Nuova pagina 1
UN ANNO DOPO
"Mia cara Eva,
non puoi immaginare quanto siamo felici per il tuo prossimo matrimonio con Adam
e quanto invece ci dispiaccia di non potervi partecipare, ma vedo che anche tu
ti sei resa conto che la nostra presenza non sarebbe stata possibile per la
natura della nostra posizione e della nostra associazione. Per proseguire la
nostra missione dobbiamo restare anonime e invisibili, tuttavia, noto con
piacere che il nostro agire produce risultati superiori ad ogni aspettativa. La
pericolosa razza dei vampiri sta lentamente scomparendo sotto i colpi
inesorabili dell'amore e dell'analisi dell'anima. Altro che paletti, sciabole,
teste mozzate e fiumi di sangue !
Quanto alla prodigiosa guarigione di Adam, credo sia arrivato il momento in cui
saldi il mio debito di spiegazioni.
Non lontano da Osaka, in una piccola isola di cui non posso rivelarti il nome
per motivi che conosci, c'è una villa, circondata da un magnifico giardino
all'interno del quale si trova un ruscello la cui acqua, secondo una leggenda
familiare, possiede proprietà di elisir di lunga vita. Bada: non immortalità,
solo poteri di prolungare la vita di un essere umano in questo mondo.
Quando tu mi hai chiesto aiuto io ti ho mandato due fiale di quell'acqua,
affinché una ne bevesse Adam, e l'altra la bevessi tu, altrimenti, soltanto Adam
sarebbe vissuto a lungo, mentre tu saresti morta nei tempi previsti
dall'orologio biologico umano, lasciando Adam solo a soffrire la tua perdita.
In quell'isola, e nel giardino di quella casa, solamente io ho accesso in quanto
essi - casa e giardino - appartengono a colui che avrei sposato, ma che non ho
potuto poiché non ho avuto tempo sufficiente per salvarlo dal suo triste
destino. Si, Eva; anche il mio potenziale sposo era un vampiro e, prima di
morire, mi ha rivelato di essere discendente da un'antica e nobile stirpe di
samurai, proprietaria di quella casa, di cui un suo esponente, vissuto cinque
secoli fa, scoperto il terribile segreto e sospettato di misteriose morti dagli
abitanti del villaggio, si tolse la vita prima che fossero gli abitanti a
togliergliela in modo crudele. La leggenda narra che, trovatolo nel giardino, la
sua donna lo pianse per giorni e notti interi e le sue lacrime disperate
generarono la sorgente miracolosa del ruscello che ora scorre fra le pietre del
giardino.
A questo punto, ti chiederai come l'acqua di quel ruscello sia giunta a te, in
Italia, in così poco tempo.
Sai che noi Giapponesi siamo legati alle nostre tradizioni, e fieri di esse, ma
sai anche che siamo piuttosto abili ed avanzati nell'elettronica, nonché nella
tecnologia, e sai anche che io ho lavorato vari anni al CERN di Ginevra in
Svizzera, dove è stato installato l'acceleratore di particelle atomiche. Diciamo
che l'idea mi è venuta lì e l' ho sviluppata a modo mio, sfruttando le mie
conoscenze e la passione per le teorie di Einstein, che mi hanno aiutato ad
individuare nell'etere comodi corridoi spazio-temporali.
Il gioco è stato semplice. Ho intercettato uno di questi corridoi nei pressi
della mia abitazione e ti ho inviato le fiale mediante un dispositivo da me
progettato, creato e brevettato, sfruttando un raggio di Sole, e "sparando" il
sacchettino a velocità della luce.
Ti auguro miliardi di belle cose e una splendida vita con il tuo Adam. Recupera
tu quel che io ho perso.
Tua Miko"
Diavolo di una giapponese! Esclamò Eva fra sé, leggendo la mail dopo averla
decodificata.
