Mancanza

di PiccoloPianeta
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Mancanza

Dalla sigaretta che teneva in bocca, diversi granelli di cenere si andarono a staccare dal filtro consumato, ardendo per qualche momento nella loro lenta ascesa dalle labbra semiaperte. Kankuro distese una mano davanti a sé, lo sguardo lontano a fissare un punto indefinito di fronte al suo essere, troppo distante per percepire il lieve rumore di passi che si andava man mano ad ampliarsi dietro di lui. Non emise neanche un gemito, né si mosse dal divano del discreto salottino, quando la cenere ancora calda della Marlboro si andò a posare senza alcun rumore sul suo palmo aperto.
<< Kankuro. >>
Kankuro sputò a terra la sigaretta, calpestandola accuratamente con le scarpe consumate, più per riflesso che per bisogno vero e proprio. Il ragazzo alzò appena la testa castana, senza girarsi a guardare il fratello.
<< Mhn? >>
<< Non lo so. >>
Gaara piegò leggermente il capo di lato, i capelli rossi irrimediabilmente spettinati, gli occhi chiusi. Kankuro sotterrò la testa fra le ginocchia, piegandosi come un animale ferito.
Era così, ormai, la loro vita senza Temari.
Da quando si era suicidata, tutto aveva perso colore.
Naoko, la loro madre adottiva, stava sempre a lavoro, e loro due non facevano altro che intavolare discorsi senza un fine e un senso, troppo effimero era il filo dei loro discorsi per essere afferrato. 
Vivevano nel dolore più totale, e se anche era vero che il gesto estremo della sorella li aveva liberati da quel bastardo, incastrandolo proprio nella loro stessa casa facendo in modo che venisse arrestato, li aveva condannati ad una vita senza amore.
Sì, perché per loro, Temari era l'amore che univa la loro piccola e rattoppata famigliola.
Ora, senza di lei, loro non erano niente.




PiccoloPianeta

Piccola parentesi finale della mia fanfic "Il sapore della violenza".
Ecco com'è andata a finire per i fratelli di Suna e la gentile Naoko.
Grazie a tutti in anticipo.




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