensiline.
No, e nemmeno i pullman. E nemmeno la gente che ci sale sopra e le pozzanghere
che vi si formano quando piove e la puzza di sudore che l'intasa
d'estate e lo stare pressati contro gente sudata o bagnata.
Lei
lo vorrebbe. Lo vorrebbe in tutti i sensi. Vorrebbe sia stare là che avere lui.
Lo
vorrebbe, appunto.
Perchè
lui... Lui è il sole di Primavera che rischiara i verdi prati su cui si
scioglie la neve, lui è il miele dolcissimo su cui posi le labbra al mattino non appena sveglio e ti si scioglie in bocca che
è una meraviglia.
Non perchè lui sia bello. Lui non è bello. Anzi, forse è il più
brutto fra tutti i suoi amici, quelli con cui prende il pullman e passa le
giornate a scuole. No, non il più brutto. Il suo amichetto, quello
basso basso che non supera il metro e cinquanta,
ecco, è lui il più brutto fra tutti.
Ma non per questo lui è bello. Non lo è, non è bello, non si
può negare una cosa così evidente a chiunque. Nessuno lo trova bello. Nessuno.
Non è un mostro ma non rispetta i canoni della bellezza comune. E' strano,
ecco, troppo strano per qualsiasi ragazza.
Strano
strano strano.
Eppure.
Lui
piace a molte, forse a molti, non si sa. Per il suo carisma,
la gioia, la vitalità. La simpatia.
Venerato
da molti, adorato da molte.
Ma lei...
Lei
non gli ha mai rivolto la parola. Mai. Lo trova comunque simpatico adorabile
buffo carino intelligente. Ma soprattutto naturale spontaneo
perfetto nei suoi difetti.
E'
evidente che lei lo ami. Lo ama da impazzire, da non dormirci la notte per
stare su a fantasticare su un'improbabilissima
evenienza in cui possa avvenire un loro romantico incontro.
Lo
ama, sebbene non lo conosca. Lo ama perchè lui è così
lui, lui in ogni minimo dettaglio e particolare. Unico. Lo ama più di chiunque
altro, perchè, senza nemmeno averci parlato, è
riuscita a capire l'essenza stessa del suo essere, e lo apprezza in ogni cosa
come solo lei può fare. Nessuno, davvero, nessuno sa meglio di lei cosa lui
provi quando storce il naso o quando si passa frettolosamente una mano fra i
capelli scompigliati.
Nessuno.
Lei è
nessuno. Lei non ha amici, a parte una sua compagna inseparabile simpatica
divertente.
Lei è
bellissima, più bella di un bocciolo in fiore, più bella della coda di un
pavone, più bella di un diamante preziosissimo e luccicante.
Ma.
Come un fiore deve ancora sbocciare,
come una coda deve ancora aprirsi,
come un diamante deve ancora essere estratta.
Estratta.
Lei è bellissima ma di una bellezza che non si vede. Lei è
bellissima perchè la bellezza le viene da dentro. La
sua bellezza è però macchiata dalla cupezza, dal dolore, dallo strazio. Lei non
fa niente per apparire bella, perciò tutto scompare scompare scompare. Lei
scompare.
Lei è
bellissima.
Lei
sta male, sta malissimo. Non è successo niente, ma sta
male lo stesso. La cupezza trionfa e lo strazio non tramonta.
Lei è
nessuno, e lui è tutto.
Tutto.
Troppo. Per lei. Per. Lei.