le genti vinte.

di pandanto
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Un dolore
nulla muove.
Sta
fra le membra
un viso nuovo
dopo il tramonto.
Giace
in terra
cera bollente
le ceneri di una vita antica.

Nell'animo un grido
gracile
getta
muti
pensieri.
Cade
il pianto
non del cielo
ma di una sofferenza
illusa
delusa
che fugge.

Fuggiamo
da un mondo perduto
da gente testarda
che resta a guardare

E cerchiamo
l'eterno amore
tra rovi e viole
ci graffiamo la pelle.

In silenzio
seguitano
i signori onesti
che tra le fiamme
fumano

Mai
lasciare andare il destino
fra le mani
morte

Vita nuova
s'insinua fra le dita.


 

 





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