Lei stessa era una leggenda. 40 anni di minuta bellezza orientale, laureata in
fisica quantistica, ingegneria elettronica, informatica e psicologia, i suoi
studi erano arrivati ad oltrepassare la 4a dimensione. Ma si era anche
dimostrata donna di sensibilità molto superiore alla media e l'incontro con lei,
per Eva, era stato determinante. Miko era infatti riuscita ad estrapolare dai
suoi neuroni la sua iper ricettività per i vampiri, arruolandola
nell'associazione segreta da lei ideata e fondata dopo il matrimonio andato in
fumo per le ragioni illustrate nella missiva, con lo scopo di individuare e
neutralizzare le creature della notte tramite metodi di avanguardia. A quel
punto, la regola stabilita all'interno dell'associazione era di lasciar morire i
vampiri di vecchiaia, fatto che essi accettavano di buon grado, felici di uscire
finalmente dal loro doloroso stato di vita/non vita eterna, e di sentirsi amati.
Tuttavia, in due casi: quello di Miko, e il suo, le cose non erano andate
proprio come avrebbero dovuto.
Leggendo quelle righe, Eva non poté far a meno di commuoversi per la triste
conclusione della love story della sua amica/collega/socia. Quando era capitato
a lei di innamorarsi di un vampiro, non aveva ancora completato i suoi studi per
poter intervenire nel cambiare il suo destino, ma non si era fatta pregare per
favorire quello di lei e di Adam. Si parla tanto di solidarietà fra donne. In
qualche angolo del mondo, esiste.
Eva si asciugò una lacrima che scivolava libera su una guancia, spense il
tablet, lo appoggiò sul comodino e si accomodò sotto il piumone, distogliendo in
questo modo Adam dalla lettura del suo libro. L'uomo posò il volume sul piumone
e si girò verso Eva, ammirando il bel viso, incorniciato da onde dorate (quando
Adam l'aveva incontrata per la prima volta, alla festa nel castello Odescalchi,
per esigenza di costume, lei aveva i capelli rossi, ma in realtà era bionda) che
in quel momento appariva turbato.
"Brutte notizie?" domandò, apprensivo.
Eva accennò un sorriso mesto.
"No. - rispose - Non esattamente".
"Cosa intendi dire?".
"Niente. - replicò lei, evasiva - E' solo che qualcuno è stato meno fortunato di
noi, ma è vivo e ci ha aiutato".
"Sia benedetto questo qualcuno" sentenziò Adam, abbassandosi poi su Eva per
baciarla.
"Come va il tuo studio?" domandò Eva dopo il bacio, alludendo al libro, oggetto
dello studio, sulla cui copertina avana campeggiava il nome del celebre
psicanalista austriaco Sigmund Freud.
Adam si ridistese nel letto e fissò un punto indefinito davanti a lui. Eva gli
scorse un'espressione meditabonda.
"E' incredibile" rispose Adam, apparentemente molto assorto nelle sue
riflessioni.
"Cosa?" chiese Eva, eccitata.
"La nostra specie ha sofferto atrocemente per anni... - iniziò Adam, continuando
a fissare la parete di fronte a loro - Secoli. Forse millenni. E ha ucciso
milioni di persone per colpa di un'idea sbagliata, quando la soluzione era a
portata di mano".
Eva si sollevò sul cuscino girandosi verso Adam.
"La psicanalisi è stata scoperta e applicata da circa un secolo" lo giustificò.
"Troppo poco" dichiarò Adam in tono drammatico.
"Sufficiente per limitare i danni. - replicò Eva, sorridendo - Almeno qualcuno".
Adam si voltò verso di lei e si staccò dal cuscino per baciarla di nuovo.
"Solo una cosa" aggiunse poi, rialzando il busto e tornando a fissare un punto
immaginario, aggrottando le sopracciglia.
"Cosa?" domandò Eva, curiosa di ascoltare ciò che Adam stava per dire.
"Devo capire bene la differenza fra inconscio e subconscio. - rispose Adam,
serio - Secondo te dove risiedono questi nostri famosi presunti desiderio e
bisogno incolmabile d'amore che ci spingono a mordere e uccidere le persone?"
"Pensaci bene, Adam - lo invitò Eva, con intrigante soavità, guardandolo dritto
negli occhi - Quando mordevi, eri cosciente di farlo? Sapevi perché lo stavi
facendo?". Adam drizzò il busto e corrugò la fronte.
"Non me lo ricordo. - confessò con sconcerto - Ma ricordo che ero furioso. Ce
l'avevo col mondo intero e avrei compiuto una strage" terminò, realmente scosso
da una forte emozione .
Eva lo fissò, dapprima seria poi, stirando le belle labbra in un sorriso in cui
Adam si perse con infinito piacere.
