Song to say goodbye

di corpiew
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ken Follett; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

Sentiva il proprio corpo dannatamente fragile, in quel momento era bloccato fra la paura e la voglia che finisse tutto. La sua vita non aveva più un senso e molte volte le sue manovre rasentavano il suicidio, ma voleva morire con onore e coraggio.
Di certo non voleva essere salvato.
Non da lui.
Lloyd Williams aveva osato entrare nella sua vita e rompere tutto ciò che aveva di più caro, tutto ciò che aveva di sicuro in quella vita in bilico. Gli aveva rubato l'amore, il padre e la certezza di una famiglia. Si era lasciato sconfiggere e aveva perso la propria dignità.
Faceva male, ma non era da lui soffrire. Lui agiva, non si piangeva mai addosso, e in quel momento si scoprì a piangere sangue, mentre una mano gentile gli asciugava le lacrime.
«Chi è?»
Un momento di silenzio, sembrava, ma alle sue orecchie arrivava un fischio distinto. Si chiese se fosse lui il problema, come lo era in altre occasioni.
«Mio fratello.»
Il respiro si fece lievemente affannato. "Non siamo fratelli", pensava, mentre la testa cominciava a fare male e iniziava a non sentire più i muscoli.
Chiuse gli occhi, per cercare di riflettere.
In un attimo si estraniò e le loro voci sembravano lontane chilometri.
"Non voglio essere tuo fratello. Perché dovrei esserlo proprio ora? Solo ora?" I suoi pensieri ruotavano solo intorno a quelle due parole, ma non riusciva ad esternarli, o forse non voleva. La sua mente era offuscata, ma aveva capito che loro erano diversi in tutto: era quella la prima cosa su cui era riuscito a riflettere. Se anche fosse riuscito a sopravvivere, probabilmente non l'avrebbe mai ripagato, era sicuro di questo. Erano nati simili ed erano cresciuti diversi, con parole diverse, lezioni diverse, genitori diversi e scelte diverse. Ogni molecola dei loro esseri volevano fare a pugni, anche i loro valori.
Riaprì gli occhi, scoprendo i tre uomini ancora lì, nelle stesse posizioni, ma a lui sembro di aver quasi dormito, di aver dimenticato persino il dolore.
«Williams.»
«Cosa c'è, Boy?»
Trattenne un sorriso amaro. Se non gli avesse fatto male la gola, avrebbe agito come il bastardo che era, ma non aveva più tempo per recuperare il suo orgoglio. Non più.
«Siamo fratelli di sangue, non di onore.»



A/N:
Metto la nota d'autore tanto per spiegare un po' di cose. Questo è, diciamo, un major spoiler, visto che è l'ultimo pezzo della settima parte del 18° capitolo di "Winter of the world" (in Italia "L'inverno del mondo"). Ho voluto reinterpretarla dal punto di vista di Boy scavando nei suoi pensieri di quel momento ed ho cambiato le sue ultime parole, perché credo che Boy avesse voluto dire anche altro oltre a fare una buona cosa una volta tanto. Cioè morire, sì, anche se sinceramente non volevo morisse, ma sono piuttosto strana quando si tratta di personaggi scomodi, è una specie di amore/odio.
Detto questo, grazie per aver letto e se magari volete lasciare una recensione sarà più che gradita e le critiche sono ben accette.
Au revoir ~




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