Tienes que verla haciéndome el amor

di Oducchan
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You ought to see yourself making love to me Nick autore: Queen of the lower court 
Titolo: Tienes que verla haciéndome el amor (="dovresti vederti mentre fai l'amore con me" o qualcosa del genere)
Personaggi: Byakuya Kuchiki, Renji Abarai
Genere: introspettivo, romantico/erotico (?)
Avvisi:  stucchevolezze varie
Rating: arancione
Note: 
Non dico nulla se non che il mio amore per Byakuya sama si vede <3
Il titolo viene da Control, by Wisin feat Chris Brown & Pitbull (Che musica altolocata che ascolto, neh? XD)

Tienes que verla haciéndome el amor

 
 
 
C’è una pozza color pece, sul pavimento, una pozza che si allarga sui tasselli di legno in una ragnatela intricata di crini neri, e cambia forma e conformazione ad ogni sua spinta. Si raccoglie e poi si dirama, si solleva e poi ripiove in cascate infinite.
Ci sono due laghi color petrolio, liquidi e lucidi, che lo guardano, che lo cercano, da quel pavimento. Sono immensi e profondi come l’inferno e sono la cosa più bella che abbia mai visto.
Ci sono due petali di ciliegio, di un rosa acceso da far invidia, che cercano invano di ricongiungersi ma che persiste a mantener separati. Hanno un sapore meraviglioso, qualcosa che gli pervade il palato e gli scivola in gola e si diffonde per tutto il suo corpo, mandandolo a fuoco.
-Renji...-
Byakuya riesce a sussurrare il suo nome, roco e ansante, lì disteso sul pavimento, le gambe divaricate e lo yukata che gli ricade ancora dalle spalle, i capelli corvini sparsi sul legno (una pozza di vernice nera, così nera che pare imbrattargli irrevocabilmente le dita), gli occhi socchiusi che si sciolgono nel piacere (due laghi color ebano, così profondi da volerci affondare) e la bocca dischiusa che ansima, le labbra lucide di saliva (due petali del ciliegio più rosa, lisci e morbidi, guastati solo dai suoi baci). È stupendo, lì scomposto e disfatto sotto le sue mani, ma ancora così armonioso e aggraziato, l’eleganza insita nel suo stesso essere che si amalgama nel deliquio dei sensi. Lo afferra con riverenza per i fianchi, i palmi che risalgono piano l’addome, affonda ancora nel suo corpo e s’annida nella piega del collo, mordendo la carne e leccando la pelle, tremando fin nelle ossa al suo gemito e alla stretta spasmodica delle sue unghie sulle spalle. Sa che pagherà caro l’affronto ma ora non importa, non interessa, ora è suo e suo soltanto e vuole affondare nel suo calore e sprofondare nelle sue membra fino a perdere la percezione di sé e diventare lui, fondersi in un unico essere e non essere mai più scisso.

 





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