"Credo che la tua rabbia dovesse aver invaso sia inconscio che subconscio, Adam.
- rispose lei, compunta e compresa - La tua immensa sofferenza ha dilagato
ovunque nel tuo essere. E ne avevi tutte le ragioni. Essere in grado di amare, e
non sentirsi ricambiati, è la condizione psichica peggiore che si possa
sperimentare. Adesso però, non pensarci più. - si fermò per accarezzare l'uomo -
E' finita. - riprese - Io ti amo e domani mattina ti spiego tutto per bene,
okay?" e nel dirlo, lo baciò. Ma Adam non si accontentò del bacio e, per quella
notte, Sigmund Freud dovette proseguire il suo eterno, meritato riposo sullo
scendiletto su cui rotolò rovinosamente a causa di una grande passione
trattenuta per secoli, e riposta, senza tanti segreti, sia nell'inconscio che
nel subconscio di un ex vampiro in robusto credito d'amore.
Per motivi terapeutici professionali, Eva non si sottrasse ai suoi doveri,
impegnandosi nella cura con diligenza e gusto.
Adam ed Eva si sposarono un mese dopo, scegliendo di legalizzare la loro unione
in municipio davanti al Primo Cittadino di Bracciano e non in chiesa davanti ad
un sacerdote, con pochi intimi come invitati, ma la cerimonia fu ugualmente
densa di emozione e, al momento di firmare il grosso registro dalla rigida
copertina foderata di velluto rosso scuro, Adam sembrò voler cancellare il suo
passato con una spugna, limitandosi a scrivere solo il suo nome ed il suo ultimo
cognome italiano: Salinari, mentre Eva scelse di firmarsi come Eva Conti
Salinari.
Saliti in macchina, una bella sfolgorante Jaguar grigio metallizzato, uno dei
pochi possedimenti di Adam, oltre la villa, avendolo notato, Eva azzardò a
chiedergli perché. Non glielo aveva mai chiesto prima, né lui ne aveva mai
parlato.
Al volante, senza rallentare, Adam rispose con una velata tristezza.
"Contrariamente a quanto tu possa credere, - svelò - i miei cognomi non sono
indice di nobiltà. Non sono nobile, Eva. Sono uno zingaro, figlio, nipote e
pronipote di zingari, e quei cognomi sono solo una testimonianza di
riconoscimento di paternità dei miei antenati. Presso il nostro popolo, i legami
familiari sono importanti - smise di parlare, ma non di guidare e si girò un
attimo verso la sua sposa - Mi ami ancora?" le chiese, ironico. Tuttavia,
vedendo Eva imbronciata, iniziò a preoccuparsi. Avrebbe forse dovuto nasconderle
la verità per sempre? Poi Eva si girò verso di lui, mantenendo sempre un
cipiglio serio, ma nei suoi occhi, Adam scorse la luce di un sorriso furbo che
stava per arrivare. E infatti, dopo due secondi, il sorriso arrivò, radioso,
stupendo.
"Ma... - domandò poi Eva - la villa?".
Adam alzò le spalle con gesto indolente.
"Forse è stata occupata dalla mia tribù più di 500 anni fa durante uno dei suoi
spostamenti. - rispose - Poi...beh...sai come succede nei paesi. La voce si
diffonde. Gli abitanti hanno saputo che erano vampiri e.... hanno considerato la
casa, maledetta. E' strano che non le abbiano dato fuoco".
"Per fortuna! - esclamò Eva, gongolante - Adesso abbiamo un bel tetto gratis".
Adam sorrise. Un bel sorriso normale, senza più canini aguzzi.
"Adam..."lo interpellò Eva, tornando seria.
"Si?"
"Quando torniamo a casa, - continuò Eva - se vuoi, possiamo fare ricerche sulla
tua vita"
"No. - tagliò corto Adam, deciso - Il passato appartiene al passato. Ora mi
sento come se fossi appena nato e voglio un'altra vita. Una vita nuova e
normale".
"D'accordo. - capì e acconsentì Eva - Come vuoi".
Essendo giugno, per il viaggio di nozze avevano programmato di immergersi nelle
calde, pulite e trasparenti acque della Baia Domizia, nel Basso Lazio. La Jaguar
continuò veloce a macinare i chilometri che li separavano dalla meta della loro
luna di miele e dalla loro vita nuova e normale.
|