SUMMER CRUSH:QUANDO L'AMORE NASCE
IN VACANZA.
Parte 1.
Era una
mattina di agosto a New York, e Alice stava dormendo beatamente nel suo
letto. Quel giorno, sarebbe dovuta partire per Los Angeles nella sua
casa al mare, e la cosa la rendeva estremamente entusiasta.
-ALICE SAMANTHA MONTGOMERY! SCENDI SUBITO DALLE SCALE CHE TI
STIAMO ASPETTANDO DA MEZZ'ORA! DOBBIAMO PRENDERE L'AEREO TRA MEZZ'ORA E
SIAMO IN UN RITARDO ASSURDO!- gridava la madre, dal piano di
sotto.
Alice,
bofonchiò qualcosa e si mise a sedere sul letto. Lentamente.
Faceva un caldo terribile. Ma forse, era perchè le finestre
erano ancora abbassate. La ragazza si diresse verso la finestra e
alzò la tapparella. "A Los Angeles, la tapparella si alza
solo con un pulsante, e non devo fare tutta questa fatica"
pensò Alice mentre tirava sù la corda
verde-gialla.
Dopo mezz'ora
scese dalle scale e si diresse in cucina, dove si preparò la
colazione. Qualche minuto più tardi, andò in
bagno a lavarsi i denti. -Sono
pronta- disse alla sua immagine riflessa nello specchio
del bagno sorridente.
Finalmente, dopo mezz'ora
in macchina per arrivare in areoporto (era vicino a casa della
ragazza), la famiglia arrivò davanti alla casa. Le palme,
davanti alla casa, ondeggiavano piano piano e Alice, inspirò
a fondo l'aria fresca e si mise ad aiutare i suoi genitori a portare le
valigie in casa e a sistemarle. Dopo due ore finirono, e Alice decise
che quello era il momento perfetto per andare a prendere un
pò di sole. -Vai
pure cara, tanto abbiamo la casa vicino al mare...quindi se ti succede
qualcosa tu chiamaci pure- le aveva detto la
madre prima che la ragazza s'incamminasse verso la spiaggia.
-Finalmente un pò di pace dalla scuola...adoro
l'estate!- disse la
ragazza sorridendo. Si chinò ed estrasse l'asciugamano dalla
borsa e lo stese nella sabbia. Si sdraiò piano piano e
chiuse gli occhi. Ad un certo punto, qualcosa di freddo si
avvicinò a lei. -Ti
prego, fà che non mi ha cagato in testa un'uccello- mormorò
la ragazza, avvicinando la mano su quella cosa fredda. La sua mano,
incontrò qualcosa di tondo con degli spigoli, che altri non
poteva essere che una palla. Cominciò a tremare dalla
rabbia. Improvvisamente, si alzò in piedi e
cominciò a gridare:-CHI...CHI
è QUEL GRAN DEFICENTE CHE HA TIRATO UNA PALLA QUA???-.
rispose una voce maschile. Alice si voltò verso il ragazzo e
lo osservò. Era biondo, magro e indossava un costume a
bermuda rosso. Era un pò rosso in viso, probabilmente per
via del sole, o del caldo. E anche sudato, molto sudato. -Bene...riprenditi quello stupido
pallone e vattene!- disse la ragazza dando un calcetto al
pallone, ma senza guardare il biondo in faccia. Si sedette
sull'asciugamano. Il ragazzo si grattò la testa e disse:-Beh...grazie-. -Beh? Sei ancora qui? Vattene!- gli
disse la ragazza. Il ragazzo, prese il pallone e, con un sorrisetto
furbo le si avvicinò e le sussurrò:-Non ti sbarazzerai di me
così facilmente-. Detto quello, si
voltò e si allontanò.
-Allora...hai
conosciuto qualcuno d'interessante in spiaggia?- chiese il padre alla ragazza
quella sera a cena. -Nessuno
d'interessante- rispose lei scuotendo la testa. le disse
suo padre. La ragazza sbuffò, prese il suo piatto, e
andò a mangiare sulla veranda. Poco dopo, venne sua madre
che si sedette di fianco alla ragazza. Le mise una mano sulla spalla e
le disse:-è un
peccato...staremo qua un mese intero e sarebbe meglio che tu conoscessi
qualcuno con cui uscire...a New York sei sempre stata da sola...non
puoi rimanere sola per sempre...hai ventidue anni tesoro...--Tuo padre
non voleva essere scortese con te...voleva solo che...insomma...tu non
sentissi sola- -Lo
sò...ma io amo stare da sola...e poi, in
verità...non ero proprio da sola...mentre stavo prendendo il
sole, ho conosciuto un ragazzo, molto carino. Ma non ci siamo detti i
nomi. Solo che l'ho cacciato via...- confessò
la ragazza. La madre le accarezzò i capelli. -Perchè lo hai
cacciato via?- chiese la donna. La ragazza, si
voltò verso il mare e rispose:-Forse ho paura
d'innamorarmi...ecco perchè l'ho cacciato via...-
-Sei ancora troppo
giovane per aver paura...se ti piace qualcuno, dovresti lottare per
averlo e anche per tenertelo...senza aver paura di niente. Non lasciare
che la paura di partecipare t'impedisca di vivere...ama come se stessi
amando per l'ultima volta, soffri, ma non lasciare neanche per un
momento che la paura l'abbia vinta. Altrimenti, sarai perduta-. Alice,
abbracciò la madre e la ringraziò.
-Chi era quella ragazza con cui parlavi, bro?- chiese Ryker al fratello. Ross
alzò le spalle e rispose:-è
solo un'amica...niente di che...una ragazza un pò strana a
dir la verità...-. Il ragazzo si
alzò dal divano e si diresse verso la vetrata del
balcone. -Vorresti
rivederla?- chiese il fratello. Ross scosse la testa e
chiese:-Cosa?
No...perchè? Dovrei?- -Sveglia fratello! Dovresti
sì! Non è micca una racchia quella ragazza! Era
carina...e se non ti sbrighi, potrei fare la prima mossa io!- disse
Ryker prendendolo in giro. Ross, in tutta risposta, gli diede un
pugnetto nel braccio e disse, ridacchiando:-Tu provaci e poi vedrai-
-Uuuhh!! Stò tremando dalla paura!- gli rispose
l'altro fingendosi spaventato. Ross fece per rincorrerlo e l'altro se
ne andò, lasciandolo solo ad ammirare il tramonto che si
estendeva davanti ai suoi occhi.
FINE PRIMA PARTE.
Spero
che vi sia piaciuta la prima parte...è la mia prima
fanfiction quindi siate clementi con me :P
Come
andrà la seconda parte? Si dichiareranno finalmente Ross e
Alice oppure resteranno solo amici? Piccola parentesi:nella seconda
parte, il colore del testo cambierà :) Ci vediamo alla
seconda parte!
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