Buio

di EqualLove
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Glimmer, la bella degli Hunger Games.
Era bella alla mietitura, alla sfilata, agli allenamenti e all’intervista.
Lei oscurava tutti con la sua bellezza.
Quando si offrì volontaria credette che con la sua bellezza sarebbe riuscita a vincere.
Non sapeva quanto si sbagliasse.

Fin da piccola aveva sempre odiato le api.
Così piccole, ma allo stesso tempo letali.
All’età di cinque anni, mentre giocava in giardino, fu punta da un’ape.
Era un dolore indescrivibile.
Corse dalla mamma, piangendo.
Lei le diede un bacio sulla puntura, mise una pomata, e tutto il dolore sparì.

Adesso, però, mentre gli aghi inseguitori la pungevano da parte a parte, non sapeva cosa fare.
Non aveva la pomata.
Non aveva i baci di sua madre.
Sapeva che sarebbe morta, o per gli aghi che la trafiggevano, o per il dolore.
Adesso capì che la bellezza non l’avrebbe aiutata.
Solo adesso si rese conto che per vincere non ci vuole solo la bellezza.
Ma qualcosa in più. Qualcosa che lei non aveva.
Alle prime puntura, cominciarono le allucinazioni.
Poi, dopo l’ennesima puntura, le allucinazioni sparirono, per fare posto alla cosa che più odiava dopo le api.
Il buio.





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