(183 parole)
La guerra l'aveva tenuto lontano da casa per più di
trent'anni, tra cadaveri abbandonati e fendenti nemici, tra vittorie e
sconfitte, tra onori e azioni spregevoli perpetrate dai sui stessi
uomini. Aveva sperato che alla fine di tutto sarebbe potuto tornare a
casa, vincitore o sconfitto non gli importava, gli bastava rivederla.
Ma Dio aveva avuto altri programmi per lui: altre guerre, altre crisi,
altri imperatori imbelli e deboli alla guida del suo Stato, un turbinio
di avvenimenti che l'avevano travolto come una marea, senza avere la
possibilità di potersi fermare per un solo istante e tornare
indietro, quando viveva ancora con Austria, quando poteva rimanere con
Lei senza temere che qualcuno le facesse del male in sua assenza e
imparare, con la sua guida attenta e premurosa, a creare, e non a
distruggere come aveva sempre fatto.
Aveva raggiunto
l'apice del suo potere per poi perderlo subito dopo, stava morendo
lentamente, dilaniato dalle mire espandionistiche delle altre Nazioni.
Ma Sacro Romano Impero sapeva che aveva iniziato a morire dal momento
stesso in cui aveva detto addio ad Italia.
Credo che la cosa peggiore della mia vita sia il doverla
vivere senza di te.
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