Fandom:
Toriko
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Toriko,
Komatsu, Sani, Coco, Yun, Terry
Tipologia:
OneShot
Genere:
Sentimentale,
Fluff.
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono. Questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro ed è stata
ispirata da un
flash mentale di mia personale ed esclusiva proprietà.
HOME
Nevicava.
Stanco
per il lungo viaggio che, dalla città, lo aveva portato in
quella
valle sperduta nel cuore dell'inverno, Komatsu si era accomodato
sulla comoda poltrona che componeva parte del lussuoso mobilio del
salotto della Sweet House di Toriko, con Yun in grembo e Terry a
dormirgli vicino ai piedi quasi a volerlo proteggere.
Al
di fuori, Ob montava la guardia alla casa.
Oltre
a lui e ai due animali, non c'era nessuno nell'abitazione e le
orecchie del Battle Wolf erano tese e pronte a percepire il
benché
minimo rumore sconosciuto o non identificabile di modo da attaccare
chiunque anche solo osasse sfiorare col pensiero Komatsu.
Era
stato lui ad accogliere lo chef in casa, tirandolo delicatamente per
la manica della giacca e spingendolo verso la vasca per scaldarsi con
un bel bagno caldo, era stato sempre Terry, coscienziosamente, a
spingere con piccoli colpi del muso Yun verso il salotto ed infine
era stato ugualmente lui a consegnare a Komatsu il messaggio che
Toriko gli aveva lasciato.
Messaggio
che, stretto nel pugno addormentato del cuoco, lasciava in parte
intravedere qualche parola.
IGO...
Coco...
Sani...
Riunione...
Torno
presto...
Fiducioso,
Komatsu si era prima assicurato che tutte le porte e le finestre
fossero chiuse poi, avvolto in una vecchia tuta, era andato a
sistemarsi su quella poltrona davanti al fuoco.
Per un po',
aveva cercato di resistere al sonno – non voleva perdersi il
ritorno di Toriko – sfogliando un pesante volume rilegato che
si
era portato dietro ma poi, un po' vinto dalla stanchezza e un po'
cullato dal battito del cuore di Yun e dal basso respiro di Terry, si
era lasciato andare, il grosso tomo diligentemente chiuso in grembo.
E così
addormentati li trovò Toriko, tornato quando ormai la notte
fredda
era calata inesorabile.
“Matsu
sembra proprio stravolto, cosa gli hai fatto, Toriko?!” Sani
era
sbucato alle spalle del Bishokuya con la giacca ancora indosso.
Coco, al
suo fianco, scosse la testa con espressione sconsolata: “Non
credo
ti riguardi, sai?” lo rimproverò, senza
però staccare lo sguardo
dall'espressione pacifica dello chef, “Komatsu-kun sembra
dormire
bene... E' quasi un peccato svegliarlo...” fece notare
l'indovino,
chinandosi per raccogliere il libro dal grembo di Komatsu per poi
depositarlo sul basso tavolino lì accanto.
Senza
smettere un istante di accarezzare Terry, che aveva subito
riconosciuto l'odore del padre adottivo e dei suoi compagni,
svegliandosi quindi per accoglierli, Toriko osservò il viso
rilassato e sorridente di Komatsu: “Lo porterò su
io più tardi.”
concluse, guardando le scale che, nella penombra, racchiudevano
l'accesso al piano superiore dove si trovavano le camere, “Se
quel
vecchiacchio non ci avesse trattenuto così tanto, saremmo
stati
presenti al suo arrivo.” aggiunse poi Toriko con tono
rassegnato.
“Sembra
essersi ambientato bene anche senza di noi.” rise Coco
sottovoce.
Terry mosse
appena le orecchie e andò ad accucciarsi ai piedi di
Komatsu, che si
rigirò e mugolò nel sonno, borbottando qualcosa
di inintelligibile
e facendo lamentare Yun per il fastidio.
“Credo
che anche lui si sia affezionato a Komatsu-kun.” concluse
l'indovino, sdraiando la propria giacca sul corpo dello chef che si
lasciò sfuggire un sospiro soddisfatto per il ritrovato
calore.
Toriko –
che stava ravvivando le fiamme del caminetto – sorrise nel
bagliore
delle fiamme ma non disse nulla.
“Non mi
abituerò mai a questo appiccicume!” Sani si
lamentò platealmente
all'indirizzo del padrone di casa prima di accomodarsi sul divano:
“Tutto ciò non è per nulla
bello.”.
“Ma è
comodo prendere il cibo direttamente alla fonte.” fece notare
il
Bishokuya dai capelli blu.
