Altra
Jibbs, ma non so mica...
Un uomo conteso
Titolo:
un uomo conteso
Challenge:
sfida dei duecento prompt
Prompt: 196.
Triangolo
Fandom: NCIS
Personaggi:
Leroy Jethro Gibbs, Jennifer Shepard, Col. Hollis
Mann
Raiting: verde
Tipologia:
one-shot
Parole: 989
Era
bastata
un’occhiata da sopra gli occhiali sottili a fargli capire che
la loro presenza
non era più gradita. Jethro e il colonnello Mann uscirono
dall’ufficio del
direttore e si
incamminarono lungo il
ballatoio del primo piano.
“Voi
due lavorate
insieme da parecchio, eh?*” chiese il colonnello a bruciapelo.
“Mmhm*”
fu l’unica
risposta dell’agente accanto a lei.
“Da
quanto?*”
“Perché?*”
domandò
a sua volta Gibbs, fermandosi sul terzo gradino.
“Solo
curiosità.*”
Il colonnello si girò guardando l’uomo. Il volto
di Gibbs diceva tutto e
niente. “Lasca stare.*” Concluse e
ricominciò a scendere le scale.
Jethro
udì lo
scatto di una porta e si girò in tempo per vedere Jen uscire
dall’ufficio e
rivolgere al colonnello uno sguardo di curiosità mista ad
astio, prima di
sparire nella sala del MTAC.
Un
sorriso
compiaciuto gli si dipinse sulle labbra: essere l’oggetto
della contesa tra due
donne attraenti rallegrava il suo orgoglio, anche se non lo avrebbe mai
ammesso. Non vedeva quello sguardo negli occhi di Jen da molto tempo, a
essere
precisi da otto anni, poco dopo la loro ultima missione a Parigi. Si
erano
incontrati una sera. Lui era in compagnia di quella che sarebbe
diventata la
sua terza ex moglie, Stephanie Flinn**. Lei era con un’amica.
Più
che un
incontro era stato uno scontro nell’atrio
d’ingresso di un ristorante a pochi
isolati dalla sede del NCIS.
“Agente
Shepard.”
Aveva esclamato tradendo sorpresa mista ad orgoglio ferito. In fin dei
conti
lei lo aveva pur sempre scaricato a Parigi.
“Agente
Gibbs.”
Aveva salutato lei altrettanto sorpresa di vederlo in quel locale,
“Vedo che è
in buona compagnia.”
“Oh,
che
scortese. Non vi ho presentate. Questa è
Stephanie.” Gibbs l’aveva introdotta
con un ghigno soddisfatto. “Stephanie, questa e Jennifer
Shepard, lavora al
NCIS.”
Jen
l’aveva
squadrata e le aveva lanciato la stessa occhiataccia che aveva rivolto
alla
Mann, poi si era guardata attorno come a voler controllare le presenze
nel
locale. “Troppo affollato, Lucy, rischiamo di non riuscire a
mangiare.” Aveva
detto all’amica che la guardava incuriosita.
“Piacere
di
averla rivista Gibbs.” Aveva allungato la mano verso la
rossa, “Stephanie. Vi
auguro una piacevole serata.”
Era
uscita
trascinandosi dietro l’amica che aveva cominciato a
borbottare in segno di
protesta per quella decisione repentina con cui non era
d’accordo.
Quella
era stata
l’ultima volta che aveva visto Jen.
Prese
un lungo
respiro e ritornò sui suoi passi, fermandosi davanti alla
porta del MTAC. Era
attratto dal colonnello Mann e si era reso conto che
l’attrazione era
reciproca, ma prima di avventurarsi in questo nuovo mare, doveva essere
sicuro
che nulla lo trattenesse a riva, che tutti gli ormeggi fossero stati
tirati a
bordo o lasciati sul pontile. Doveva parlarle.
