Ringing Bell
You got me tangled like a braid,
tied-twisted
I don't think it's fair
... Do you?
Cage the Elephant -
"Around My Head"
Non ci volle molto a trovare il piccolo drappello di bambini:
bastò seguire le urla.
«Eccoli!», squittì Gambe di Pesce,
indietreggiando dietro l’ampia schiena di Stoick
l’Immenso.
Al centro della calca che impazzava dinnanzi a loro, due bambini si
stavano azzuffando; in una baraonda di calci, pugni e morsi, Skaracchio
riuscì a distinguere quella peste di Testa Bruta e il figlio
del capo della tribù dei Grandi Guerrieri. Si dice che chi
litiga con un muro finisca per rompersi la testa ma, in quel caso, a
giudicare dalla foga di quei due soldi di cacio, c’era
più da temere per la salute del muro.
«Dagur!» La voce tonante di Oswald il Simpatico
fu sufficiente ad aprire un varco di timore reverenziale nella ressa di
minuti
spettatori. «Lascia andare immediatamente quella
bambina!»
Il piccolo berserker non prestò la minima attenzione al
rimprovero, afferrando tra le dita una treccia bionda di Testa Bruta.
«Dagur!»
Con il volto ancora congestionato dallo scontro, Dagur parve finalmente
decidere che fosse il caso di voltarsi verso suo padre. Contrasse le
labbra livide in un sorriso sghembo, poggiando la
mano libera sul fianco.
Un’ombra scura offuscò gli sguardi dei due Grandi
Guerrieri, che si fissarono in silenzio mentre, attorno a loro, nessuno
osava fiatare.
«No.»
Con un guizzo improvviso del braccio, Dagur tirò con tutte
le sue forze i capelli della Bifolka Pelosa, riaccendendo la rissa.
«Basta così!», ruggì Oswald,
avviandosi, perentorio, verso i due attaccabrighe.
Skaracchio ridacchiò.
Avendo passato una vita ad istruire interi branchi di mocciosi selvaggi
quanto i cinghiali che popolavano i boschi di Berk, sapeva fin troppo
bene a cosa si andava incontro quando si tentava di imporre
così la propria autorità. Con fare casuale,
dunque, accennò al capo villaggio dei berserker di farsi da
parte e si accostò all’occhio del ciclone,
rimirandosi distrattamente le unghie. «Sai cosa
dicono sui ragazzi che tirano le trecce alle ragazze, Dagur?»
Infuriato, il bambino si voltò verso l’omone con
un paio d’occhi sgranati iniettati di sangue. Testa Bruta
colse al balzo l’occasione per assestargli un calcio negli
stinchi.
«… Che
fanno bene?», ringhiò Dagur, tornando
a fronteggiare a mani serrate la sua avversaria.
«Peggio:», annuì Skaracchio, con solenne
gravità, «che sono
innamorati!»
«Oooh!»,
boccheggiarono i piccoli vichinghi attorno a loro, improvvisando un
teatrino svenevole tra i lazzi e le risate.
Dagur, che aveva appena deciso di avventarsi nuovamente sui lunghi
capelli di Testa Bruta, mollò la presa
all’istante, fissandosi le mani come se avessero preso
infezione; oltraggio e disgusto a contendersi il suo sguardo diffidente.
La sua rivale, nel frattempo, in un impeto di candida schiettezza,
parve trovare una locuzione che riuscì a condensare
perfettamente tutti i suoi pensieri: «Sul serio? Che schifo!»
«No, tu
fai schifo!», abbaiò Dagur, paonazzo,
spintonandola e ricevendo immediatamente un’indignata replica
sotto
forma di pugno contro la guancia.
«Bambini…»,
li ammonì Stoick poggiandonsi una mano sul volto, espirando
con estrema lentezza.
«Ehi.», riprese Skaracchio, con gli occhi azzurri
che brillavano del più autentico divertimento. «E
volete sapere cosa dicono sui ragazzi e le ragazze che bisticciano di
continuo?»
I due bambini lo fissarono inorriditi, decidendo, neanche fossero stati
di comune accordo, di correre via urlando in direzioni opposte, con le
mani ben premute sulle orecchie.
«Skaracchio», disse Oswald, carezzandosi la barba
cespugliosa, «ti spiace se prendo in prestito questa tua
tecnica, ogni tanto?»
«Considerala un omaggio della casa, Oswald.»
.:~*~:.
Si capisce che l’idea per questo racconto mi è
venuta in mente ieri alle cinque di mattina mentre ero su un autobus?
*rilegge tutto* Sì, direi di sì. XD
Non so perché, ma in questo periodo sono stranamente attiva.
Normalmente ho l’ispirazione e la voglia di fare molto
ballerine. Eppure adesso… mah, come diceva Orazio, carpe diem!
Ho scelto il titolo “Ringing
Bell” per il modo allusivo in cui Skaracchio
pone le domande a Dagur; della serie: “questa cosa ti fa
suonare qualche campanello?”. XD Per questa sua bonaria vena
canzonatoria, mi ricorda molto com’era mio nonno... per
questo gli sono
particolarmente affezionata.
“Chi litiga con il muro si rompe la testa”, invece,
è un
proverbio che ammonisce l'eccessiva testardaggine e che ho voluto usare
per sottolineare in maniera ironica l'incredibile foga con la quale
stavano combattendo i due piccoli vichinghi. XD
Dunque! Vorrei provare a darvi qualche informazione in più
su tutto il resto: questa storia l'ho ambientata prima degli eventi di Dragon Trainer,
quando i nostri beniamini avevano tra i cinque e i sei anni. Questo mi
ha permesso di mettere in moto mia immaginazione e di rappresentare
Dagur "Lo Squilibrato" da bambino (ovviamente prendete la mia
interpretazione per quello che è… semplice
speculazione personale e nulla più). Spero di aver fatto un
buon lavoro, non esistate a farmi sapere cosa ne pensate!
Per chi fosse nuovo di questa sezione, comunque, Dagur è
un personaggio che compare per la prima volta nel quindicesimo episodio
della serie animata: “DRAGONS
– I Cavalieri di Berk”. Non si hanno
in realtà molte informazioni su di lui, a parte il
rapporto… diciamo poco
affettuoso con il padre e la sua brama di far risorgere
nel sangue i Grandi Guerrieri. In questo caso, ho voluto provare a
rappresentarlo sotto una luce un po' più "quotidiana"
assieme a Testa Bruta. Non so perché ma me li vedo
tantissimo a litigare. E a combinare disastri insieme. XD
Oswald “Il Simpatico”, d’altro canto, non
compare mai fisicamente in nessuna puntata. Per quanto riguarda il suo
aspetto, mi sono rifatta ai bozzetti presenti nella wikia. Nella serie
originale viene definito: “The Agreeable”, che,
come termine, penso sia più vicino a: “Il
Ragionevole”, in italiano. Il soprannome sottolinea quando
lui sia un Grande Guerriero
sui generis: la sua tribù è
generalmente molto bellicosa e poco “diplomatica”
(caratteristiche che vengono illustrate perfettamente dai comportamenti
del figlio). Da quel che ho capito, credo siano ispirati ai Berserker (nella
versione inglese si definiscono proprio così), quei
sanguinari guerrieri scandinavi noti per l’assoluto sprezzo
del pericolo e del dolore in battaglia… quindi ho cercato di
caratterizzare i due personaggi di conseguenza.
Ringrazio,
come sempre, chi ha letto questa storia! :)
See ya,
Shadow
Eyes
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