“Il tuo
senso estetico mi lascia sempre estremamente perplesso.”,
Sani
poggiò cautamente le gambe distese sui cuscini del divano e
reclinò
la testa sul bracciolo mentre Coco, elegantemente, andava a sedersi
sul tappeto a gambe incrociate per poi prendere il volume abbandonato
dal loro più giovane amico.
“Ehi,
guardate un po.”
La voce
sorpresa dell'indovino fece sia voltare Toriko che alzare la testa a
Sani: “Il libro di Komatsu-kun.” precisò
lui, passandolo ai due
amici.
“Che roba
è?!”
“Non lo
vedi da te? E' un album di fotografie.”
“Ma
quando le ha scattate?!
“Non lo
so ma sono belle.”
Con le
teste appiccicate le une alle altre, i tre Bishokuya osservarono con
il cuore in gola gli scatti presenti all'interno – le prime
fotografie che videro furono quelle di Matsu in compagnia di colleghi
di lavoro in vari istanti della giornata e dell'anno – ma il
numero
più elevato spettava a fotografie dei Bishokuya in diverse
pose e
momenti, accompagnati da tante persone diverse; e da ogni immagine
scaturiva tutto il sentimento di affetto e amicizia che il giovane
cuoco doveva senza dubbio provare per quel mondo rischioso e al
contempo esaltante che Toriko, piombatogli nella vita, gli aveva
mostrato spalancandogli le porte del pericolo e dell'avventura.
In quegli
scatti, nonostante le ferite vecchie e nuove, lo chef sembrava
rilassato, vivo e felice.
Soprattutto
felice.
E il picco
della felicità lo toccava quando era accanto a Toriko, lo
potevano
leggere nei suoi occhi lucenti ed entusiasti ad ogni pagina che
voltavano.
Una volta
giunti in fondo, i tre rimasero qualche secondo in silenzio; poi fu
Coco che, con un sospiro, prese la parola: “Pare che tu sia
molto
importante per Komatsu-kun.” fece notare lui, rivolgendosi ad
un
Toriko il cui sguardo era ancora fermo sull'ultima immagine del
volume: l'avevano scattata giusto poche settimane prima e, in uno
spesso rigonfiamento della copertina, il Bishokuya ne aveva rinvenute
altre quattro copie, ciascuna con una grafie sghemba sul retro che
segnava il destinatario.
“Non solo
io, a quanto pare.” concluse lui, alzandosi da terra;
avvicinatosi
alla poltrona, egli raccolse tra le braccia Komatsu e si
avviò verso
le scale che conducevano al piano superiore: per tutto il tempo, il
giovane aveva continuato a dormire saporitamente.
Coco e
Sani, rimasti lì, si ritrovarono in mano i quattro scatti,
non
sapendo bene cosa farne.
Erano
rimasti stupiti dal fatto che, due dei nomi ivi segnati, fossero i
loro, non avevano ancora realizzato che una copia di quell'immagine
–
bellissima, dovevano ammetterlo – fosse destinata a loro.
Non
riuscivano a realizzare l'affetto che quel cuoco – a volte
piagnucoloso e terrorizzato, a volte coraggioso quanto un leone
–
provava per loro.
Per Toriko,
la persona che lo aveva liberato dalla monotonia di una vita chiuso
in una cucina – certo, di super lusso ma pur sempre una
cucina -.
Per Coco,
l'eterno escluso dalla vita per il veleno che permeava la sua carne,
la persona rispettata e temuta ma tenuta per questo lontano che
Komatsu aveva saputo apprezzare senza il timore del veleno, andando
oltre l'apparenza.
Per Sani,
il cui narcisismo non aveva impedito allo stesso chef di vedere la
bellezza – ben più importante –
dell'animo.
Per Zebra,
perfino, il quale – pur se crudele e spaventoso –
non era
riuscito a tenere lontano la luce di Komatsu dal proprio animo.
Poi, Coco
accarezzò la copertina del tomo ormai chiuso e sorrise nel
vedere la
scritta che campeggiava al centro del cuoio lucido.
HOME
“Andiamo
a letto anche noi, Sani. Domani è un altro
giorno.” disse quindi
l'indovino, sorridendo.
In
silenzio, Sani obbedì e si alzò, seguendo
diligentemente Coco.
Giunti in
cima alle scale – e scambiatisi un'occhiata d'intesa con
Toriko che
usciva dalla stanza che Komatsu occupava quando andava a trovare lo
stesso – restarono da soli nel centro del corridoio buio.
In mano,
strette con cura, quelle fotografie.
“Allora,
a domani, Sani.” disse Coco con voce sfumata di tenerezza.
“A
domani.” salutò l'altro, sparendo dietro una porta.
Nella Sweet
House cadde il silenzio, quel piacevole silenzio che segue il ritorno
dei membri di una famiglia a casa, finalmente assieme e al sicuro.
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