---
Quell’allusione
alle loro “attività”
insieme era stata l’ennesima
pugnalata. Una lama che, con studiata e meticolosa precisione, era
affondata
nel petto all’improvviso e l’aveva lasciata
boccheggiante alla ricerca d’aria. Li
congedò e attese qualche minuto prima di cercare
riparo in un ambiente in
cui il profumo di Jethro non si mischiasse a quello del colonnello
Mann, ma
appena uscì se li ritrovò davanti. Di nuovo.
Parlavano fitto fitto sulle scale
e lei non poté fare a meno di squadrare il colonnello e
assistere al sorriso
soddisfatto di Gibbs.
Jen entrò nella
sala del MTAC e, dopo essersi
accertata di essere sola, si lasciò cadere su una delle
poltroncine di velluto,
mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi. Lei permise loro di
scivolare fuori.
Bruciavano di rassegnazione e orgoglio ferito, ma soprattutto
bruciavano di
rabbia verso se stessa, come quella sera di otto anni prima.
Le
stesse emozioni che
l’avevano sopraffatta quando aveva incontrato Jethro insieme
a Stephanie; quando,
uscita dal locale, le lacrime le avevano scavato le guance e aveva
pianto la
sua rabbia davanti all’amica che la guardava senza dire
nulla, ma capendo
tutto.
Perché
dalle sue labbra
uscivano solo “no”, mentre il suo cuore non gridava
altro che “sì”?
Perché
non riusciva ad
accettare che lui stava andando avanti? Cosa si aspettava, che le si
gettasse
tra le braccia dopo che lei lo aveva respinto due volte?
Sperava
davvero di poter
andare avanti con questo gioco del “tira e molla”
ancora a lungo? Avrebbe dovuto
sapere che prima o poi anche l’ultimo treno sarebbe partito e
lei sarebbe
rimasta ad aspettare fiduciosa sulla banchina l’arrivo di un
altro “ultimo
treno”, ma invano.
Jen
sospirò e appoggiò la
testa allo schienale. Quando sentì lo scatto della porta
alle sue spalle si
passò il dorso della mano sul viso e si girò
nella direzione del rumore.
---
Gibbs
aprì la
porta con uno scatto secco. La sala del MTAC era vuota e in penombra.
Jen, che sedeva
in una delle poltroncine della prima fila, si girò appena
sentì che qualcuno
era entrato nella stanza.
“Avete
già
trovato Sharif?” il tono canzonatorio di Jen non
sfuggì a Gibbs.
L’agente
raggiunse il fondo della sala e si fermò davanti al
direttore.
“Jen…”
cominciò,
ma si interruppe quando incrociò gli occhi della donna.
Nonostante il suo viso fosse
in penombra Gibbs notò lo sguardo di rassegnazione, una
mano invisibile si
strinse attorno al suo stomaco.
Conosceva
Jen da
molti anni, ma le era capitato di rado vederla piangere e mai una volta
aveva scorto
quell’emozione, neanche quando avevano assistito al funerale
di una bambina di
soli cinque anni che era l’unica testimone di un caso. In
quell’occasione aveva
pianto, di rabbia e dolore, ma non si era mai arresa.
“Se
non ha nulla
di nuovo da riferire…” Jen si alzò
dalla poltroncina pronta ad allontanarsi, ma
Gibbs la trattenne per le spalle.
“Perché,
Jenny?” fu
un sussurro che le carezzò l’anima, facendole
pizzicare gli occhi.
Jen
si morse il labbro
nel tentativo di trattenere le lacrime, ma una sfuggì al suo
ferreo controllo. Jethro
la raccolse con il pollice e il cielo incontrò il prato
umido di rugiada.
“Niente
cose a
tre però, Jethro.” Scherzò Jen,
sorridendo, quando le loro labbra si separarono.
*
Dialoghi tratti dalla 4x13 "Il ritorno di Sharif"
**
Stephanie Flinn è stata la quarta moglie (terza ex) di
Gibbs. Nella
puntata 5x03 "Ex Files" Stephanie chiede a Jen se tra lei e Gibbs c'era
stato qualcosa prima che loro si sposassero, perchè quella
era
l'impresione che Stephanie aveva avuto. E mi sono chiesta, ma quindi si
erano incontrate prima che si sposassero?
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