THE HUNGER GAMES
-LA MIETITURA-
Ogni anno è sempre la medisima storia.
Due in punto, nella piazza del municipio. E' il giorno della mietitura
per gli Hunger Games.
Ragazzi e bambini che trattengono le lacrime e la paura -anche se
molti, provandoci, non ci riescono; i genitori che si consolano a
vicenda, sperando viviamente che i propri figli non vengano scelti e,
infine, i vecchi bisbetici, senza nemmeno un briciolo di compassione,
che scommettono sull'età e sul nome dei tributi scelti.
E' tutto sempre uguale.
Ho paura, molta paura, sono terrorrizata. Il solo pensiero di venir
estratta e di abbandonare mia madre per andare nell'arena mi
fa svenire, non riuscirei a resistere una settimana.
Liscio nervosamente la gonna del vestitino azzurro con le mani,
respirando velocemente e raggiungendo le altre ragazze nella nostra
sezione. Tutti, più o meno, si vestono bene per la
mietitura. Mia mamma mi ha costretto a indossare il suo vecchio vestito
azzurro, quello con le maniche a tre quarti, e a legare i capelli in
uno chignon. Sono piuttosto ... carina.
Guardo la sezione dei genitori, dove vedo mia mamma pregare in
silenzio, con le mani giunte in grembo.
Appena il grosso orologio sulla torretta del comune segna le due in
punto, Melinda May balza in piedi, stretta in un vestito verde lime e
la folta capigliatura azzurrognola, con tanto di cappellino verde
piumato e tacchi abbinati. E' divertente e ... oscena allo stesso
tempo. Un autentica capitolina, truccata come un pagliaccio. Forse
anche peggio. Sta sorridendo, quel sorriso che mi fa rabbrividire ogni
volta.
E' allegra e vivace come tutti gli anni, pensando di essere ad una
festa. Storgo il naso, disgustata.
-Benvenuti, benvenuti a
tutti!- si avvicina al microfono, nel centro del palco.
Improvvisamente, è calato un silenzio tombale. Inizia il suo
bel discorso -come fa ogni anno- dove dice che il vincitore
avrà immensa ricchezza e fama, come se noi non lo sapessimo.
Il difficile, però, sta nel vincere.
Poi fa partire il video con la storia di Panem.
I giorni bui, il regime di Snow, i ribelli, le rivolte, la distruzione
del tredici.
Quando il video finisce, Melinda è l'unica ad applaudire con
vigore. Non appena nota che noi non abbiamo la minima intenzione di
ripetere il suo gesto, smette e torna davanti al microfono.
-Come sempre, partiamo
dalle signore!-. Si avvicina a piccoli e rapidi passi alla
boccia di destra, contenente i nomi delle ragazze. Si ferma, immerge la
mano nella ciotola e le sue dita rigide e gelide si sciolgono nei
movimenti. In quel momento, tutte le ragazze -compresa me- e i genitori
trattengono il fiato. La mano di Melinda gira tra i foglietti, cercando
famelica come un leone la sua prossima vittima. La sua mano si ferma
all'improvviso, attaccata ad un biglietto rosa pastello. Lo stringe
forte a se, lo alza e si avvicina al microfono. Adesso, il suo viso
esageratamente truccato è su tutti gli schermi della piazza.
Abbasso il capo e chiudo gli occhi, serrando violentemente le palpebre
fino a vedere tutto nero. Incrocio le mani al ventre, iniziando a
pregare.
Ti prego fai che non sia io ... ti prego non io ...
-Skye Wang!-
Apro gli occhi di scatto, adesso lucidi, boccheggiando. E' uno scherzo.
Un maledetto scherzo della paura.
-Skye Wang? Dove sei mia
cara?-. Melinda mi cerca con lo sguardo tra la marea di
gente. Peccato che non sappia nemmeno che faccia ho.
Mi asciugo le lacrime e alzo la testa, raddrizzo la schiena e tengo le
mani lungo i fianchi, avanzando verso il palco a piccoli passi. Sento
gli occhi di tutti su di me e le lacrime di mia madre, mentre viene
trascinata via dal panettiere. Salgo gli scalini, trattenendo con
sorprendente abilità le lacrime e raggiungo Melinda,
sorridende.
-Oh eccoti cara! Ora
vediamo chi accompagnerà Skye in questa sfavillante
avventura!-
In cui rimarrò sicuramente uccisa. Melinda si avvicina alla
boccia contenente i nomi dei ragazzi e prende il primo in superficie.
Lo alza, lo liscia tra due dita e lo legge prima nella mente, poi ad
alta voce.
-Grant Ward!-
Deglutisco. Grant Ward, bello come lui ce ne sono pochi nel distretto.
Lo conosco più o meno da quando sono nata, è il
figlio del sindaco, per cui mia madre lavora come domestica. Non ci
parliamo molto, solamente qualche parola come saluto o per passarci a
vicenda i compiti quando siamo malati. Peccato, ha compiuto diciotto
anni da poco, questa sarebbe stata la sua ultima mietitura.
Grant rimane calmo e pacato, salendo gli scalini e posizionandosi
accanto a me, come se andare a morire fosse una cosa da tutti i giorni.
Ci stringiamo la mano, senza nemmeno guardarci negli occhi, fissando le
assi di legno marcio e sporco sotto i nostri piedi.
E' la fine.
Angoletto
della frutta.
Ed
eccomi qua, care ragazze. Questa ff è nata dopo lo sclero
dell'episodio 19 perché NON SI DANNO SOLO LA BELLEZZA DI DUE
BACI, MA SI TENGONO PURE PER MANO. Quell'episodio è stato la
mia morte.
Ieri,
guardando con una mia amica La Ragazza Di Fuoco ho pensato "E se Skye e
Ward partecipassero agli Hunger Games?" cosi ho scritto questo primo
capitolo, che spero vivamente vi sia piaciuto!
Lo so,
ho "Love Today" da portare avanti ma, non demordete, perché
il terzo capitolo arriverà questa sera! PROMESSO.
Bene,
ragazzi, spero ancora che vi sia piaciuta e che mi lasciate un piccolo
parere ... .
SONDAGGIO:
Melinda
May al posto di Effie Trinket, cosa ve ne pare?
Bacioni
-oni -oni
Lalla!
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