promise
Non so come mi sia venuta fuori. Uno svarione assurdo, partorito a
mezzanotte e mezza, dopo aver visto la puntata di Stargate S-G1,
“vite parallele”. Non ho seguito molto questo telefilm, ho
iniziato quando l’ho visto trasmesso da La7. Avevo appena rivisto
il film da cui prende spunto la serie, e dato che adoro Stargate, ho
cominciato a guardarlo, saltando purtroppo un bel po’ di puntate
a causa dei miei orari universitari. Compresa quella in cui muore
Daniel Jackson, un personaggio che adoro. Quindi, non so come se
n’è andato, ma ho molto apprezzato la sua apparizione in
questa puntata, ed ho scritto questa one-shot. Spero vi possa piacere,
io l’ho scritta di getto, è breve e poco significativa, ma
mi è venuto lo schizzo. Se mi volete dire come vi sembra,
fatemelo sapere.
dal punto di vista di Teal'c.
-Promise-
È strano. Dico strano per non dire impossibile. Perché
non si può dire impossibile di qualcosa che ti sta accadendo
davanti agli occhi.
Sono confuso. Devo ammetterlo. Dalle mie visioni, dal dolore che sta
martoriando il mio corpo. Eppure ti vedo, ti ascolto, ti parlo.
Più di una volta mi tocchi anche. È qualcosa di
più di una visione. Sei presente. Sei una sorta di voce della
ragione. Mi fai trovare un poco di lucidità, in questo dedalo di
illusioni, che la mia mente mi propina per non pensare al dolore.
“Te lo prometto”. è la frase più ricorrente che ripeti.
Se solo potessi ricordare, mentre mi stai parlando, in vece di perfetto
sconosciuto, che eri un mio amico, un compagno di squadra.
Forse potrei domandarti che ci fai qui.
Se sei un parto della mia mente confusa, oppure sei davvero qui.
Hai detto che ci sei davvero. Che quando mi sveglierò andrà tutto bene. Ma sarà davvero così?
Voglio dire: ci sarai anche tu?
Con quell’alone onnipresente di goffagine, ed i fazzoletti per
l’allergia, che svaniscono non appena inizi a scoprire le tua
carte migliori.
Una conoscenza invidiabile, ed una capacità di tirarci tutti
fuori dai guai incredibile. Mi è spesso venuto da domandarmi che
cosa ti accomunava a noi. Tu, un uomo di cultura, più a suo agio
con un libro che con una mitraglietta. E noi, che in un modo o
nell’altro eravamo tutti militari.
Ma non mi ci è voluto molto, per capire.
C’è una cosa, che tutta l’S-G1 ha in comune.
Il coraggio. Un coraggio enorme, dettato da un cuore grande, generoso. Da vero guerriero.
E adesso te lo chiedo di nuovo: quando mi sveglierò, tu sarai qui?
Perché solo così le cose andranno davvero tutte bene.
O’Neil sorriderebbe più spesso, e farebbe più battute. Sarebbe di nuovo sé stesso.
E Carter, tornerebbe di nuovo a ridere. A ridere davvero, voglio dire.
Tutti e due fanno finta di nulla. Cercano di andare avanti, missione
dopo missione, nella speranza di svegliarsi, un giorno, e scoprire di
non aver più quel vuoto dentro.
Un vuoto che, anche se non sono un tipo molto sentimentale, sento anch’io.
In fondo sono un guerriero.
Ma sono anche una persona.
Un uomo, che ha perso un amico. Un fratello. Un compagno di battaglia.
Voglio sperare.
Sì, sento il bisogno di farlo.
Ho la necessità di fidarmi di quelle parole che mi hai ripetuto così spesso.
“è una promessa, Daniel Jackson?”
Perché non mi stupisco di vederti sorridere, e dirmi di dormire?
Sorrido appena. Forse è proprio per questo che la mia mente ha
scelto te, come guida nella pazzia. Perché solo tu, nonostante
il tuo carattere così goffo, mi potevi dare questo senso di
sicurezza. Se è vero che ogni persona ha una capacità
più sviluppata delle altre, bhe, la tua è di sicuro
questa. Portare nel buio della disperazione la luce della speranza.
Sospiro. Voglio crederti.
Andrà tutto bene.
Mantieni la promessa, Daniel Jackson.
-Fine Promise-
Cavoli ... non ho mai scritto una one shot così corta ...^^'
bhe, è il pensiero che conta, no? Lo stesso è con i commenti. Bastano anche due parole.
ciao a tutti!!!
Will
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