The show must go... all over the place... or something.

di breaking free
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-Sam e Puck

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Sam e Puck restarono da soli per tutto il giorno.
Chi da una parte, chi dall’altra. Nessuno osava avvicinarsi a Sam, così debole che da un momento all’altra sarebbe scoppiato; nessuno osava avvicinarsi Puck, perché lui non era debole. Nessun professore lo chiamò nell’appello, perché anche se erano presenti con il corpo, tutti sapevano che cuore e mente erano rivolti ad altro.
Nessuno dei due mangiò a pranzo. Nessuno dei due andò poi a lezione, nessuno dei due andò al Glee Club.
Si incontrarono negli spogliatoi, per caso, senza nessun impegno. Il primo a parlare fu Puck, che per la prima volta guardò in faccia una persona.
«Non volevo questo», sussurrò appena, più a se stesso che a Sam.
E Sam si avvicinò, senza parlare.
Quando la Beiste li trovò, era a fine giornata.
Sam era avvinghiato a Puck, seduti entrambi su una panca; Puck piangeva ed urlava, bestemmiava ed stringeva forte la camicia vecchia e logora di Sam; Sam era in silenzio, accarezzando la schiena di Puck.
E quando la coach si sedette accanto a Sam e gli baciò la guancia, fu in quel momento che Sam crollò, perché lui era quello debole, quello che non aveva resistito, quello che era un pezzo di pane.
E il pezzo di pane si inginocchiò a terra e diede un pugno sula pavimento freddo e duro, rompendosi la mano e pianse, come mai, in vita sua, aveva fatto.




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