Can you save me?

di Ana_jean
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Credo che all'epoca avessi 19 anni e frequentassi l'ultimo anno di liceo. Una volta ero una di quelle ragazze solari, sempre sorridenti e disponibili; poi per colpa di, non so, forse la pubertà o forse la morte di mio fratello il mio atteggiamento cambiò radicalmente: quei sorrisi veri e spontanei sfumarono piano piano lasciando il posto a lacrime e tristezza, nascoste da un'espressione impassibile, indifferente.

Non so tutt'oggi spiegare per quale motivo ogni volta che, dopo la scuola, tornavo a casa, mi chiudevo in camera e con la mia preziosa collezione di lamette accuratamente lucidate, disegnavo sul mio corpo maestosi ghirigori che rilasciavano caldi fiotti di sangue.

A lezione ci andavo con lunghe felpe scure sopra dei jeans strappati; i polsi erano rigorosamente coperti dalla maniche lunghe in inverno e dagli innumerevoli bracciali d'estate. Ricordo che il solo pensiero di essere scoperta mi faceva accapponare la pelle, vivevo con il terrore di essere scoperta.

Ora che ci ripenso trovo che i veri mostri non siano quelli sotto i nostri letti, ma quelli dentro le nostre menti. Il mio più grande nemico ero io. Ero confusa su ciò che sarei voluta diventare, su ciò in cui credevo, su ciò che provavo. Dovevo ritrovare me stessa.




Un giorno, più precisamente un giovedì, arrivò nella mia classe un nuovo studente da poco trasferitosi in città. Il suo nome era Justin e appena incrociai il suo sguardo un brivido percosse tutto il mio corpo.

Aveva i capelli castani corti e gli occhi azzurri. Oh, potevo perdermi in quegli occhi. Erano mare, cielo, terra...tutto.

Entrò in classe e l'insegnante indicò la sedia accanto alla mia, l'unica vuota. Si avvicinò e con un sorriso tra la timidezza e la simpatia si sedette. 




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