Il lato oscuro del deserto

di Arielles
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Safira non staccava gli occhi da Luan mentre parlava con Esmeralda. Erano tornati al caravanserraglio cenando prima di ritirarsi in una camera per parlare. "Se non sei un ladro, allora cosa sei?" chiese la principessa irritata. Il ragazzo scosse le spalle e guardò da un altra parte non sapendo cosa rispodere. Sarah si animò "Raccontaci la tua storia, forse comprenderemo il perchè delle tue azioni" propose la ragazza. Luan la guardò come se avesse detto la cosa più scandalosa del mondo. "Avanti straccione parla" sibilò Safira che gli stava accanto in piedi e con le braccia incrociate, impaziente. "Staccione a chi? Ma ti sei vista?!" urlò innervosito il ragazzo; "Safira non complicare le cose" disse Esmeralda mettendosi una mano sulla fronte e assumendo un'espressione corrucciato. Il ragazzo sospirò prima di cominciare a raccontare.
"Come voi pensate, non sono un ladro. Fin da piccolo ho vissuto al servizio di un ricco gioielliere che aveva negozi in tutto il mondo; ancora adesso lo servo. Il mio padrone è sempre stato per me il mio migliore amico; ci facevamo sempre favori a vicenda e stavo bene con lui finchè...un giorno lui venne da me dicendomi che aveva un affare importante da commissionarmi. Sembrava un affare grosso perchè non mi disse altro. Partì con una ben fornita scorta di guardie armate fino ai denti; dovevo consegnare a una persona importante un carico di gioielli. Viaggiammo per tre giorni e infine arrivammo in una cittadina, dove appunto viveva la dama a cui dovevo consegnare il carico. Mi presentai insieme alla scorta alla porta della dama. Il suo palazzo era a dir poco magnifico: tutto in marmo bianco, abbellito da mosaici color acquamarina. Ci vennero ad aprire delle ancelle, che da quello che potei vedere, erano di una bellezza accecante, ma quando mi presentai al cospetto della dama, loro padrona, rimasi incantato. La generosa signora mi fece accomodare su un sofà...". Luan si interruppe alzando la testa come per trovare la forza di continuare a parlare. "...mentre parlavamo e le mostravo i gioielli pregiati...beh...ci fu un attacco. Ci accerchiarono in venti. Eravamo stati presi di sorpresa, così non ebbi il tempo di agire...uccisero la dama; le tagliarono la testa davanti ai miei occhi. Stavano per uccidere anche me, ma mi lanciai fuori da una finestra; per fortuna non mi ruppi la testa, ma mi fratturai comunque l'osso di un braccio. Quando tornai dal mio padrone e gli raccontai la vicenda, chiuse baracca e mi disse di nascondermi, perchè potevo essere un sospettato. Così, insieme scappammo e ci rifugiammo in questa cittadina, vivendo di stenti. Prima però, non so cosa mi abbia spinto a rubare, forse la disperazione, mi spiace molto..." detto ciò, Luan abbassò la testa in attesa di giudizio. "Mi spiace per quello che vi è capitato, a te e al tuo padrone. Ti perdono per quello che hai fatto..." disse Esmeralda compassionevole e diede venti monete d'oro al ragazzo "Con questo potrete aprire nuovamente un commercio...vedete voi cosa farne". Luan la guardò con gratitudine ed ammirazione, sprizzando una gioia silenziosa da tutti i pori. A fatica si trattenne da abbracciare Esmeralda.
"Che Dio t'assita Luan!" gridò la principessa mentre salutava da lontano il ragazzo. Luan sarebbe tornato dal suo padrone e insieme avrebbero deciso cosa farne della loro vita. Esmeralda era riuscita a dargli la forza di continuare; quella ragazza, anche se appena conosciuta, era fantastica. "Che tipo difficile...come minimo la principessa avrebbe potuto dargli dieci monete d'oro..." sussurrò Safira voltando la testa imbronciata. "Abbi pazienza, la gente a volte ha i propri motivi per agire in un certo modo" le disse Sarah sorridente "ne hai avuto un esempio tu stessa" aggiunse. Safira alzò la testa al cielo. "Ne sono un esempio io stessa..." pensò.




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